A Terlizzi la commemorazione delle vittime del disastro ferroviario
Tra le persone decedute nell’incidente i terlizzesi Albino De Nicolo e Donata Pepe
giovedì 13 luglio 2023
Sono trascorsi 7 anni dalla strage ferroviaria che il 12 luglio 2016 ha causato, tra Andria e Corato, la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri.
Vittime del disastro ferroviario furono tra gli altri, i terlizzesi Albino De Nicolo e Donata Pepe.
Ieri sera, 12 luglio, nell'ottica di sensibilizzare sull'accaduto e di non dimenticarlo, la comunità terlizzese, alla presenza del sindaco Michelangelo De Chirico e di gran parte dell'amministrazione comunale, si è ricongiunta poco dopo le ore 20:00, in piazza Europa, nei pressi della stazione.
Ad introdurre la serata, il sacerdote don Francesco De Lucia, che ha riunito i presenti in un momento di preghiera, spendendo una parola di consolazione fondata sulla fede cristiana. «Nella speranza e nella preghiera che Il senso di responsabilità per la vita degli altri, faccia sì che tragedie di questa portata non accadano più», sono state le sue parole.
Successivamente, prima di deporre una corona di fiori in piazza Europa, ha preso parola il primo cittadino De Chirico, che ha ricordato con cuore affranto Albino e Donata, cittadini terlizzesi strappati tragicamente alla vita, all'affetto della famiglia e alla nostra comunità.
«Il 12 luglio 2016 rimarrà per sempre una giornata di dolore e tristezza nella storia della nostra comunità. Il disastro ferroviario sulla Andria Corato ha portato via 23 vite in un attimo lasciando dietro di sé lacrime sguardi stravolti e lamiere contorte.
In questa giornata di ricordo uniamo virtualmente le nostre braccia intorno alle famiglie delle vittime, testimoniando il nostro abbraccio solidale e costruendo una comunità sempre più unita. Le anime di coloro che sono stati persi in quella tragedia, vivranno sempre in chi li ha conosciute, amate e le porterà con sé per l'eternità» le parole di De Chirico.
Con l'auspicio che il ricordo ed il dolore intimo delle comunità maggiormente coinvolte nel disastro, non rimanga fine a se stesso, ma possa stimolare anche discorsi legati ad una sempre maggiore attenzione e sicurezza sul lavoro.
Vittime del disastro ferroviario furono tra gli altri, i terlizzesi Albino De Nicolo e Donata Pepe.
Ieri sera, 12 luglio, nell'ottica di sensibilizzare sull'accaduto e di non dimenticarlo, la comunità terlizzese, alla presenza del sindaco Michelangelo De Chirico e di gran parte dell'amministrazione comunale, si è ricongiunta poco dopo le ore 20:00, in piazza Europa, nei pressi della stazione.
Ad introdurre la serata, il sacerdote don Francesco De Lucia, che ha riunito i presenti in un momento di preghiera, spendendo una parola di consolazione fondata sulla fede cristiana. «Nella speranza e nella preghiera che Il senso di responsabilità per la vita degli altri, faccia sì che tragedie di questa portata non accadano più», sono state le sue parole.
Successivamente, prima di deporre una corona di fiori in piazza Europa, ha preso parola il primo cittadino De Chirico, che ha ricordato con cuore affranto Albino e Donata, cittadini terlizzesi strappati tragicamente alla vita, all'affetto della famiglia e alla nostra comunità.
«Il 12 luglio 2016 rimarrà per sempre una giornata di dolore e tristezza nella storia della nostra comunità. Il disastro ferroviario sulla Andria Corato ha portato via 23 vite in un attimo lasciando dietro di sé lacrime sguardi stravolti e lamiere contorte.
In questa giornata di ricordo uniamo virtualmente le nostre braccia intorno alle famiglie delle vittime, testimoniando il nostro abbraccio solidale e costruendo una comunità sempre più unita. Le anime di coloro che sono stati persi in quella tragedia, vivranno sempre in chi li ha conosciute, amate e le porterà con sé per l'eternità» le parole di De Chirico.
Con l'auspicio che il ricordo ed il dolore intimo delle comunità maggiormente coinvolte nel disastro, non rimanga fine a se stesso, ma possa stimolare anche discorsi legati ad una sempre maggiore attenzione e sicurezza sul lavoro.