A Terlizzi «oltre a referenti del clan Capriati operano i Dello Russo»
È lo scenario stilato nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia riferita al secondo semestre del 2019
lunedì 20 luglio 2020
«La presenza di gruppi di tipo mafioso che caratterizza i territori della provincia di Bari sottende ad una più delicata realtà di intrecci criminali con i grandi clan del capoluogo. Infatti le grandi "agenzie criminali" della città di Bari riescono a gestire, a largo raggio, anche i traffici illeciti nei territori di provincia».
È quanto si legge nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre del 2019. «Tale strategia di interazione criminale si esplica - è scritto a pagina 343 - attraverso fidati referenti in loco o con l'affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli comuni», mentre a Bari «il panorama delinquenziale, al pari del semestre precedente, continua a caratterizzarsi per la frammentarietà strutturale delle consorterie».
Un ridimensionamento, secondo i detective dell'Antimafia, «dovuto in larga parte all'attività condotta dalla magistratura e dalle forze di polizia». Ma quello barese resta «un fenomeno in continua evoluzione - è sottolineato a pagina 345 - caratterizzato da frequenti spaccature, anche interne, tali da far ritenere sussistente una strutturazione orizzontale, di tipo camorristico, con nuovi soggetti sempre pronti a rimpiazzare quelli decimati dall'azione di contrasto dello Stato».
Entrando più nello specifico, nell'area metropolitana di Bari restano molto attivi numerosi gruppi in contatto con quelli del capoluogo, i quali hanno piazzato fidati referenti in loco o affiliato alcuni soggetti criminali delle città di provincia. «Nei comuni a nord della città di Bari - si legge a pagina 344 - si registra la presenza di gruppi criminali riconducibili agli alleati clan Capriati e Mercante-Diomede, la cui strategia espansionistica si è evidenziata anche nelle aree più a sud».
«Nel territorio di Terlizzi, in particolare - è sottolineato a pagina 345 - oltre a referenti del clan Capriati, operano i Dello Russo in condizioni di assoluta egemonia nel settore illecito del traffico di sostanze stupefacenti, mantenendo collegamenti con elementi della criminalità di Andria, nonché con appartenenti a clan attivi nel capoluogo e nella provincia di Foggia. La presenza delle articolazioni del clan Capriati non esclude, tuttavia, il radicamento di altre strutture criminali».
Nell'ambito del processo scaturito dal blitz "Gran Bazar", il 17 dicembre 2019, i Carabinieri hanno eseguito arrestato 12 soggetti. «E proprio quell'indagine - viene rimarcato a pagina 327 - ha fatto emergere l'esistenza di un cartello criminale, composto da più gruppi autonomi legati tra loro nonché dai collegamenti con il clan Di Cosola, il quale operava in diversi comuni, fra cui Terlizzi, utilizzando canali di approvvigionamento degli stupefacenti da Cerignola e da Milano».
«A fattor comune, le cosche della provincia sono per lo più attive nel traffico di stupefacenti. In tale settore - si legge a pagina 347 - diverse sono le modalità che attestano la capacità dei gruppi di portare a termine i propri obiettivi relazionandosi anche con le consorterie albanesi. Incessante continua a essere il fenomeno dei furti e delle rapine, consumate con uso di armi e compiute con particolare efferatezza, in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori».
«Molteplici, in tutta la provincia - è scritto a pagina 348 della relazione semestrale riferita al secondo semestre del 2019 - gli episodi di danneggiamento di auto ed attività commerciali, che per le modalità e le circostanze possono assumere la caratteristica di reati spia di più diffuse attività estorsive».
È quanto si legge nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre del 2019. «Tale strategia di interazione criminale si esplica - è scritto a pagina 343 - attraverso fidati referenti in loco o con l'affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli comuni», mentre a Bari «il panorama delinquenziale, al pari del semestre precedente, continua a caratterizzarsi per la frammentarietà strutturale delle consorterie».
Un ridimensionamento, secondo i detective dell'Antimafia, «dovuto in larga parte all'attività condotta dalla magistratura e dalle forze di polizia». Ma quello barese resta «un fenomeno in continua evoluzione - è sottolineato a pagina 345 - caratterizzato da frequenti spaccature, anche interne, tali da far ritenere sussistente una strutturazione orizzontale, di tipo camorristico, con nuovi soggetti sempre pronti a rimpiazzare quelli decimati dall'azione di contrasto dello Stato».
Entrando più nello specifico, nell'area metropolitana di Bari restano molto attivi numerosi gruppi in contatto con quelli del capoluogo, i quali hanno piazzato fidati referenti in loco o affiliato alcuni soggetti criminali delle città di provincia. «Nei comuni a nord della città di Bari - si legge a pagina 344 - si registra la presenza di gruppi criminali riconducibili agli alleati clan Capriati e Mercante-Diomede, la cui strategia espansionistica si è evidenziata anche nelle aree più a sud».
«Nel territorio di Terlizzi, in particolare - è sottolineato a pagina 345 - oltre a referenti del clan Capriati, operano i Dello Russo in condizioni di assoluta egemonia nel settore illecito del traffico di sostanze stupefacenti, mantenendo collegamenti con elementi della criminalità di Andria, nonché con appartenenti a clan attivi nel capoluogo e nella provincia di Foggia. La presenza delle articolazioni del clan Capriati non esclude, tuttavia, il radicamento di altre strutture criminali».
Nell'ambito del processo scaturito dal blitz "Gran Bazar", il 17 dicembre 2019, i Carabinieri hanno eseguito arrestato 12 soggetti. «E proprio quell'indagine - viene rimarcato a pagina 327 - ha fatto emergere l'esistenza di un cartello criminale, composto da più gruppi autonomi legati tra loro nonché dai collegamenti con il clan Di Cosola, il quale operava in diversi comuni, fra cui Terlizzi, utilizzando canali di approvvigionamento degli stupefacenti da Cerignola e da Milano».
«A fattor comune, le cosche della provincia sono per lo più attive nel traffico di stupefacenti. In tale settore - si legge a pagina 347 - diverse sono le modalità che attestano la capacità dei gruppi di portare a termine i propri obiettivi relazionandosi anche con le consorterie albanesi. Incessante continua a essere il fenomeno dei furti e delle rapine, consumate con uso di armi e compiute con particolare efferatezza, in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori».
«Molteplici, in tutta la provincia - è scritto a pagina 348 della relazione semestrale riferita al secondo semestre del 2019 - gli episodi di danneggiamento di auto ed attività commerciali, che per le modalità e le circostanze possono assumere la caratteristica di reati spia di più diffuse attività estorsive».