Città Civile su automedica spostata a Ruvo: «Semplicemente vergognoso!»

Dura nota del movimento civico terlizzese contro il provvedimento regionale

giovedì 17 dicembre 2020
A cura di Gianluca Battista
Erano stati quelli che avevano chiesto, anche formalmente, che quell'automedica restasse a Terlizzi. Anzi, avevano fatto di più. Avevano chiesto garanzie affinché arrivasse un'altra automedica a supportare lo scarno parco di mezzi per il primo intervento.

LA RABBIA

Oggi si sentono beffati. È quanto emerge dalla dura nota del movimento civico Città Civile, che attraverso le sue pagine social ha fatto arrivare un messaggio chiaro in Regione Puglia: «Apprendiamo, con sgomento, del provvedimento del 15/12/2020 con oggetto "Riattivazione automedica a Ruvo di Puglia" con il quale si dispone la sospensione dell'attività dell'automedica a Terlizzi per la riattivazione dell'automedica di Ruvo di Puglia, con il personale medico e infermieristico di Terlizzi.
Tale provvedimento è semplicemente vergognoso - tuonano dal direttivo coordinato da Daniela Zappatore -. E lo è tanto più perché la regione Puglia a marzo del 2020 ha disposto la chiusura definitiva del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Terlizzi. Ora si toglie alla città di Terlizzi anche l'unica automedica presente. Una vergogna.
Con tale provvedimento scellerato e folle - insistono - si lascia una città di 27 mila abitanti senza alcun presidio di pronto soccorso. Qualcuno se ne assumerà tutte le conseguenze e Città Civile valuterà se denunciare nelle sedi opportune. I terlizzesi non sono garantiti nemmeno i diritti e i servizi minimi sanitari, diritti costituzionalmente riconosciuti».

NON UN PASSO INDIETRO

Città Civile mostra tutto il suo rammarico e reitera le sue richieste all'Ente regionale ed alla ASL Bari:
«1) la riattivazione del Pronto Soccorso e di una postazione di 118 in grado di intervenire in tempi rapidi sulle emergenze che avvengono nel nostro Comune. Inclusa un'automedica operante esclusivamente sul territorio di Terlizzi per fa fronte alle esigenze sanitarie di una popolazione di 27 mila abitanti in un periodo di pandemia da Covid- 19.
2) che tutto il personale medico e infermieristico necessario resti a Terlizzi.
3) il completamento e la piena attivazione dell'ospedale di primo livello (anche se non a Terlizzi come purtroppo annunciato da tempo).
Città Civile ribadisce inoltre la necessità un'altra automedica, come tra l'altro promesso all'indomani della chiusura del Pronto Soccorso di Terlizzi»

LA PROMESSA

Dal movimento civico di opposizione non c'è nessuna voglia di resa. C'è anzi la consapevolezza che la democrazia partecipata non debba restare lettera morta, una mera espressione vuota realmente di contenuto: «Questa volta Città Civile e i terlizzesi non resteranno inermi - promette il direttivo -. Valuteranno tutte le azioni idonee per la tutela della salute e della dignità dei terlizzesi».