Nessuno stop ai fuochi d'artificio della Festa Maggiore

Dopo l'esplosione della fabbrica di Modugno, il comitato sta valutando di devolvere delle somme per i famigliari delle vittime

lunedì 27 luglio 2015 8.00
Una parte del budget destinato ai fuochi della Festa Maggiore potrebbe essere devoluto in beneficienza. All'indomani dei tragici fatti avvenuti nell'azienda di fuochi pirotecnici Bruscella di Modugno, i comuni di Adelfia e Torre a mare hanno deciso di rinunciare a fuochi di artificio e diane per le loro feste patronali e di devolvere le relative somme a sostegno delle famiglie delle vittime.
Nell'era di internet e dei social network, come si sa, le notizie volano e molti cittadini terlizzesi e rappresentanti istituzionali hanno sposato l'iniziativa invitando il comitato feste a seguire le orme dei loro colleghi. Dal comitato fanno sapere che, data l'imminenza della festa, difficilmente sarà possibile mancare gli accordi già presi con le aziende che forniranno i fuochi ma che comunque si sta pensando di riservare delle somme da devolvere in beneficienza per i famigliari delle vittime.

Lo spettacolo deve andare avanti. E' giusto così. E così dev'essere. Questo è il nostro pensiero.

Comprensibili la commozione e lo stupore per lo stillicidio di vite umane letteralmente bruciate tra le macerie di una fabbrica di fuochi d'artificio. Purtuttavia quelle carni carbonizzate a Modugno non hanno nulla a che fare con le feste di popolo in piazza e con i giochi pirotecnici in cielo.

Da che mondo è mondo i giochi pirotecnici brillano nei cieli di tutto il mondo, sono una forma d'arte e un'attrazione turistica. E pazienza se a volte il lavoro e la vita di un'aziende hanno l'odore della polvere da sparo confezionata dentro candelotti: ma rimangiarsi un ordine commerciale a pochi giorni dalla consegna vorrebbe dire solo mortificare quelle stesse aziende.

Per questo riteniamo non condivisibile l'idea di fermare i fuochi d'artificio della Festa Maggiore. Nei giorni scorsi lo hanno suggerito uomini delle istituzioni come il presidente del Consiglio comunale Michele Grassi e il consigliere comunale Giuseppe Ranieri, lo hanno già deliberato altri comuni e resta comunque, ci mancherebbe, un pensiero nobile. Tuttavia, non può esserci spazio per altri sensi di colpa che non siano quelli che appartengono a chi deve occuparsi di sicurezza nei luoghi di lavoro, né si può smettere di costruire palazzi perché da qualche altra parte c'è chi precipita da un'impalcatura.

I gesti simbolici fanno solo scena e il più delle volte lasciano il tempo che trovano.