Andria ricorda il poliziotto terlizzese Giuseppe Volpe
Colleghi ed amici ricorderanno il 43enne assistente capo della Polizia di Stato scomparso prematuramente lo scorso 2 agosto
martedì 25 settembre 2018
11.19
Quest'anno la ricorrenza dedicata a San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato avrà ad Andria un valore in più.
Colleghi ed amici ricorderanno Giuseppe Volpe, il 43enne assistente capo della Polizia di Stato, scomparso prematuramente lo scorso 2 agosto, con una cerimonia religiosa che sarà celebrata presso la chiesa Cattedrale di Andria, sabato 29 settembre, alle ore 18.30 dal vicario diocesano don Gianni Massaro e da don Riccardo Agresti.
Sono stati gli amici di Giuseppe a chiedere al Primo dirigente del Commissariato di P.S di Andria, di poter ricordare il loro collega il giorno della ricorrenza del Patrono della Polizia di Stato. Giuseppe vestiva quella divisa da ben 23 anni, con abnegazione e spirito di servizio, in quanto la Polizia di Stato -non una entità astratta bensì rappresentata da uomini e donne servitori dello Stato ed al servizio della collettività- era diventata per lui una seconda famiglia. Dopo un primo periodo trascorso alla Polizia di Frontiera dell'aeroporto "Malpensa" di Milano, Giuseppe era da circa sette anni ad Andria, in servizio alla squadra Volanti del Commissariato della Polizia di Stato.
Ma con la moglie Rossana e la piccola Giorgia non ci saranno solo i tanti colleghi, molti trasferiti o in pensione, che in questi anni hanno trascorso giornate mai uguali alle altre perché sempre con storie diverse da vivere, ma anche tanti cittadini che ne hanno apprezzato le doti di profonda umanità e di elevato senso del dovere, non mancando mai all'impegno per cui aveva giurato fedeltà allo Stato ed alle sue leggi.
Non solo la Polizia di Stato ma anche Andria, come hanno sottolineato tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni nel momento della scomparsa di Giuseppe, piangono un Figlio generoso e coraggioso, che fino alla fine ha voluto portare avanti il suo contribuito alla crescita civile di questa Comunità, malgrado la malattia ne minasse il fisico ma mai lo spirito.
I suoi superiori, tutti, nessuno escluso ne hanno apprezzato le non comuni doti umane e la sua perseveranza nel lavoro.
Ricordiamo quindi Giuseppe per quello che ha saputo donarci ed insieme non dimentichiamo mai quanto dobbiamo a chi ogni giorno dedica la sua opera per la sicurezza di tutti quanti noi.
Colleghi ed amici ricorderanno Giuseppe Volpe, il 43enne assistente capo della Polizia di Stato, scomparso prematuramente lo scorso 2 agosto, con una cerimonia religiosa che sarà celebrata presso la chiesa Cattedrale di Andria, sabato 29 settembre, alle ore 18.30 dal vicario diocesano don Gianni Massaro e da don Riccardo Agresti.
Sono stati gli amici di Giuseppe a chiedere al Primo dirigente del Commissariato di P.S di Andria, di poter ricordare il loro collega il giorno della ricorrenza del Patrono della Polizia di Stato. Giuseppe vestiva quella divisa da ben 23 anni, con abnegazione e spirito di servizio, in quanto la Polizia di Stato -non una entità astratta bensì rappresentata da uomini e donne servitori dello Stato ed al servizio della collettività- era diventata per lui una seconda famiglia. Dopo un primo periodo trascorso alla Polizia di Frontiera dell'aeroporto "Malpensa" di Milano, Giuseppe era da circa sette anni ad Andria, in servizio alla squadra Volanti del Commissariato della Polizia di Stato.
Ma con la moglie Rossana e la piccola Giorgia non ci saranno solo i tanti colleghi, molti trasferiti o in pensione, che in questi anni hanno trascorso giornate mai uguali alle altre perché sempre con storie diverse da vivere, ma anche tanti cittadini che ne hanno apprezzato le doti di profonda umanità e di elevato senso del dovere, non mancando mai all'impegno per cui aveva giurato fedeltà allo Stato ed alle sue leggi.
Non solo la Polizia di Stato ma anche Andria, come hanno sottolineato tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni nel momento della scomparsa di Giuseppe, piangono un Figlio generoso e coraggioso, che fino alla fine ha voluto portare avanti il suo contribuito alla crescita civile di questa Comunità, malgrado la malattia ne minasse il fisico ma mai lo spirito.
I suoi superiori, tutti, nessuno escluso ne hanno apprezzato le non comuni doti umane e la sua perseveranza nel lavoro.
Ricordiamo quindi Giuseppe per quello che ha saputo donarci ed insieme non dimentichiamo mai quanto dobbiamo a chi ogni giorno dedica la sua opera per la sicurezza di tutti quanti noi.