Aurora boreale e crisi climatica: esistono davvero delle correlazioni?
Non sono certe, e di sicuro non c’entra nulla con l’apparizione del fenomeno sui cieli italiani
martedì 12 dicembre 2023
10.20
L'aurora boreale è un fenomeno atmosferico spettacolare causato dall'interazione tra particelle cariche provenienti dal vento solare e i gas presenti nell'atmosfera terrestre. Questo spettacolo di luci danzanti è principalmente osservabile nelle regioni polari, come l'Artico.
Solitamente l'aurora boreale può essere dunque ammirata esclusivamente in alcuni paesi (in queste previsioni sull'aurora boreale per dicembre 2023 curate dall'agenzia Stograntour, tra le più autorevoli del settore, vengono citati) ed è per questo che le notizie riguardanti il suo avvistamento in Italia e in Francia hanno scatenato subito l'ipotesi di un fenomeno anomalo legato in qualche modo al cambiamento climatico.
Ma è davvero così? Scopriamo di più a proposito.
Il cambiamento climatico influisce sull'aurora boreale?
Diciamo subito che la crisi climatica, accettata dalla maggioranza degli scienziati, è principalmente guidata dall'aumento delle emissioni di gas serra, come anidride carbonica e metano, nell'atmosfera. Questi gas contribuiscono al riscaldamento globale e causano cambiamenti significativi nei modelli meteorologici, nell'acidificazione degli oceani e nell'innalzamento del livello del mare.
La sera dello scorso 5 novembre, l'Italia ha avuto il privilegio di assistere all'apparizione di un'aurora boreale, di solito confinata alle regioni polari, che ha dipinto i cieli italiani di un rosso acceso. In un'intervista a Fanpage, il professor Paolo De Bernardis, astrofisico e docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma, ha spiegato il motivo dietro l'insolito avvenimento.
De Bernardis ha affermato che l'aurora boreale "tricolore" è stata generata da un flusso di vento solare innescato da un'espulsione di massa coronale, una CME, evento comune quando ci avviciniamo al massimo del ciclo solare, atteso per il 2025. Queste CME sono esplosioni di particelle cariche dal Sole che, se dirette verso la Terra, interagiscono col nostro campo magnetico, generando l'aurora boreale. L'evento del 5 novembre è stato causato da una tempesta geomagnetica di Classe 3.
Il motivo per cui l'aurora è stata visibile in Italia, una regione normalmente al di fuori delle aree di avvistamento, è legato alla direzione della CME: le particelle, infatti, erano orientate verso l'Italia, il che ha reso possibile lo spettacolo anche nelle regioni meridionali come la Puglia.
Il professore ha comunque rassicurato sul fatto che tali eventi, seppur rari nelle nostre latitudini, non dovrebbero destare preoccupazione, a parte qualche disturbo alle reti elettriche e di comunicazione, ma soprattutto che i cambiamenti climatici, in questo caso specifico, non sono coinvolti.
C'è comunque da sottolineare che il cambiamento climatico può influenzare la densità dell'atmosfera superiore, dove si verifica l'aurora boreale. Variazioni nella composizione atmosferica possono avere effetti sulla propagazione delle onde elettromagnetiche, influenzando così la visibilità dell'aurora.
Inoltre, l'innalzamento del livello del mare causato dalla crisi climatica potrebbe avere impatti sulle correnti oceaniche, che a loro volta influenzano il campo magnetico terrestre. L'aurora boreale è strettamente legata al campo magnetico terrestre, e anche piccole variazioni possono influenzare la forma e l'intensità delle luci.
La connessione tra crisi climatica e aurora boreale è comunque argomento complesso e ancora oggetto di ricerca scientifica.
In conclusione
L'aurora boreale che ha incantato l'Italia il 5 novembre 2023 è stata un fenomeno eccezionale legato all'attività solare, ma senza alcuna correlazione diretta con la crisi climatica. L'evento ha offerto uno spettacolo unico, alimentato dalla danza delle particelle cariche provenienti dal Sole, regalandoci un assaggio di bellezza al di fuori delle usuali regioni settentrionali.
Mentre il legame diretto tra crisi climatica e aurora boreale potrebbe non essere così evidente, gli effetti indiretti meritano sicuramente ulteriori indagini scientifiche. La comprensione di queste connessioni può aiutarci a valutare meglio l'impatto globale dei cambiamenti climatici e a sviluppare strategie per preservare il nostro prezioso ecosistema, a partire dal nostro comportamento di tutti i giorni per finire con le strategie energetiche ed economiche mondiali.
PUBBLIREDAZIONALE
Solitamente l'aurora boreale può essere dunque ammirata esclusivamente in alcuni paesi (in queste previsioni sull'aurora boreale per dicembre 2023 curate dall'agenzia Stograntour, tra le più autorevoli del settore, vengono citati) ed è per questo che le notizie riguardanti il suo avvistamento in Italia e in Francia hanno scatenato subito l'ipotesi di un fenomeno anomalo legato in qualche modo al cambiamento climatico.
Ma è davvero così? Scopriamo di più a proposito.
Il cambiamento climatico influisce sull'aurora boreale?
Diciamo subito che la crisi climatica, accettata dalla maggioranza degli scienziati, è principalmente guidata dall'aumento delle emissioni di gas serra, come anidride carbonica e metano, nell'atmosfera. Questi gas contribuiscono al riscaldamento globale e causano cambiamenti significativi nei modelli meteorologici, nell'acidificazione degli oceani e nell'innalzamento del livello del mare.
La sera dello scorso 5 novembre, l'Italia ha avuto il privilegio di assistere all'apparizione di un'aurora boreale, di solito confinata alle regioni polari, che ha dipinto i cieli italiani di un rosso acceso. In un'intervista a Fanpage, il professor Paolo De Bernardis, astrofisico e docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma, ha spiegato il motivo dietro l'insolito avvenimento.
De Bernardis ha affermato che l'aurora boreale "tricolore" è stata generata da un flusso di vento solare innescato da un'espulsione di massa coronale, una CME, evento comune quando ci avviciniamo al massimo del ciclo solare, atteso per il 2025. Queste CME sono esplosioni di particelle cariche dal Sole che, se dirette verso la Terra, interagiscono col nostro campo magnetico, generando l'aurora boreale. L'evento del 5 novembre è stato causato da una tempesta geomagnetica di Classe 3.
Il motivo per cui l'aurora è stata visibile in Italia, una regione normalmente al di fuori delle aree di avvistamento, è legato alla direzione della CME: le particelle, infatti, erano orientate verso l'Italia, il che ha reso possibile lo spettacolo anche nelle regioni meridionali come la Puglia.
Il professore ha comunque rassicurato sul fatto che tali eventi, seppur rari nelle nostre latitudini, non dovrebbero destare preoccupazione, a parte qualche disturbo alle reti elettriche e di comunicazione, ma soprattutto che i cambiamenti climatici, in questo caso specifico, non sono coinvolti.
C'è comunque da sottolineare che il cambiamento climatico può influenzare la densità dell'atmosfera superiore, dove si verifica l'aurora boreale. Variazioni nella composizione atmosferica possono avere effetti sulla propagazione delle onde elettromagnetiche, influenzando così la visibilità dell'aurora.
Inoltre, l'innalzamento del livello del mare causato dalla crisi climatica potrebbe avere impatti sulle correnti oceaniche, che a loro volta influenzano il campo magnetico terrestre. L'aurora boreale è strettamente legata al campo magnetico terrestre, e anche piccole variazioni possono influenzare la forma e l'intensità delle luci.
La connessione tra crisi climatica e aurora boreale è comunque argomento complesso e ancora oggetto di ricerca scientifica.
In conclusione
L'aurora boreale che ha incantato l'Italia il 5 novembre 2023 è stata un fenomeno eccezionale legato all'attività solare, ma senza alcuna correlazione diretta con la crisi climatica. L'evento ha offerto uno spettacolo unico, alimentato dalla danza delle particelle cariche provenienti dal Sole, regalandoci un assaggio di bellezza al di fuori delle usuali regioni settentrionali.
Mentre il legame diretto tra crisi climatica e aurora boreale potrebbe non essere così evidente, gli effetti indiretti meritano sicuramente ulteriori indagini scientifiche. La comprensione di queste connessioni può aiutarci a valutare meglio l'impatto globale dei cambiamenti climatici e a sviluppare strategie per preservare il nostro prezioso ecosistema, a partire dal nostro comportamento di tutti i giorni per finire con le strategie energetiche ed economiche mondiali.
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