«Dio non ci lascia in balia della tempesta»
Benedizione storica di Papa Francesco "Urbi et orbi" da piazza San Pietro vuota e battuta dalla pioggia
venerdì 27 marzo 2020
19.56
«Dio non ci lascia in balia della tempesta».
Papa Francesco questa sera ha ridisegnato la storia della Chiesa e dell'umanità. La benedizione "urbi et orbi" impartita dal sagrato di San Pietro in diretta tv e streaming rappresenta il momento più alto di spiritualità degli ultimi 70 anni.
Bergoglio ha implorato Dio affinché cessi la pandemia ed ha spronato i fedeli alla pratica della "speranza", mai come in questo momento esercizio difficile. «Ci siamo trovati impauriti e smarriti, siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa e ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca, fragili e disorientati, ma tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda».
«Dio onnipotente e misericordioso, guarda la nostra dolorosa condizione: conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre», ha detto il Pontefice, mentre la pioggia insistente rendeva ancor più desolata la grande piazza.
Il Santo Padre ha parlato di «fitte tenebre scese sul mondo» nelle ultime settimane, che si sono «addensate sulle nostre piazze, sulle nostre strade e città». Un buio dei cuori che si è impadronito «delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante».
Ma il Signore ascolta l'implorazione dei suoi figli e non li abbandona: «Svegliati Signore!», ha ripetuto Bergoglio, ribadendo che Dio non è sordo al nostro grido di dolore e che è qui, in mezzo a noi, con noi nell'ora della prova.
La lunga, silenziosa meditazione davanti al Santissimo resterà una delle immagini che nei secoli a venire sarà riproposta, così come l'implorazione e la benedizione davanti ad una piazza desolata, in cui però c'era riunito il mondo intero, quel mondo che idealmente il Pontefice ha abbracciato.
Dal Colonnato del Bernini è giunto dunque forte l'abbraccio della Chiesa, simbolico solo in parte, al suo gregge nell'ora del dolore. La Chiesa alza la testa e guarda al Cielo da dove è certa giungeranno presto risposte al grido di sofferenza che si alza dalla Terra.
Papa Francesco questa sera ha ridisegnato la storia della Chiesa e dell'umanità. La benedizione "urbi et orbi" impartita dal sagrato di San Pietro in diretta tv e streaming rappresenta il momento più alto di spiritualità degli ultimi 70 anni.
Bergoglio ha implorato Dio affinché cessi la pandemia ed ha spronato i fedeli alla pratica della "speranza", mai come in questo momento esercizio difficile. «Ci siamo trovati impauriti e smarriti, siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa e ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca, fragili e disorientati, ma tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda».
«Dio onnipotente e misericordioso, guarda la nostra dolorosa condizione: conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre», ha detto il Pontefice, mentre la pioggia insistente rendeva ancor più desolata la grande piazza.
Il Santo Padre ha parlato di «fitte tenebre scese sul mondo» nelle ultime settimane, che si sono «addensate sulle nostre piazze, sulle nostre strade e città». Un buio dei cuori che si è impadronito «delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante».
Ma il Signore ascolta l'implorazione dei suoi figli e non li abbandona: «Svegliati Signore!», ha ripetuto Bergoglio, ribadendo che Dio non è sordo al nostro grido di dolore e che è qui, in mezzo a noi, con noi nell'ora della prova.
La lunga, silenziosa meditazione davanti al Santissimo resterà una delle immagini che nei secoli a venire sarà riproposta, così come l'implorazione e la benedizione davanti ad una piazza desolata, in cui però c'era riunito il mondo intero, quel mondo che idealmente il Pontefice ha abbracciato.
Dal Colonnato del Bernini è giunto dunque forte l'abbraccio della Chiesa, simbolico solo in parte, al suo gregge nell'ora del dolore. La Chiesa alza la testa e guarda al Cielo da dove è certa giungeranno presto risposte al grido di sofferenza che si alza dalla Terra.