Caso Censum: a gennaio 2022 prima udienza in Corte d'appello di Bari
Vito Redavid e Francesca Panzini imputati per peculato. Comune di Terlizzi e Città Civile parti civili
giovedì 25 novembre 2021
Ancora risvolti processuali sulla vicenda Censum spa, la società di gestione in concessione della riscossione delle entrate pubbliche operante in passato a Terlizzi, in merito alle tristemente note "cartelle pazze". Il prossimo 13 gennaio 2022, infatti, dovranno comparire in udienza, in III Sezione penale della Corte d'appello di Bari, gli imputati Vito Redavid e Francesca Panzini, condannati entrambi in primo grado per peculato e interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
Precisamente, nel gennaio 2019 il Tribunale di Trani aveva stabilito che Redavid, legale rappresentante della Censum, fosse condannato a 5 anni di reclusione, perché ritenuto colpevole del reato di peculato continuato in concorso. Panzini, quale dirigente del I settore affari economici presso il Comune di Terlizzi, era stata invece condannata alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, perché ritenuta colpevole dei reati di peculato continuato in concorso e di abuso di ufficio continuato.
La sentenza aveva anche ordinato la confisca per equivalente superiore a 1 milione di euro, costituente profitto di reato di peculato continuato, da eseguirsi in solido sui beni nella disponibilità di Redavid e Panzini.
Era stato previsto pure un risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili. In particolare, a Redavid era stato ascritto il risarcimento nei confronti del Comune di Terlizzi e del movimento politico Città Civile. Panzini, invece, avrebbe dovuto provvedere a risarcire i danni solamente a Città Civile.
All'udienza d'appello del prossimo gennaio sono state convocate anche le parti civili: per l'appunto il Comune di Terlizzi solamente per Redavid e Città Civile per entrambi gli imputati.
«Il movimento Città Civile è ancora impegnato sul fronte tributi, nonostante il disinteresse della maggior parte della politica locale. Il caso Censum resta una delle pagine più grigie degli ultimi anni per Terlizzi», rendono noto con una nota stampa gli aderenti del movimento civico, «Il tempo è galantuomo, verità e giustizia saranno fatte. Agli imputati auguriamo di essere assolti e/o di chiudere presto queste drammatiche vicende che sono anche personali».
Precisamente, nel gennaio 2019 il Tribunale di Trani aveva stabilito che Redavid, legale rappresentante della Censum, fosse condannato a 5 anni di reclusione, perché ritenuto colpevole del reato di peculato continuato in concorso. Panzini, quale dirigente del I settore affari economici presso il Comune di Terlizzi, era stata invece condannata alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, perché ritenuta colpevole dei reati di peculato continuato in concorso e di abuso di ufficio continuato.
La sentenza aveva anche ordinato la confisca per equivalente superiore a 1 milione di euro, costituente profitto di reato di peculato continuato, da eseguirsi in solido sui beni nella disponibilità di Redavid e Panzini.
Era stato previsto pure un risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili. In particolare, a Redavid era stato ascritto il risarcimento nei confronti del Comune di Terlizzi e del movimento politico Città Civile. Panzini, invece, avrebbe dovuto provvedere a risarcire i danni solamente a Città Civile.
All'udienza d'appello del prossimo gennaio sono state convocate anche le parti civili: per l'appunto il Comune di Terlizzi solamente per Redavid e Città Civile per entrambi gli imputati.
«Il movimento Città Civile è ancora impegnato sul fronte tributi, nonostante il disinteresse della maggior parte della politica locale. Il caso Censum resta una delle pagine più grigie degli ultimi anni per Terlizzi», rendono noto con una nota stampa gli aderenti del movimento civico, «Il tempo è galantuomo, verità e giustizia saranno fatte. Agli imputati auguriamo di essere assolti e/o di chiudere presto queste drammatiche vicende che sono anche personali».