278 idonei al concorso di Polizia chiedono di essere subito impiegati

Tra questi anche decine di giovani terlizzesi

martedì 3 marzo 2015 7.17
A cura di Cosma Cacciapaglia
La strategia sulla sicurezza in Italia racconta questi numeri: ci sono diciottomila uomini in meno nella sola Polizia di Stato e quarantamila in tutte le forze dell'ordine. Eppure, a fronte dei 3.000 circa poliziotti che andranno in pensione nel 2015 e a fronte del turnover del 55%, sappiamo che fino al 1 dicembre 2015 le assunzioni sono bloccate. Di contro sembra crescere il clima di insicurezza e la sua percezione, anche a causa di una sofferenza sociale ed economica spesso drammatica e di un aumento pauroso della microcriminalità soprattutto ai danni dei soggetti più deboli ed esposti.

Una soluzione? Ci sono 278 ragazzi idonei non vincitori del concorso per 650 allievi agenti della Polizia di Stato 2014 che potrebbero essere subito impiegati. Tra questi anche decine di terlizzesi che nel 2014 (quando venne pubblicato dalla Polizia di Stato un concorso per il reclutamento di 650 allievi agenti) superarono la prova preliminare di cultura generale e le successive prove di efficienza fisica, le visite mediche e gli esami psicoattitudinali. Al termine delle fasi concorsuali, la graduatoria finale conta 938 idonei, ma lasciava fuori questi 278 ragazzi. «Per noi l'idoneità è valida ancora per un anno, e quindi saremmo impiegabili subito e soprattutto a costo zero: la nostra consistenza psico attitudinale, fisica, caratteriale è già stata testata, valutata e apprezzata» raccontano i diretti protagonisti» raccontano alcuni di quegli idonei che aspettano una risposta.

Nel frattempo, il Prefetto di Roma chiede 500 uomini in più, il Presidente della Regione Veneto chiede l'intervento del Governo per far fronte al problema sicurezza, i sindacati combattono giornalmente per l'assunzione del personale e per denunciare le gravi carenze della Polizia di Stato. Perché allora non mettere in campo questi 278 giovani già pronti? In altre regioni i consigli regionali stanno facendo pressione sul Governo perché si vada in questa direzione. «L'11 febbraio 2015 si è tenuta una manifestazione in cui abbiamo cercato di far sentire la nostra voce per chiedere di poter lavorare al servizio del nostro Paese. Abbiamo creduto, studiato, sofferto e sperato per raggiungere questo obbiettivo: chiediamo solo di poterlo dimostrare, lavorando per dare il nostro contributo al bene comune.»