Caso Censum: assolta definitivamente la dirigente Francesca Panzini dalla Corte dei Conti
La decisione è arrivata da Roma il 14 novembre scorso
lunedì 25 novembre 2019
La dirigente Francesca Panzini assolta definitivamente dalla Corte di Conti in quello che può essere definito l'ultimo capitolo del caso Censum. La responsabile dei Servizi Finanziari del Comune di Terlizzi è stata assolta, in appello nel procedimento che la vedeva implicata per l'affidamento di alcuni servizi di accertamento e liquidazione di TARSU e ICI alla Censum Spa.
La sentenza è definitiva e pone fine, sotto il profilo contabile, a una vicenda che ha fatto molto discutere e che ha avuto pesantissimi strascichi politici con le opposizioni di centrosinistra tutte all'attacco della dirigente Panzini e dell'attuale Amministrazione comunale (nonostante i fatti si riferiscano al periodo 2007-2010).
Il comportamento della Panzini, riconoscono oggi i giudici, fu in linea con gli indirizzi espressi dal Consiglio comunale dell'epoca e tutti gli atti di affidamento di servizi extra alla Censum SpA non comportarono alcun danno erariale al Comune di Terlizzi.
E non manca una dura stoccata alla Procura Generale titolare dell'indagine che aveva addebitato alla dirigente un danno erariale stimato in oltre 219 mila euro in modo — ammettono oggi i giudici contabili — «estremamente sintetico, al limite dell'apodittico». Il caso, come è noto, riguarda fatti avvenuti tra il 2008 al 2010. In particolare, Francesca Panzini era accusata di aver firmato alcune liquidazioni a favore della Censum SpA (già concessionaria della gestione dei tributi comunali) per taluni servizi supplettivi tra cui la formazione del ruolo ordinario per la TARSU 2007, 2008 e 20010 e le attività di stampa e rendicontazione ICI 2009. Secondo l'accusa, mossale inizialmente, quei servizi non dovevano essere pagati a parte, in quanto già contemplati nel contratto di affidamento sottoscritto tra Comune e la stessa Censum.
Nemmeno la circostanza che quelle liquidazioni furono materialmente istruite da un'altra funzionaria comunale che operava nello stesso settore finanziario (rimasta estranea alle inchieste) bastò a impedire il coinvolgimento della Panzini. In realtà, già in primo grado la dirigente fu riconosciuta estranea rispetto ad alcuni capi di imputazione tanto che il danno erariale già nel 2017 fu ridotto a circa 136 mila euro.
Oggi però i giudici della Corte dei Conti accolgono tutte le istanze difensive della Panzini assolvendola da ogni addebito. In altre parole, i giudici contabili confermano che quegli atti firmati dalla Panzini erano corretti e legittimi in quanto consequenziali a indirizzi specifici espressi dal Consiglio comunale.
La sentenza
La sentenza questa volta arriva direttamente da Roma, dove ha sede la prima sezione giurisdizionale della Corte dei Conti: i giudici hanno quindi assolto la dirigente Panzini da ogni accusa, ribaltando completamente la precedente sentenza emessa nel 2017 da parte della Sezione Giurisdizionale Regionale per la Puglia.La sentenza è definitiva e pone fine, sotto il profilo contabile, a una vicenda che ha fatto molto discutere e che ha avuto pesantissimi strascichi politici con le opposizioni di centrosinistra tutte all'attacco della dirigente Panzini e dell'attuale Amministrazione comunale (nonostante i fatti si riferiscano al periodo 2007-2010).
Il comportamento della Panzini, riconoscono oggi i giudici, fu in linea con gli indirizzi espressi dal Consiglio comunale dell'epoca e tutti gli atti di affidamento di servizi extra alla Censum SpA non comportarono alcun danno erariale al Comune di Terlizzi.
Il dispositivo
Nel dispositivo, la Corte, presieduta da Agostino Chiappiniello, non lascia spazio ad alcun dubbio e accoglie in toto le tesi difensive della dirigente comunale rappresentata dall'avvocato Fabrizio Lofoco. Viene dunque smentita la prima ricostruzione dei fatti depositata due anni fa dalla Sezione Giurisdizionale Regionale per la Puglia.E non manca una dura stoccata alla Procura Generale titolare dell'indagine che aveva addebitato alla dirigente un danno erariale stimato in oltre 219 mila euro in modo — ammettono oggi i giudici contabili — «estremamente sintetico, al limite dell'apodittico». Il caso, come è noto, riguarda fatti avvenuti tra il 2008 al 2010. In particolare, Francesca Panzini era accusata di aver firmato alcune liquidazioni a favore della Censum SpA (già concessionaria della gestione dei tributi comunali) per taluni servizi supplettivi tra cui la formazione del ruolo ordinario per la TARSU 2007, 2008 e 20010 e le attività di stampa e rendicontazione ICI 2009. Secondo l'accusa, mossale inizialmente, quei servizi non dovevano essere pagati a parte, in quanto già contemplati nel contratto di affidamento sottoscritto tra Comune e la stessa Censum.
Nemmeno la circostanza che quelle liquidazioni furono materialmente istruite da un'altra funzionaria comunale che operava nello stesso settore finanziario (rimasta estranea alle inchieste) bastò a impedire il coinvolgimento della Panzini. In realtà, già in primo grado la dirigente fu riconosciuta estranea rispetto ad alcuni capi di imputazione tanto che il danno erariale già nel 2017 fu ridotto a circa 136 mila euro.
Oggi però i giudici della Corte dei Conti accolgono tutte le istanze difensive della Panzini assolvendola da ogni addebito. In altre parole, i giudici contabili confermano che quegli atti firmati dalla Panzini erano corretti e legittimi in quanto consequenziali a indirizzi specifici espressi dal Consiglio comunale.