Condanna per il dirigente Modugno. Scatta la sospensione del Comune di Terlizzi

Il processo per il cosiddetto "Sistema Trani" lo ha visto condannato ad oltre 5 anni. I suoi avvocati: «Profondamente lesi i suoi diritti»

martedì 21 febbraio 2023 8.12
A cura di Nicola Miccione
Il Comune di Terlizzi, con una raccomandata, datata 20 febbraio, a firma del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, Antonella Fiore, ha disposto ​«la sospensione immediata degli incarichi e la efficacia del contratto di lavoro subordinato stipulato dall'amministrazione comunale» con Antonio Modugno, dirigente del IV settore (Servizi di Polizia Municipale, controllo igiene urbana, tributi e servizi al cittadino), nonché ad interim del I settore (Servizi finanziari e risorse).

Lo stop del Comune di Terlizzi

La decisione di Palazzo di Città è arrivata dopo la condanna in primo grado, del 2 febbraio scorso, legata al processo per il cosiddetto "Sistema Trani", l'inchiesta giudiziaria che aveva segnato nel dicembre 2014 la vita politica della città di Trani con la caduta dell'allora amministrazione di centrodestra, che vide coinvolti l'ex sindaco Luigi Riserbato (assolto) ed altri 13 imputati in due diversi filoni giudiziari fra il 2014 e il 2016. Tra questi anche Modugno, a cui è stata inflitta una condanna di 5 anni, 11 mesi e 20 giorni.

L'ex comandante e dirigente della Polizia Locale di Trani - secondo la sentenza emessa dal collegio retto dal giudice Giulia Pavese, il cui dispositivo, il 7 febbraio scorso, è stato inviato al protocollo generale dell'Ente comunale - è stato condannato per il reato di concorso in peculato continuato e aggravato con l'interdizione «in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante la pena» e dichiarazione di «estinzione del rapporto di impiego nei confronti della pubblica amministrazione».

Il decreto legislativo n. 39/2013

Per il segretario generale Fiore, Modugno si trova nella condizione decritta al comma 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 39/2013, secondo cui «nel caso di condanna, anche non definitiva, per uno dei reati di cui ai commi 2 e 3 nei confronti di un soggetto esterno all'amministrazione, ente pubblico o ente di diritto privato in controllo pubblico cui è stato conferito uno degli incarichi di cui al comma 1, sono sospesi l'incarico e l'efficacia del contratto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, stipulato con l'amministrazione, l'ente pubblico o l'ente di diritto privato in controllo pubblico».

Inoltre «per tutto il periodo della sospensione - si legge sempre al comma 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 39/2013 - non spetta alcun trattamento economico. In entrambi i casi la sospensione ha la stessa durata dell'inconferibilità stabilita nei commi 2 e 3. Fatto salvo il termine finale del contratto, all'esito della sospensione l'amministrazione valuta la persistenza dell'interesse all'esecuzione dell'incarico, anche in relazione al tempo trascorso».

La difesa del dirigente Modugno

«Apprendiamo con profondo rammarico - scrivono in una nota, gli avvocati del dirigente Modugno, Claudio Papagno e Isabella Tritta - che sta "girando", oggi 20 febbraio (ieri, nda), tra i componenti dell'amministrazione comunale di Terlizzi un provvedimento di sospensione adottato dal segretario generale in danno del dott. Modugno, dunque, prima ancora che quest'ultimo potesse averne formale e diretta conoscenza.

Riteniamo profondamente lesi i diritti del nostro assistito, risultando il provvedimento di sospensione finanche adottato da soggetto (segretario generale) in assenza di norma espressa attributiva di un potere in tal senso. Segnaliamo, tra le altre, un'ulteriore criticità: risulta che tale provvedimento sia stato adottato sulla scorta di un mero dispositivo (richiesto difatti in via anticipata dal ridetto segretario) e prima ancora, quindi, del deposito della sentenza in cancelleria in uno alle relative motivazioni.

Solo ciò consentirà, come noto, la proposizione di appello immediato con conseguente sospensione ex lege degli effetti della sentenza di primo grado. Ancora, il dipendente è in stato di malattia, per cui altrettanto notoriamente non poteva e non può adottarsi alcun provvedimento disciplinare. a rendere ancor più surreale la vicenda è il fatto che pochi giorni fa il pubblico ministero che ha innescato il calvario giudiziario del dott. Modugno è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per aver messo in atto modalità intimidatorie e violenze nei confronti di alcuni testimoni al fine di costringerli a dichiarare il falso in danno proprio del dott. Modugno.

Ad oggi, tuttavia, risulta che il pubblico ministero è ancora in servizio mentre il Modugno viene sospeso sulla scorta di una sentenza tutt'altro che definitiva. Preannunciamo conclusivamente - terminano i due legali - che tale provvedimento sarà senz'altro impugnato dinanzi al competente Tribunale, riservandoci l'avvio di qualsivoglia ulteriore azione a tutela dei diritti del dott. Modugno».