Annullata la richiesta di arresto ai domiciliari per Antonio Azzollini
La Suprema Corte ha accolto il ricorso del senatore molfettese
giovedì 19 novembre 2015
11.49
La richiesta di arresto ai domiciliari per il senatore Antonio Azzollini, nell'ambito della inchiesta Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, è stata annullata. La V sezione penale della Cassazione di Roma (massimo organo giurisdizionale in Italia), ha accolto il ricorso del senatore molfettese contro la decisione del Tribunale del riesame di Bari che aveva accolto la richiesta della misura cautelare da parte della Procura di Trani lo scorso 10 giugno. Richiesta avanzata nell'ambito dell'indagine sulla casa di cura Divina Provvidenza.
Le motivazioni del verdetto emesso ieri dalla Cassazione verranno rese note entro un mese: da queste sarà possibile capire quali punti, secondo i supremi giudici, devono essere di nuovo vagliati dal riesame. Il 29 luglio scorso, il Senato aveva respinto la richiesta di arresti domiciliari che il gip di Trani aveva avanzato nei confronti di Azzollini.
"Tutti noi - ha commentato Renato Schifani - abbiamo vissuto ntensamente questo procedimento. Il Parlamento in passato ha obbedito a logiche di partito" ma, ricorda Schifani, in occasione del voto sulla vicenda Azzollini lo scorso luglio "cio' non e' avvenuto. Noi - aggiunge - siamo per il rispetto delle regole e questo momento segna un punto di maggiore autonomia e credibilita' di questo Parlamento, che ha condiviso il giudizio suprema Corte. Evidentemente - conclude - vi era del fumus".
Le motivazioni del verdetto emesso ieri dalla Cassazione verranno rese note entro un mese: da queste sarà possibile capire quali punti, secondo i supremi giudici, devono essere di nuovo vagliati dal riesame. Il 29 luglio scorso, il Senato aveva respinto la richiesta di arresti domiciliari che il gip di Trani aveva avanzato nei confronti di Azzollini.
"Tutti noi - ha commentato Renato Schifani - abbiamo vissuto ntensamente questo procedimento. Il Parlamento in passato ha obbedito a logiche di partito" ma, ricorda Schifani, in occasione del voto sulla vicenda Azzollini lo scorso luglio "cio' non e' avvenuto. Noi - aggiunge - siamo per il rispetto delle regole e questo momento segna un punto di maggiore autonomia e credibilita' di questo Parlamento, che ha condiviso il giudizio suprema Corte. Evidentemente - conclude - vi era del fumus".