Attualità
«Voler bene a Giuseppe è stato molto facile»
L'ultimo saluto a ieri Giuseppe De Chirico
Terlizzi - mercoledì 24 agosto 2016
8.49
Lacrime inconsolabili hanno solcato il viso dei numerosi presenti in Concattedrale al commiato di dolore in onore di Giuseppe De Chirico, il giovanissimo diciassettenne la cui vita è stata tragicamente spezzata insieme a quella del coetaneo Armando Bali nel violento incidente stradale dello scorso 20 agosto. Le esequie sono state officiate dal vescovo della diocesi Mons. Domenico Cornacchia, oltre a essere omaggiate dall'amministrazione comunale.
L'intera comunità terlizzese si è unita solidale al profondo cordoglio dei parenti che con grande contegno e riserbo hanno dato sfogo al loro immenso dolore. Alla famiglia di Giuseppe si sono stretti in una sofferenza straziante amici, compagni di scuola, tantissimi ragazzi e ragazze, nonché semplici conoscenti, associandosi in un'unica collettiva preghiera per le due vittime.
Di grande commozione la lettura delle Sacre Scritture che è stata interrotta, a sprazzi, da un pianto mesto e al contempo amaro. Il Vescovo ha dato l'estremo saluto non solo a Giuseppe, ma anche ad Armando, la cui famiglia di religione islamica ha optato per un rito laico al palazzetto dello sport, «Voglio pregare anche per Armando Bali che è volato in cielo insieme a Giuseppe De Chirico. In un tempo così breve Giuseppe ha concluso la sua esistenza. Lo affidiamo a te Signore perché la sua giovinezza rifiorisca». Mons. Cornacchia rassicura sul passaggio a nuova vita dell'anima dopo il trapasso fisico del corpo, spiegando come solo la fede possa aiutarci a comprendere un evento tanto incomprensibile agli occhi di noi uomini «Gli antichi dicevano che il defunto, anche se non c'è più, continua a parlare. Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore. Questi due ragazzi erano in festa con tanti amici. In un attimo sono passati dalla vita terrena alla vita eterna. Ciò che conta per il Signore non è una vita lunga ma una vita serena. Si sono lasciati fotografare con le loro biciclette, esuberanti, pieni di vita, con lo sguardo verso il cielo. A noi non compete l'analisi della situazione, rimarremo sempre perdenti. È la fede che ci spinge a credere che questi ragazzi abbiano trovato posto in Paradiso». Il Vescovo si sofferma sulle opere di bene che Giuseppe e Armando non hanno più potuto compiere e al grande incolmabile vuoto nei cuori dei loro genitori e compagni «Ci hanno lasciato un testimone, come nella corsa della staffetta. E' una corsa infinita: a nostra volta noi cederemo il testimone. Non conta tanto la lunghezza della vita, ma la qualità della stessa, ovvero il modo in cui viviamo i nostri anni». Inoltre lancia un accorato appello non solo ai giovani ma anche ai più grandi, affinché diano giusti e sapienti consigli «Amiamo la vita ma prestiamo attenzione ai pericoli. Non sciupiamola in un attimo. Il destino non esiste se non nella misura in cui noi siamo costruttori della nostra vita. Prendiamo coscienza che tocca a noi portare a compimento un'opera incompiuta. Sforziamoci tutti di dare un esempio buono e positivo. Impegniamoci giorno dopo giorno».
Al termine del rito, un amico intimo di Giuseppe ha letto un messaggio a nome di tutti coloro che lo conoscevano e lo stimavano. Alcuni versi della canzone "Gli Angeli" del noto cantautore Vasco Rossi "Dietro non si torna, non si può tornare giù.. Quando ormai si vola non si può cadere più" fanno da incipit al suo pensiero, pieno di amore e di afflizione per una situazione quasi surreale «Voler bene a Giuseppe è stato molto facile. È entrato nelle nostre vite in punta di piedi, con lo sguardo a volte assorto nei suoi pensieri. Speriamo tutti di svegliarci da questo incubo. Manca poco all'inizio del nuovo anno scolastico. Guardaci le spalle da grande portiere qual eri. Non hai parato il tiro più importante». Un applauso scrosciante e liberatorio ha accompagnato la commossa riflessione, prima di far volare in cielo fuori dalla chiesa dei palloncini celesti e bianchi.
Ieri nel palazzetto dello sport di via Chicoli si è tenuta anche la cerimonia laica per l'ultimo addio a Armando Bali (clicca qui)
L'intera comunità terlizzese si è unita solidale al profondo cordoglio dei parenti che con grande contegno e riserbo hanno dato sfogo al loro immenso dolore. Alla famiglia di Giuseppe si sono stretti in una sofferenza straziante amici, compagni di scuola, tantissimi ragazzi e ragazze, nonché semplici conoscenti, associandosi in un'unica collettiva preghiera per le due vittime.
Di grande commozione la lettura delle Sacre Scritture che è stata interrotta, a sprazzi, da un pianto mesto e al contempo amaro. Il Vescovo ha dato l'estremo saluto non solo a Giuseppe, ma anche ad Armando, la cui famiglia di religione islamica ha optato per un rito laico al palazzetto dello sport, «Voglio pregare anche per Armando Bali che è volato in cielo insieme a Giuseppe De Chirico. In un tempo così breve Giuseppe ha concluso la sua esistenza. Lo affidiamo a te Signore perché la sua giovinezza rifiorisca». Mons. Cornacchia rassicura sul passaggio a nuova vita dell'anima dopo il trapasso fisico del corpo, spiegando come solo la fede possa aiutarci a comprendere un evento tanto incomprensibile agli occhi di noi uomini «Gli antichi dicevano che il defunto, anche se non c'è più, continua a parlare. Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore. Questi due ragazzi erano in festa con tanti amici. In un attimo sono passati dalla vita terrena alla vita eterna. Ciò che conta per il Signore non è una vita lunga ma una vita serena. Si sono lasciati fotografare con le loro biciclette, esuberanti, pieni di vita, con lo sguardo verso il cielo. A noi non compete l'analisi della situazione, rimarremo sempre perdenti. È la fede che ci spinge a credere che questi ragazzi abbiano trovato posto in Paradiso». Il Vescovo si sofferma sulle opere di bene che Giuseppe e Armando non hanno più potuto compiere e al grande incolmabile vuoto nei cuori dei loro genitori e compagni «Ci hanno lasciato un testimone, come nella corsa della staffetta. E' una corsa infinita: a nostra volta noi cederemo il testimone. Non conta tanto la lunghezza della vita, ma la qualità della stessa, ovvero il modo in cui viviamo i nostri anni». Inoltre lancia un accorato appello non solo ai giovani ma anche ai più grandi, affinché diano giusti e sapienti consigli «Amiamo la vita ma prestiamo attenzione ai pericoli. Non sciupiamola in un attimo. Il destino non esiste se non nella misura in cui noi siamo costruttori della nostra vita. Prendiamo coscienza che tocca a noi portare a compimento un'opera incompiuta. Sforziamoci tutti di dare un esempio buono e positivo. Impegniamoci giorno dopo giorno».
Al termine del rito, un amico intimo di Giuseppe ha letto un messaggio a nome di tutti coloro che lo conoscevano e lo stimavano. Alcuni versi della canzone "Gli Angeli" del noto cantautore Vasco Rossi "Dietro non si torna, non si può tornare giù.. Quando ormai si vola non si può cadere più" fanno da incipit al suo pensiero, pieno di amore e di afflizione per una situazione quasi surreale «Voler bene a Giuseppe è stato molto facile. È entrato nelle nostre vite in punta di piedi, con lo sguardo a volte assorto nei suoi pensieri. Speriamo tutti di svegliarci da questo incubo. Manca poco all'inizio del nuovo anno scolastico. Guardaci le spalle da grande portiere qual eri. Non hai parato il tiro più importante». Un applauso scrosciante e liberatorio ha accompagnato la commossa riflessione, prima di far volare in cielo fuori dalla chiesa dei palloncini celesti e bianchi.
Ieri nel palazzetto dello sport di via Chicoli si è tenuta anche la cerimonia laica per l'ultimo addio a Armando Bali (clicca qui)