Bufera sul PalaFiori, Città Civile: «un vero affare per gli amici degli amici»
Il movimento civico attacca l'Amministrazione per la gestione della struttura sportiva
giovedì 5 marzo 2020
Sono alquanto aspre le critiche mosse da Città Civile nei confronti della gestione del Palafiori, la quale viene definita dal movimento civico «un vero affare per gli amici degli amici».
È contestata, innanzitutto, la scelta a monte dell'amministrazione comunale di non aver badato direttamente alla gestione della struttura sportiva, rinunciando a garantire «prezzi più bassi per le società e famiglie e migliore fruizione da parte dei ragazzi terlizzesi», e di aver deciso, al contrario, di seguire una procedura ad evidenza pubblica per individuare il gestore privato.
Altro biasimo concerne la partecipazione alla gara di un' ATI (Associazione temporanea d'imprese) composta da ben sette società sportive delle quali sei sono ruvesi e soltanto una terlizzese. Secondo Città Civile «Questo agglomerato di società sportive fiuta l'affare e vince la gara e ora gestisce il PalaFiori».
Diversi sono i punti in cui si articola «l'affare» secondo gli aderenti. Il primo riguarda il canone piuttosto esiguo che il gestore deve versare. Seimila euro all'anno, come risulta dal'art. 3 della convenzione, che ripartiti per dodici mesi diventano cinquecento euro al mese. «Quanto un fitto di un appartamento di periferia per utilizzare una mega struttura nuovissima».
L'aspetto più grave, tuttavia, emerge dai dati in possesso del movimento civico secondo i quali il gestore nell'anno 2019 ha versato nelle casse comunali soltanto 2.700 euro nel mese di ottobre scorso, a fronte dei seimila euro fissati. Con l'ulteriore precisazione che la somma di seimila euro avrebbe potuto dilazionarsi solamente in due rate semestrali, entro il 30 giugno la prima ed entro il 31 dicembre la seconda.
Inoltre, stando ai documenti, il gestore ha il compito di occuparsi dei costi delle utenze e sarebbe stato a suo carico effettuare la voltura delle stesse entro 30 giorni dalla stipula della convenzione. «È stato fatto? A noi risulta di no».
Allo stesso modo non risulta che il gestore finora abbia provveduto, come da atti, alla manutenzione ordinaria del Palafiori, ovvero operazioni di pitturazione annuale dei bagni e degli spogliatoi, sostituzione annuale della rubinetteria, manutenzione annuale dell'impianto elettrico.
Infine, rientra tra gli obblighi del gestore pure quello di presentare un'apposita relazione sulle attività espletate oltre che sulla rendicontazione economica entro aprile di ogni anno. Ma Città Civile afferma che non c'è nessuna traccia di documenti di tal tipo.
«È un affare o no la gestione del Palafiori per questi signori? Chi controlla? Chi tutela gli interessi dei ragazzi terlizzesi?», domanda in conclusione il movimento civico, «Pare ci siano gli estremi di una risoluzione per inadempimento. Ci pare che ci siano gli spazi per un ripensamento del modo di gestire la struttura che è stata costruita con i soldi dei terlizzesi. Crediamo ci sia la possibilità di individuare modelli di gestione che tutelino meglio gli interessi dei ragazzi di Terlizzi».
È contestata, innanzitutto, la scelta a monte dell'amministrazione comunale di non aver badato direttamente alla gestione della struttura sportiva, rinunciando a garantire «prezzi più bassi per le società e famiglie e migliore fruizione da parte dei ragazzi terlizzesi», e di aver deciso, al contrario, di seguire una procedura ad evidenza pubblica per individuare il gestore privato.
Altro biasimo concerne la partecipazione alla gara di un' ATI (Associazione temporanea d'imprese) composta da ben sette società sportive delle quali sei sono ruvesi e soltanto una terlizzese. Secondo Città Civile «Questo agglomerato di società sportive fiuta l'affare e vince la gara e ora gestisce il PalaFiori».
Diversi sono i punti in cui si articola «l'affare» secondo gli aderenti. Il primo riguarda il canone piuttosto esiguo che il gestore deve versare. Seimila euro all'anno, come risulta dal'art. 3 della convenzione, che ripartiti per dodici mesi diventano cinquecento euro al mese. «Quanto un fitto di un appartamento di periferia per utilizzare una mega struttura nuovissima».
L'aspetto più grave, tuttavia, emerge dai dati in possesso del movimento civico secondo i quali il gestore nell'anno 2019 ha versato nelle casse comunali soltanto 2.700 euro nel mese di ottobre scorso, a fronte dei seimila euro fissati. Con l'ulteriore precisazione che la somma di seimila euro avrebbe potuto dilazionarsi solamente in due rate semestrali, entro il 30 giugno la prima ed entro il 31 dicembre la seconda.
Inoltre, stando ai documenti, il gestore ha il compito di occuparsi dei costi delle utenze e sarebbe stato a suo carico effettuare la voltura delle stesse entro 30 giorni dalla stipula della convenzione. «È stato fatto? A noi risulta di no».
Allo stesso modo non risulta che il gestore finora abbia provveduto, come da atti, alla manutenzione ordinaria del Palafiori, ovvero operazioni di pitturazione annuale dei bagni e degli spogliatoi, sostituzione annuale della rubinetteria, manutenzione annuale dell'impianto elettrico.
Infine, rientra tra gli obblighi del gestore pure quello di presentare un'apposita relazione sulle attività espletate oltre che sulla rendicontazione economica entro aprile di ogni anno. Ma Città Civile afferma che non c'è nessuna traccia di documenti di tal tipo.
«È un affare o no la gestione del Palafiori per questi signori? Chi controlla? Chi tutela gli interessi dei ragazzi terlizzesi?», domanda in conclusione il movimento civico, «Pare ci siano gli estremi di una risoluzione per inadempimento. Ci pare che ci siano gli spazi per un ripensamento del modo di gestire la struttura che è stata costruita con i soldi dei terlizzesi. Crediamo ci sia la possibilità di individuare modelli di gestione che tutelino meglio gli interessi dei ragazzi di Terlizzi».