Assalto al Postamat, 20mila euro il bottino
Almeno 3 i banditi fuggiti a bordo di un veicolo di grossa cilindrata
mercoledì 18 maggio 2016
12.59
Ore 01.30: un boato squarcia Terlizzi. Forzato l'ingresso principale, oscurate da alcuni teli le telecamere di videosorveglianza, sventrato con l'esplosivo lo sportello Postamat dell'ufficio postale di via Legnago, una traversa di viale Roma. Poi il fumo a coprire la fuga dei banditi con un bottino che ammonta a 20mila euro.
La deflagrazione, molto probabilmente innescata attraverso l'utilizzo della tecnica della "marmotta", ovvero un parallelepipedo in ferro riempito di polvere pirica, delle esatte dimensioni dell'apertura, che è stato inserito con l'aiuto di un palanco all'interno dell'ATM per poi andare «sotto», frase in codice per indicare l'innesco e quindi l'esplosione, ha distrutto lo sportello Postamat e devastato i locali interni della struttura.
Un ordigno esplosivo improvvisato, ma molto ingegnoso: ormai in tutta Italia le bande utilizzano sempre di meno l'acetilene, poco controllabile, preferendo una miscela, che gli investigatori definiscono «micidiale» e che esplode in un tempo stabilito, se innescato con una semplice spina elettrica e batterie ricavate ad esempio dai trapani. Tutto è durato pochissimi minuti: la deflagrazione è stata potentissima e ha distrutto lo sportello automatico.
L'esplosione è stata udita nettamente. La banda, dopo essersi impossessata dei contanti custoditi nel dispositivo automatico, è stata vista fuggire a bordo di un veicolo di grossa cilindrata: erano in tre, a volto coperto, visto che a coprirli c'era non poco trambusto e soprattutto fumo. Poi l'intervento dell'IVRI, le chiamate al 112 e sul posto sono arrivati i Carabinieri della locale Tenenza seguiti dai militari della Compagnia di Molfetta.
I ladri sono fuggiti con un bottino che, secondo le prime stime, ammonterebbe a circa 20mila euro. In queste ore, gli inquirenti, diretti dal capitano Vito Ingrosso, hanno acquisito le riprese filmate del sistema di videosorveglianza interno ed esterno dell'ufficio postale, stanno verificando la presenza di eventuali telecamere nella zona, alla ricerca di nuovi elementi utili alle indagini.
Infine si attendono risposte dalle analisi tecnico-scientifiche effettuate dalla Sezione Investigazioni Scientifiche: questa attività d'indagine potrebbe rivelarsi fondamentale per risalire con esattezza al tipo di esplosivo utilizzato dai malviventi e per capire se si tratta della stessa banda che agisce con frequenza in terra di Bari.
La deflagrazione, molto probabilmente innescata attraverso l'utilizzo della tecnica della "marmotta", ovvero un parallelepipedo in ferro riempito di polvere pirica, delle esatte dimensioni dell'apertura, che è stato inserito con l'aiuto di un palanco all'interno dell'ATM per poi andare «sotto», frase in codice per indicare l'innesco e quindi l'esplosione, ha distrutto lo sportello Postamat e devastato i locali interni della struttura.
Un ordigno esplosivo improvvisato, ma molto ingegnoso: ormai in tutta Italia le bande utilizzano sempre di meno l'acetilene, poco controllabile, preferendo una miscela, che gli investigatori definiscono «micidiale» e che esplode in un tempo stabilito, se innescato con una semplice spina elettrica e batterie ricavate ad esempio dai trapani. Tutto è durato pochissimi minuti: la deflagrazione è stata potentissima e ha distrutto lo sportello automatico.
L'esplosione è stata udita nettamente. La banda, dopo essersi impossessata dei contanti custoditi nel dispositivo automatico, è stata vista fuggire a bordo di un veicolo di grossa cilindrata: erano in tre, a volto coperto, visto che a coprirli c'era non poco trambusto e soprattutto fumo. Poi l'intervento dell'IVRI, le chiamate al 112 e sul posto sono arrivati i Carabinieri della locale Tenenza seguiti dai militari della Compagnia di Molfetta.
I ladri sono fuggiti con un bottino che, secondo le prime stime, ammonterebbe a circa 20mila euro. In queste ore, gli inquirenti, diretti dal capitano Vito Ingrosso, hanno acquisito le riprese filmate del sistema di videosorveglianza interno ed esterno dell'ufficio postale, stanno verificando la presenza di eventuali telecamere nella zona, alla ricerca di nuovi elementi utili alle indagini.
Infine si attendono risposte dalle analisi tecnico-scientifiche effettuate dalla Sezione Investigazioni Scientifiche: questa attività d'indagine potrebbe rivelarsi fondamentale per risalire con esattezza al tipo di esplosivo utilizzato dai malviventi e per capire se si tratta della stessa banda che agisce con frequenza in terra di Bari.