Settandue minori a Terlizzi vivono in condizioni di povertà assoluta
Ogni mese 80 richieste di aiuto sono rivolte al centro di ascolto della Caritas cittadina
domenica 2 aprile 2017
8.45
A Terlizzi su 72 minori seguiti negli ultimi quattro anni, il cento per cento di quelli assistiti è risultato essere in una condizione di povertà assoluta, ovvero in una situazione di estrema difficoltà nell'accedere con regolarità ai beni di prima necessità, come cibo, vestiti o corredi scolastici, o nell'usufruire delle cure mediche necessarie. È quanto emerso ieri sera durante l'incontro di presentazione del Rapporto di Caritas Italiana del 2016 sulla povertà ed esclusione sociale, dal titolo "Vasi Comunicanti", organizzato dal costituendo presidio terlizzese di Libera e tenutosi presso l'auditorium della Scuola Pappagallo.
Si è registrato, inoltre, che nel 60% dei casi al minore potevano essere garantite maggiori opportunità dalla sua famiglia se, però, ci fosse stata una più equa distribuzione delle risorse familiari. «La fascia che va dai bambini agli adolescenti è quella che sta risentendo maggiormente della mancanza di risorse», spiega Edgardo Bisceglia, referente cittadino della Caritas diocesana «I ragazzi privati dei beni essenziali diventano i nuovi poveri e, in molti casi, per far fronte ad una tale situazione di degrado, cominciano a delinquere».
Ogni mese al centro di ascolto della Caritas cittadina si rivolgono circa 80 persone, di cui 30 sono italiani e 50 sono stranieri. «Degli italiani 22 sono famiglie, composte prevalentemente da coppie con più di tre figli, che chiedono beni materiali, contributi economici e servizi», prosegue Edgardo, il quale precisa anche che «gli stranieri presenti a Terlizzi sono tutti regolari». Un altro dato che fa riflettere è quello per cui diverse richieste di aiuto provengono da persone assistite da centri di salute mentale.
Il dato cittadino della povertà si allinea a quello nazionale per cui i nuovi poveri, oggi, sono i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni; un fenomeno differente da quello passato in cui erano gli anziani a essere indigenti. Un basso livello di istruzione, l'assenza di lavoro e una conseguente emarginazione sociale sono tutti fattori che concorrono a determinare una condizione, talvolta stigmatizzante, di povertà. A Terlizzi le parrocchie della Stella e di San Gioacchino sono quelle più attive nell'offrire concretamente un supporto costante ai nostri poveri.
Oltre a mappare i bisogni delle persone, si rende necessario continuare a «coordinarsi con le opere di volontariato e misericordia». Don Vito Piccinonna, parroco-rettore del santuario SS. Medici di Bitonto, rimarca che «la sfida più grande è culturale-educativa affinché siano gli stessi soggetti a cercare di risolvere la loro condizione di indigenza».
Maria Mangiatordi, operatrice nel campo dell'immigrazione, ha evidenziato come la questione dei migranti sia un fenomeno che «non va assolutamente combattuto con i muri, ma va disciplinato in tutti i suoi aspetti». Per superare le disuguaglianze economico-sociali e «consentire agli stranieri di vivere dignitosamente con i propri mezzi, occorre fornire delle corrette informazioni. Ci sono, infatti, dei paracaduti legali che consentono loro di risollevare le proprie sorti».
Si è registrato, inoltre, che nel 60% dei casi al minore potevano essere garantite maggiori opportunità dalla sua famiglia se, però, ci fosse stata una più equa distribuzione delle risorse familiari. «La fascia che va dai bambini agli adolescenti è quella che sta risentendo maggiormente della mancanza di risorse», spiega Edgardo Bisceglia, referente cittadino della Caritas diocesana «I ragazzi privati dei beni essenziali diventano i nuovi poveri e, in molti casi, per far fronte ad una tale situazione di degrado, cominciano a delinquere».
Ogni mese al centro di ascolto della Caritas cittadina si rivolgono circa 80 persone, di cui 30 sono italiani e 50 sono stranieri. «Degli italiani 22 sono famiglie, composte prevalentemente da coppie con più di tre figli, che chiedono beni materiali, contributi economici e servizi», prosegue Edgardo, il quale precisa anche che «gli stranieri presenti a Terlizzi sono tutti regolari». Un altro dato che fa riflettere è quello per cui diverse richieste di aiuto provengono da persone assistite da centri di salute mentale.
Il dato cittadino della povertà si allinea a quello nazionale per cui i nuovi poveri, oggi, sono i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni; un fenomeno differente da quello passato in cui erano gli anziani a essere indigenti. Un basso livello di istruzione, l'assenza di lavoro e una conseguente emarginazione sociale sono tutti fattori che concorrono a determinare una condizione, talvolta stigmatizzante, di povertà. A Terlizzi le parrocchie della Stella e di San Gioacchino sono quelle più attive nell'offrire concretamente un supporto costante ai nostri poveri.
Oltre a mappare i bisogni delle persone, si rende necessario continuare a «coordinarsi con le opere di volontariato e misericordia». Don Vito Piccinonna, parroco-rettore del santuario SS. Medici di Bitonto, rimarca che «la sfida più grande è culturale-educativa affinché siano gli stessi soggetti a cercare di risolvere la loro condizione di indigenza».
Maria Mangiatordi, operatrice nel campo dell'immigrazione, ha evidenziato come la questione dei migranti sia un fenomeno che «non va assolutamente combattuto con i muri, ma va disciplinato in tutti i suoi aspetti». Per superare le disuguaglianze economico-sociali e «consentire agli stranieri di vivere dignitosamente con i propri mezzi, occorre fornire delle corrette informazioni. Ci sono, infatti, dei paracaduti legali che consentono loro di risollevare le proprie sorti».