Crisi comparto vivaistico, Cinque Stelle all'attacco di Emiliano e Di Gioia
«Come per la Xylella ancora una volta alle tante parole non sono seguiti provvedimenti concreti, ma solo il solito rimpallo di responsabilità tra uffici e assessore»
giovedì 14 febbraio 2019
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"Da anni denunciamo la crisi che sta coinvolgendo il settore vivaistico pugliese e il dramma di tante aziende costrette a chiudere. Se il duo Di Gioia - Emiliano avesse fatto qualcosa di concreto per il comparto, non ci troveremmo nella situazione attuale, con i vivaisti che hanno consegnato le chiavi delle loro imprese perché ridotti allo stremo. Come per la Xylella ancora una volta alle tante parole non sono seguiti provvedimenti concreti, ma solo il solito rimpallo di responsabilità tra uffici e assessore". Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili.
"Abbiamo atteso - continua il pentastellato - che fossero interessati i poli vivaistici presenti sul territorio ai confini di Bari per accorgerci che stava morendo uno dei settori più strategici di una Regione. I nostri vivai infatti, al netto delle piante ornamentali, detengono la biodiversità agricola della nostra Regione con l'allevamento delle specie frutticole e orticole afferenti al patrimonio genetico autoctono. Eppure da tre anni i vivaisti salentini hanno lanciato un grido di dolore senza che le loro istanze fossero ascoltate. Saremmo dovuti partire da quelle vicissitudini per anticipare i problemi dei vivaisti brindisini e baresi. La Regione Puglia non vuole assumersi la responsabilità più che legittima di autorizzare i vivai siti nell'area delimitata a produrre e commercializzare le piante specificate per Xylella. È inconcepibile musealizzare i nostri vivai, per l'incapacità e la manifesta volontà di incartarsi in un quadro normativo che sta mandando al fallimento intere aziende con il relativo licenziamento di centinaia di lavoratori. Eppure fino ad oggi nessun vivaio è stato interessato dall'infezione di xylella fastidiosa. Molti hanno dovuto distruggere centinaia di migliaia di piante ospiti triturandole o bruciandole, materiale vegetale frutto di lavoro e dispendio di ingenti risorse economiche. Ricordo quanto avvenuto ad Otranto con le barbatelle, dove il trattamento con termoterapia, indispensabile per la commercializzazione delle barbatelle, ha comunque mandato fuori mercato le aziende di un comparto che vale oltre 30 milioni di euro l'anno. Il rimpallo tra Regione e Comitato fitosanitario nazionale è vergognoso - incalza - non è bastata una norma regionale da noi votata favorevolmente in Consiglio regionale per sbloccare questa impasse che ormai è insopportabile per i nostri vivaisti. È surreale quanto avviene in maggioranza con posizioni in antitesi tra Giunta e Consiglieri, ma questo Governo regionale ci ha abituato alle pantomime di chi da una parte si schiera a favore dei vivaisti sapendo che dall'altra c'è chi è sordo alle istanze del mondo agricolo. Intanto l'Assessore di Gioia, come ha sempre fatto, si lava le mani come Ponzio Pilato e attende che altri al suo posto possano pronunciarsi con l'emanazione di provvedimenti volti a risolvere i danni causati dalla sua gestione. Peccato aveva avuto l'opportunità di lasciare la Giunta ma ha preferito masochisticamente andare avanti, A perderci però non è lui, ma tutto il mondo agricolo".
"Abbiamo atteso - continua il pentastellato - che fossero interessati i poli vivaistici presenti sul territorio ai confini di Bari per accorgerci che stava morendo uno dei settori più strategici di una Regione. I nostri vivai infatti, al netto delle piante ornamentali, detengono la biodiversità agricola della nostra Regione con l'allevamento delle specie frutticole e orticole afferenti al patrimonio genetico autoctono. Eppure da tre anni i vivaisti salentini hanno lanciato un grido di dolore senza che le loro istanze fossero ascoltate. Saremmo dovuti partire da quelle vicissitudini per anticipare i problemi dei vivaisti brindisini e baresi. La Regione Puglia non vuole assumersi la responsabilità più che legittima di autorizzare i vivai siti nell'area delimitata a produrre e commercializzare le piante specificate per Xylella. È inconcepibile musealizzare i nostri vivai, per l'incapacità e la manifesta volontà di incartarsi in un quadro normativo che sta mandando al fallimento intere aziende con il relativo licenziamento di centinaia di lavoratori. Eppure fino ad oggi nessun vivaio è stato interessato dall'infezione di xylella fastidiosa. Molti hanno dovuto distruggere centinaia di migliaia di piante ospiti triturandole o bruciandole, materiale vegetale frutto di lavoro e dispendio di ingenti risorse economiche. Ricordo quanto avvenuto ad Otranto con le barbatelle, dove il trattamento con termoterapia, indispensabile per la commercializzazione delle barbatelle, ha comunque mandato fuori mercato le aziende di un comparto che vale oltre 30 milioni di euro l'anno. Il rimpallo tra Regione e Comitato fitosanitario nazionale è vergognoso - incalza - non è bastata una norma regionale da noi votata favorevolmente in Consiglio regionale per sbloccare questa impasse che ormai è insopportabile per i nostri vivaisti. È surreale quanto avviene in maggioranza con posizioni in antitesi tra Giunta e Consiglieri, ma questo Governo regionale ci ha abituato alle pantomime di chi da una parte si schiera a favore dei vivaisti sapendo che dall'altra c'è chi è sordo alle istanze del mondo agricolo. Intanto l'Assessore di Gioia, come ha sempre fatto, si lava le mani come Ponzio Pilato e attende che altri al suo posto possano pronunciarsi con l'emanazione di provvedimenti volti a risolvere i danni causati dalla sua gestione. Peccato aveva avuto l'opportunità di lasciare la Giunta ma ha preferito masochisticamente andare avanti, A perderci però non è lui, ma tutto il mondo agricolo".