Carlo Calenda, sì a Scalfarotto e no ad Emiliano: «Tra i peggiori populisti»

Il leader di Azione: «Il governo? Bravissime persone, ma semplicemente non hanno mai gestito nulla»

venerdì 31 luglio 2020 17.57
«Io non credo si possano costringere i pugliesi a scegliere tra l'eterno ritorno di Fitto e un nuovo mandato di Emiliano. Ma perché?». È intervenuto così il leader nazionale di Azione, Carlo Calenda, durante un incontro, tenutosi a Bari con il mondo delle imprese, nel quale ha ufficializzato il suo sostegno ad Ivan Scalfarotto, candidato alla Presidenza della Regione Puglia in coalizione con ItaliaViva, Azione e +Europa.
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«La Puglia – ha detto Calenda – è la regione che più di tutte ha dimostrato di avere un tessuto imprenditoriale ed anche creativo molto forte. È per questo che deve essere liberata dal governo di Emiliano. Uno dei peggiori populisti che si aggira per l'Italia» lo ha definito Carlo Calenda.

In Puglia, dunque, Azione sosterrà la candidatura di Scalfarotto, esponente di ItaliaViva. Un partito, quello fondato da Matteo Renzi, con il quale tuttavia Calenda ha ribadito più volte di non voler costruire nessuna intesa a livello nazionale. «Questo vuol dire che Ivan Scalfarotto è bravoironizza Calenda – È l'unico che è riuscito a convincermi. Stiamo parlando di una persona che ha una dimensione internazionale e penso che questo sia fondamentale per la Puglia».

Nette anche le distanze dal governo giallo-rosso che ha dimostrato, dice il leader di Azione, di non essere in grado di gestire i bisogni del Paese. «Il governo ha fatto misure che non funzionano, dimostrando che non conosce il mondo delle imprese e il mondo del lavoro. Del resto è così perché sono tutte bravissime persone, ma semplicemente non hanno mai gestito nulla».

Ed è di una politica che rimetta al centro il lavoro e non l'assistenzialismo che ha bisogno il mondo delle imprese, ha evidenziato, invece, il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana.

«È un fallimento politico molto grave». Questo il giudizio di Ivan Scalfarotto sulla mancata approvazione da parte del Consiglio regionale pugliese della modifica alla legge elettorale che rispetti la parità di genere. «È una cosa indegna», rilancia Carlo Calenda.