Caro Di Tria ti scrivo....
Quello che un uomo pubblico non dovrebbe mai fare è fingere sconcerto perché un organo di informazione abbia fatto bene il suo mestiere
martedì 24 marzo 2015
7.21
Non conosco bene il consigliere comunale Vincenzo Di Tria. Ci siamo sentiti telefonicamente diversi mesi fa, ci eravamo ripromessi un caffè per conoscerci di persona, e tuttavia mi è sembrato, così, a naso, persona intelligente ed equilibrata.
Quando sono stato chiamato a dirigere TerlizziViva.it avevo chiesto all'ex sindaco della città qualche dritta per comprendere meglio lo scenario politico locale, qualche "soffiata" proprio sul caso Censum e sulle persone che potessero essere eventualmente coinvolte o interessate (in quei giorni ci era piombata addosso la notizia del sequestro da parte della Guardia di Finanza proprio nei confronti - guarda caso - della dirigente del Settore Finanziario del comune di Terlizzi Francesca Panzini). Volevo, insomma, capire e raccontare quello che stava succedendo. E nel frattempo, in attesa di prenderci quel caffè, gli avevo pure ribadito - così come peraltro ho fatto con gli altri rappresentanti delle forze politiche cittadine - la disponibilità del nostro giornale a ospitare tutti i diversi punti di vista, anche il suo.
Questo, da che mondo è mondo, fa un giornalista. E' il nostro lavoro di ogni giorno: agganciare le fonti, indagare, documentarsi, registrare quello che gli altri non sanno ancora, analizzare, comprendere, raccontare fatti e opinioni. In una parola, informare. Non è facile, chi ci riesce è bravo.
Quello che un uomo pubblico non dovrebbe mai fare, invece, è stupirsi di tutto questo, fingere sconcerto perché un organo di informazione abbia fatto bene il suo mestiere pubblicando informazioni di cui altri (persino un consigliere comunale - addirittura!) erano all'oscuro.
Allora sorvoliamo pure su quel candidato del quale non ho il piacere di conoscere nemmeno la voce, come si chiama? Coviello?, il quale insulta gratuitamente il nostro giornale e le persone che vi lavorano. Ma da uno con l'esperienza di Di Tria mi sarei aspettato di meglio che non una gratuita strumentalizzazione del lavoro altrui come scorciatoia per la sua (legittima) battaglia politica.
Quella sua nota stampa in cui addita un mio collaboratore, un redattore di TerlizziViva.it, pubblicata dai colleghi di TerlizziLive e TerlizziNews (e su questo preferisco astenermi dal fare commenti), noi non l'abbiamo mai ricevuta (così come ci capita - con una costanza scientifica - di non ricevere le note ufficiali di alcune forze politiche di opposizione che invece siamo e saremo sempre lieti di pubblicare). Scelta - lo dico con tutto rispetto per Di Tria - quantomeno poco elegante.
Ma, tant'è.
Di certo noi, da questa parte, non perderemo il sonno per così poco. Né smetteremo di portare rispetto nei confronti di tutti, ovviamente anche nei confronti di Di Tria e del lavoro che come consigliere comunale egli svolge a servizio della città di Terlizzi. Fiduciosi che le persone intelligenti sappiano giudicare le altre persone per il lavoro che svolgono, senza dover ricorrere a un'etichetta qualunque.
Cosimo de Gioia
Quando sono stato chiamato a dirigere TerlizziViva.it avevo chiesto all'ex sindaco della città qualche dritta per comprendere meglio lo scenario politico locale, qualche "soffiata" proprio sul caso Censum e sulle persone che potessero essere eventualmente coinvolte o interessate (in quei giorni ci era piombata addosso la notizia del sequestro da parte della Guardia di Finanza proprio nei confronti - guarda caso - della dirigente del Settore Finanziario del comune di Terlizzi Francesca Panzini). Volevo, insomma, capire e raccontare quello che stava succedendo. E nel frattempo, in attesa di prenderci quel caffè, gli avevo pure ribadito - così come peraltro ho fatto con gli altri rappresentanti delle forze politiche cittadine - la disponibilità del nostro giornale a ospitare tutti i diversi punti di vista, anche il suo.
Questo, da che mondo è mondo, fa un giornalista. E' il nostro lavoro di ogni giorno: agganciare le fonti, indagare, documentarsi, registrare quello che gli altri non sanno ancora, analizzare, comprendere, raccontare fatti e opinioni. In una parola, informare. Non è facile, chi ci riesce è bravo.
Quello che un uomo pubblico non dovrebbe mai fare, invece, è stupirsi di tutto questo, fingere sconcerto perché un organo di informazione abbia fatto bene il suo mestiere pubblicando informazioni di cui altri (persino un consigliere comunale - addirittura!) erano all'oscuro.
Allora sorvoliamo pure su quel candidato del quale non ho il piacere di conoscere nemmeno la voce, come si chiama? Coviello?, il quale insulta gratuitamente il nostro giornale e le persone che vi lavorano. Ma da uno con l'esperienza di Di Tria mi sarei aspettato di meglio che non una gratuita strumentalizzazione del lavoro altrui come scorciatoia per la sua (legittima) battaglia politica.
Quella sua nota stampa in cui addita un mio collaboratore, un redattore di TerlizziViva.it, pubblicata dai colleghi di TerlizziLive e TerlizziNews (e su questo preferisco astenermi dal fare commenti), noi non l'abbiamo mai ricevuta (così come ci capita - con una costanza scientifica - di non ricevere le note ufficiali di alcune forze politiche di opposizione che invece siamo e saremo sempre lieti di pubblicare). Scelta - lo dico con tutto rispetto per Di Tria - quantomeno poco elegante.
Ma, tant'è.
Di certo noi, da questa parte, non perderemo il sonno per così poco. Né smetteremo di portare rispetto nei confronti di tutti, ovviamente anche nei confronti di Di Tria e del lavoro che come consigliere comunale egli svolge a servizio della città di Terlizzi. Fiduciosi che le persone intelligenti sappiano giudicare le altre persone per il lavoro che svolgono, senza dover ricorrere a un'etichetta qualunque.
Cosimo de Gioia