Anche un terlizzese nella banda sgominata a Bitonto
Una vera e propria centrale dello spaccio sgominata dai finanzieri
giovedì 20 ottobre 2016
13.25
C'è anche un terlizzese, P.F. , 39 anni, tra gli arrestati nella maxi operazione antidroga conclusa a Bitonto dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari alle prime luci dell'alba di questa mattina. L'uomo, di origini terlizzese, è stato arrestato in carcere, ed era parte integrante di una vera e propria centrale della droga: Venti chili di droga al mese smerciati sulla piazza di Bitonto, generando un volume di affari criminale di circa 40mila euro al mese. Le fiamme gialle hanno arrestato 11 persone e proceduto al sequestro preventivo di beni mobili, immobili, aziende e somme di denaro per un valore complessivo di oltre 750 mila euro.
Per la fase dell'approvvigionamento dello stupefacente, il gruppo criminale disponeva al suo interno di una cellula operativa che agiva sotto una apparente normalità. Vincenzo Screti e la sua compagna Rosalba Stellacci, stando a quanto accertato dagli inquirenti, erano i "responsabili della logistica" e provvedevano al materiale trasporto della droga dai luoghi di acquisto alla città di Bitonto ove veniva poi spacciata ad una clientela fidelizzata. Per sviare ogni sospetto la coppia era solita effettuare il trasporto dello stupefacente viaggiando in auto insieme al proprio figlioletto, poco più che decenne.
Le investigazioni sono state orientate anche verso la ricostruzione della filiera di approvvigionamento "a monte" dello stupefacente. Salvatore Solombrino e Cosimo Miggiano, residenti nella provincia di Lecce, sono risultati dalle indagini della Gdf i principali fornitori di sostanze stupefacenti in favore del sodalizio criminale capeggiato da Salvatore Di Cataldo. In alternativa, il sodalizio bitontino poteva contare sulle forniture del ventottenne Giuseppe Volpe, di San Severo in provincia di Foggia.
Al fine di individuare e sottrarre al sodalizio i capitali illecitamente accumulati, i finanzieri del Gico di Bari hanno eseguito apposite indagini economico patrimoniali che hanno fatto emergere l'assoluta sproporzione dei beni che gli indagati avevano a disposizione rispetto alla capacità economica ufficialmente dichiarata. Per tale ragione, unitamente alle misure personali sono stati eseguiti sequestri patrimoniali sottoponendo a vincolo cautelare beni mobili, immobili, quote societarie, quattro imprese e relativi compendi aziendali per un valore complessivo di oltre 750mila euro.
Le misure cautelari personali e reali, disposte dal Gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, traggono origine dalle indagini nei confronti di un sodalizio criminale composto, in prevalenza, da soggetti inseriti nella criminalità organizzata bitontina.
Il vertice del gruppo criminale sovrintendeva alla gestione di tutte le attività illecite del sodalizio, impegnato nella perpetrazione di condotte estorsive in danno di imprenditori che, per poter esercitare la propria attività, erano costretti al versamento di somme di denaro con cadenza periodica. Il sodalizio aveva comunque il suo "core business" nello smercio di importanti quantitativi di sostanza stupefacente sulla piazza di Bitonto.
Per la fase dell'approvvigionamento dello stupefacente, il gruppo criminale disponeva al suo interno di una cellula operativa che agiva sotto una apparente normalità. Vincenzo Screti e la sua compagna Rosalba Stellacci, stando a quanto accertato dagli inquirenti, erano i "responsabili della logistica" e provvedevano al materiale trasporto della droga dai luoghi di acquisto alla città di Bitonto ove veniva poi spacciata ad una clientela fidelizzata. Per sviare ogni sospetto la coppia era solita effettuare il trasporto dello stupefacente viaggiando in auto insieme al proprio figlioletto, poco più che decenne.
Le investigazioni sono state orientate anche verso la ricostruzione della filiera di approvvigionamento "a monte" dello stupefacente. Salvatore Solombrino e Cosimo Miggiano, residenti nella provincia di Lecce, sono risultati dalle indagini della Gdf i principali fornitori di sostanze stupefacenti in favore del sodalizio criminale capeggiato da Salvatore Di Cataldo. In alternativa, il sodalizio bitontino poteva contare sulle forniture del ventottenne Giuseppe Volpe, di San Severo in provincia di Foggia.
Al fine di individuare e sottrarre al sodalizio i capitali illecitamente accumulati, i finanzieri del Gico di Bari hanno eseguito apposite indagini economico patrimoniali che hanno fatto emergere l'assoluta sproporzione dei beni che gli indagati avevano a disposizione rispetto alla capacità economica ufficialmente dichiarata. Per tale ragione, unitamente alle misure personali sono stati eseguiti sequestri patrimoniali sottoponendo a vincolo cautelare beni mobili, immobili, quote societarie, quattro imprese e relativi compendi aziendali per un valore complessivo di oltre 750mila euro.
Le misure cautelari personali e reali, disposte dal Gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, traggono origine dalle indagini nei confronti di un sodalizio criminale composto, in prevalenza, da soggetti inseriti nella criminalità organizzata bitontina.
Il vertice del gruppo criminale sovrintendeva alla gestione di tutte le attività illecite del sodalizio, impegnato nella perpetrazione di condotte estorsive in danno di imprenditori che, per poter esercitare la propria attività, erano costretti al versamento di somme di denaro con cadenza periodica. Il sodalizio aveva comunque il suo "core business" nello smercio di importanti quantitativi di sostanza stupefacente sulla piazza di Bitonto.