Città Civile sulla discarica Fer.Live: «Ora la Città Metropolitana ascolti i territori»
Il movimento torna a porre l'attenzione anche sui roghi che avvengono sul territorio
sabato 11 novembre 2017
11.29
«Abbiamo finalmente chiarito che non si tratta di una semplice discarica ma è, invece, un impianto complesso in cui potrebbero essere trattati, stoccati e bruciati rifiuti speciali e pericolosi. Infatti sono trentatré i possibili rischi ambientali riportati nella sintesi del progetto. Ciò, purtroppo, non è bastato per la Città Metropolitana, che ha prima concesso e poi prorogato la valutazione di impatto ambientale (VIA) favorevole». Dopo il consiglio comunale monotematico che qualche giorno fa si è espresso compatto contro l'ipotesi di una discarica a due passi da Terlizzi, il movimento Città Civile auspica adesso che gli amministratori della Città Metropolitana sapranno raccogliere l'appello di questi territori, scongiurando un progetto a così elevato impatto.
«Terlizzi "ha già dato" - si legge in una nota - se pensiamo all'ex Laterificio Pugliese. Ancora oggi il nostro territorio paga gli effetti di quell'industria. Per questo siamo seriamente preoccupati per la salute dei cittadini e di tutto il territorio. Nel progetto "Fer.Live" si parla di percolato, fluff, biogas, radiazioni e varie emissioni gassose. Questi materiali, in realtà, vengono già raccolti e lavorati sul territorio da diverse società. Probabilmente è necessario porre l'attenzione su quello che già c'è a Terlizzi. Vorremmo conoscere quali e quanti controlli sono stati fatti dalla Polizia Municipale nelle attività produttive che quotidianamente trattano sostanze pericolose come il fluff. Scongiuriamo l'arrivo del grande impianto Fer.Live tra Bitonto e Terlizzi, ma le istituzioni devono affrontare, con un'adeguata e costante vigilanza, le altre potenziali fonti di impatto ambientali, già presenti sul territorio e attive da anni».
«Rivendichiamo, inoltre, maggiore attenzione sui roghi tossici e le discariche a cielo aperto. Spesso possono rivelarsi più pericolose di quelle "dichiarate". Troppi roghi nell'agro di Terlizzi. Troppe le serate con l'aria irrespirabile in Città. Dobbiamo fermare questo fenomeno convocando un tavolo di lavoro ad hoc. Collaboriamo con le associazioni di volontariato e promuoviamo azioni forti, repressive, propositive e di controllo del territorio».
«Terlizzi "ha già dato" - si legge in una nota - se pensiamo all'ex Laterificio Pugliese. Ancora oggi il nostro territorio paga gli effetti di quell'industria. Per questo siamo seriamente preoccupati per la salute dei cittadini e di tutto il territorio. Nel progetto "Fer.Live" si parla di percolato, fluff, biogas, radiazioni e varie emissioni gassose. Questi materiali, in realtà, vengono già raccolti e lavorati sul territorio da diverse società. Probabilmente è necessario porre l'attenzione su quello che già c'è a Terlizzi. Vorremmo conoscere quali e quanti controlli sono stati fatti dalla Polizia Municipale nelle attività produttive che quotidianamente trattano sostanze pericolose come il fluff. Scongiuriamo l'arrivo del grande impianto Fer.Live tra Bitonto e Terlizzi, ma le istituzioni devono affrontare, con un'adeguata e costante vigilanza, le altre potenziali fonti di impatto ambientali, già presenti sul territorio e attive da anni».
«Rivendichiamo, inoltre, maggiore attenzione sui roghi tossici e le discariche a cielo aperto. Spesso possono rivelarsi più pericolose di quelle "dichiarate". Troppi roghi nell'agro di Terlizzi. Troppe le serate con l'aria irrespirabile in Città. Dobbiamo fermare questo fenomeno convocando un tavolo di lavoro ad hoc. Collaboriamo con le associazioni di volontariato e promuoviamo azioni forti, repressive, propositive e di controllo del territorio».