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Aria inquinata in città: le riflessioni di Puliamo Terlizzi

Chiesta l'emanazione di un'ordinanza di divieto permanente di abbruciamento di ramaglie in determinate fasce orarie

A Terlizzi non si respira una buona aria. È quanto emerge dai dati registrati lo scorso dicembre dal meteorologo Francesco Paolo Barile, presidente dell'associazione "Puliamo Terlizzi", attraverso una centralina amatoriale di sua proprietà installata nel 2018 e collegata alla rete internazionale "Purple Air".

Lo strumento è un sensore al laser che misura la qualità dell'aria, ossia misura le polveri sottili (PM1, PM2.5, PM5 e PM10). Se si considera, ad esempio, il dato delle PM2.5 - polveri sottili che hanno un diametro aerodinamico di 2.5 micrometri o anche meno - nella settimana di capodanno la centralina ha rilevato valori di PM2.5 spesso superiori alla soglia di legge di 50 microgrammi su metro cubo.

Terlizzi non sconfina con i parametri come nelle grandi città, però in alcune parti del nostro territorio si raggiungono valori che persistono anche per più giorni, colpendo maggiormente i soggetti che soffrono di patologie respiratorie e mettendo in difficoltà anche persone in buona salute.

I valori molto alti sono dovuti, innanzitutto, a medesime sorgenti già individuate nel tempo: l'elevato traffico veicolare e i fumi derivanti dall'abbruciamento delle ramaglie (rami secchi, scarti, potature agricole). Gli abbruciamenti più frequenti avvengono durante le ore tardo-pomeridiane e serali, altri durante la notte o nella prima parte della mattina. Barile spiega che i fumi e le polveri sottili derivanti dalla combustione di materiale vegetale rimangono nei bassi strati dell'atmosfera, insieme allo smog del traffico veicolare e ai fumi di camini e caldaie. È proprio da questo mix di sorgenti che scaturisce una quantità elevata di particolato in atmosfera.

«Questo particolato si concentra nei bassi strati quando c'è una condizione atmosferica che è quella legata alla persistenza di un campo di alta pressione che determina bel tempo: il fenomeno dell'"inversione termica" porta specialmente nelle ore notturne l'aria fredda a stare a contatto col suolo», illustra tecnicamente il nostro concittadino, «Invece, man mano che si sale lungo la colonna atmosferica, la temperatura aumenta: questo per effetto del fatto che normalmente un campo di alta pressione porta aria più calda. Quando, però, ci sono alta pressione e inversione termica, la temperatura, anziché diminuire salendo di quota, aumenta».

Questo, continua Barile, crea una sorta di tappo. I fumi, le polveri sottili e i gas nocivi che sono in basso, trovando aria più calda nella loro salita, non ricevono la spinta di galleggiamento (cd. spinta di Archimede): anziché galleggiare o salire, essi tendono a rimanere nei bassi strati, cioè quelli a contatto con il suolo.

Sicché, tutto ciò che viene emesso nell'atmosfera dai gas di scarico, dall'abbruciamento delle ramaglie e di scarti vegetali o dai roghi di rifiuti, rimane negli strati bassi dell'atmosfera. Poiché siamo circondati dalle campagne, spesso questi fumi finiscono per invadere la città.

Nell'ultima parte di dicembre, poi, si sono alternate giornate con leggera ventilazione, in cui l'aria si è un po' rimescolata, tra quella che viene dall'esterno e quella che viene dalla città. Il campo di alta pressione si è leggermente allentato, per poi esserci imbattuti in un massiccio incremento di polveri sottili nella notte di capodanno, dovuto allo scoppio contemporaneo di botti: si è assistito all'aumento del valore di PM2.5 fino a circa 200 microgrammi al metro cubo.

Peraltro, circa quattro mesi fa, l'associazione "Puliamo Terlizzi" ha chiesto all'amministrazione di prendere in considerazione la possibilità di emanare un'ordinanza che vieti in maniera permanente l'abbruciamento delle ramaglie in una determinata fascia oraria, cioè quella in cui l'inversione termica tiene tutto nei bassi strati (dal tardo pomeriggio fino al primo mattino).

«Abbiamo domandato che venga vietato l'abbruciamento. C'è chi brucia durante le ore notturne: accende il fuoco il pomeriggio e lascia bruciare le ramaglie per tutta la notte; oppure c'è chi appicca il rogo la mattina quando arriva in campagna tra le 4 e le 5. Proprio per questo noi ci ritroviamo di prima mattina con la città invasa dal fumo, perché a quell'ora il fumo rimane negli strati più bassi dell'atmosfera», chiosa Francesco Paolo Barile, rendendo noto il suo impegno al riguardo.

La richiesta, inoltre, si è estesa anche al divieto di altre pratiche non ecologiche, come il rilascio di palloncini gonfiati a elio, i fuochi pirotecnici privati esplosi quasi tutti i giorni, i quali immettono nell'atmosfera grandi quantità di polveri sottili e di diossine, e le lanterne cinesi.

«Pare che queste richieste siano in elaborazione da parte degli uffici della Polizia Locale e dell'amministrazione che stanno redigendo l'ordinanza avendo cura di rispettare tutte le norme. Speriamo che veda la luce nel 2024 almeno quella sul limite di abbruciamento», conclude Barile.
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