Don Gianni Rafanelli racconta il senso profondo della Quaresima
La nostra chiacchierata con il parroco di Maria SS Immacolata
giovedì 23 febbraio 2023
«Ricordati, o uomo, che sei polvere ed in polvere ritornerai»...
Così dicendo il sacerdote pone un pizzico di cenere benedetta sul capo dei fedeli. Inizia con questo rito semplice e austero, il Sacro tempo Quaresimale.
In ogni parrocchia e comunità cattolica è stata celebrata ieri sera la santa messa delle Ceneri, ripetendo un gesto simbolico, espressione di un desiderio di cambiamento e perdono. Un tempo favorevole per ritornare "all'essenziale".
Abbiamo sentito don Gianni Rafanelli, parroco della parrocchia Maria SS Immacolata di Terlizzi, che ci ha detto: «Con il Mercoledì delle Ceneri entriamo in quel periodo di grazia, non di rinuncia, che è la Quaresima. È come se ci trovassimo a passare davanti a una vetrina o a uno specchio che ci rimanda un'immagine di noi a cui non stavamo prestando attenzione. Quaranta giorni in cui siamo chiamati non solo a camminare verso la Pasqua liturgica, ma ad affrontare anche un cammino dentro noi stessi.
Dove il deserto, luogo fortemente simbolico nel linguaggio biblico, è certamente un posto in cui vengono meno i punti di riferimento. Il deserto rappresenta dunque la solitudine - ha spiegato il sacerdote -. È il luogo in cui emergono le nostre paure, il luogo dove non possiamo evitare di confrontarci con noi stessi. Gesù stesso resta nel deserto quaranta giorni, come a dire che l'esperienza della "prova" appartiene alla vita intera. Il mio è pertanto un solo e semplice augurio: rimanere fermi nelle prove/tentazioni della vita con la certezza di non essere soli, mai».
Dalle parole di don Gianni e da come vengono vissuti questi giorni, si può constatare il profondo significato delle secolari tradizioni lasciateci dai nostri avi, vissute con fervore alle nostre latitudini. Il "modernismo" non ha cancellato l'antica costumanza di rendere solenne la Quaresima che nella sua necessaria austerità, ravviva lo spirito cristiano, richiama principi di fede e prepara spiritualmente all'arrivo della Santa Pasqua.
Così dicendo il sacerdote pone un pizzico di cenere benedetta sul capo dei fedeli. Inizia con questo rito semplice e austero, il Sacro tempo Quaresimale.
In ogni parrocchia e comunità cattolica è stata celebrata ieri sera la santa messa delle Ceneri, ripetendo un gesto simbolico, espressione di un desiderio di cambiamento e perdono. Un tempo favorevole per ritornare "all'essenziale".
Abbiamo sentito don Gianni Rafanelli, parroco della parrocchia Maria SS Immacolata di Terlizzi, che ci ha detto: «Con il Mercoledì delle Ceneri entriamo in quel periodo di grazia, non di rinuncia, che è la Quaresima. È come se ci trovassimo a passare davanti a una vetrina o a uno specchio che ci rimanda un'immagine di noi a cui non stavamo prestando attenzione. Quaranta giorni in cui siamo chiamati non solo a camminare verso la Pasqua liturgica, ma ad affrontare anche un cammino dentro noi stessi.
Dove il deserto, luogo fortemente simbolico nel linguaggio biblico, è certamente un posto in cui vengono meno i punti di riferimento. Il deserto rappresenta dunque la solitudine - ha spiegato il sacerdote -. È il luogo in cui emergono le nostre paure, il luogo dove non possiamo evitare di confrontarci con noi stessi. Gesù stesso resta nel deserto quaranta giorni, come a dire che l'esperienza della "prova" appartiene alla vita intera. Il mio è pertanto un solo e semplice augurio: rimanere fermi nelle prove/tentazioni della vita con la certezza di non essere soli, mai».
Dalle parole di don Gianni e da come vengono vissuti questi giorni, si può constatare il profondo significato delle secolari tradizioni lasciateci dai nostri avi, vissute con fervore alle nostre latitudini. Il "modernismo" non ha cancellato l'antica costumanza di rendere solenne la Quaresima che nella sua necessaria austerità, ravviva lo spirito cristiano, richiama principi di fede e prepara spiritualmente all'arrivo della Santa Pasqua.