Due giovani artisti terlizzesi tra i protagonisti di una mostra a Vienna
Vito Lauciello e Nicoletta De Santoli ci raccontano le loro opere
mercoledì 15 novembre 2023
10.07
Si inaugurerà domani, 16 novembre e sarà visitabile fino al 20 gennaio 2024, a Vienna, alla Galleria Hinterland, una mostra di caratura internazionale, che vedrà tra i 30 artisti partecipanti (da ogni parte del mondo) anche due talenti terlizzesi; parliamo di Vito Lauciello, classe '93 e Nicoletta De Santoli, classe '98.
Si tratta di un progetto ambizioso, di ampio respiro, su un tema di grande attualità e importanza, ovvero, «il mondo si sconvolge, gli animali e gli uccelli si riuniscono e vanno alla ricerca di un mondo migliore. Gli uccelli simboleggiano i diversi caratteri delle persone. Nelle loro scuse e affermazioni ritraggono qualità umane: orgoglio, arroganza, debolezza, paura, attaccamento ai piaceri terreni. Ma se ci assumiamo la responsabilità gli uni degli altri e agiamo insieme, allora possiamo guardare avanti verso un futuro pacifico e libero. Insieme facciamo dei viaggi», questa è la lettera d'incarico pervenuta ai 30 artisti partecipanti, anche da oltreoceano, e da qui è partito il loro processo creativo. Con visioni diverse affrontando i loro approcci culturali e le loro idee sul tema degli uccelli, appunto "Flight of the Birds" ("il volo degli uccelli"). I media utilizzati vanno dalla pittura, alla fotografia, e poi ancora video, suono e design.
La mostra, descrive il mondo in cui viviamo dalla personale prospettiva di ogni artista, sono rappresentate varie questioni contemporanee di migrazione, cambiamento climatico, guerra, lavoro, pace e libertà.
Un aspetto molto curioso, originale, è il fatto che tutti gli artisti hanno spedito le loro opere in formati molto piccoli, al punto da poter entrare in una busta da lettere, per poi essere spedite; a prescindere dal punto di partenza di ognuno, tutte queste lettere, sono arrivate "volando", emulando un po' uno stormo di uccelli, fino a Vienna, per stare perfettamente nel tema.
Nella descrizione della sua opera, l'artista terlizzese Vito Lauciello, ci racconta «il progetto "statiche migrazioni", rappresenta il tema della migrazione degli uccelli legata al cambiamento climatico. Quest'immagine raffigura un uccello con la testa coperta da un velo, un simbolo eloquente dell'umanità che spesso nega o ignora il problema del cambiamento climatico.
Alle spalle dell'uccello, si delinea l'arrivo di un temporale imminente, che rappresenta in modo metaforico le catastrofi naturali scatenate dal cambiamento climatico. Questa fotografia vuole evocare una profonda riflessione sulla responsabilità umana nei confronti dell'ambiente e degli effetti che il nostro comportamento ha sulle creature che abitano il nostro pianeta - è stato il suo racconto, ed in merito a sè stesso ci dice - Il mio rapporto con la fotografia è diventato intenso, decisivo, nel 2011, quando ricevetti un dono da una persona molto cara, diventato poi fondamentale nella mia scelta di diventare fotografo. Così ho iniziato a praticare la fotografia in più campi sperimentando nuove tecniche e visioni. Ho sempre ritenuto che la fotografia costituisca un linguaggio capace di facilitare una comunicazione immediata, una modalità di lettura che permette di rivolgersi a chiunque e di narrare le sfaccettature più intime del proprio essere. Ogni mio scatto, in un certo senso diviene una liberazione», è stata la sua conclusione.
Nicoletta De Santoli invece, artista visiva emergente, attiva tra Bologna e la provincia di Bari, nella descrizione della sua opera dal titolo "Una e infinite rette passano per un punto", ci spiega «da quando vivo a Bologna mi sposto spesso, passando molto tempo tra stazioni, autostazioni e aeroporti. E con me moltissime altre persone, di cui non so nulla, se non che condividono con me, in quel momento, lo stesso posto: a pensarci, ogni luogo è in qualche modo un punto di transizione. La mia opera è nata proprio da questo: dietro il suo aspetto minimale si nasconde una riflessione sui fenomeni migratori, che accomuna da sempre persone e volatili nella loro dimensione individuale e collettiva. Per quanto riguarda me invece, direi che sicuramente un punto di svolta è stato il mio trasferimento a Bologna. Oltre a darmi più opportunità, questa scelta mi ha dato la possibilità di elaborare ciò che provavo in un modo nuovo, e di farlo attraverso la ricerca artistica. Il mio è un approccio molto concettuale: a mio parere nella realtà tutto è "degno" di diventare spunto di riflessione, in cui mi piace immergermi e poi tentare una sintesi», sono state le sue parole.
Riteniamo che la partecipazione ad eventi di questa caratura, oltre ad essere un beneficio e un'opportunità per gli artisti in questione, è certamente una forma di emancipazione per la nostra comunità, un modo per riconoscere e apprezzare, storie, qualità e bellezze al di fuori delle nostre "mura".
Si tratta di un progetto ambizioso, di ampio respiro, su un tema di grande attualità e importanza, ovvero, «il mondo si sconvolge, gli animali e gli uccelli si riuniscono e vanno alla ricerca di un mondo migliore. Gli uccelli simboleggiano i diversi caratteri delle persone. Nelle loro scuse e affermazioni ritraggono qualità umane: orgoglio, arroganza, debolezza, paura, attaccamento ai piaceri terreni. Ma se ci assumiamo la responsabilità gli uni degli altri e agiamo insieme, allora possiamo guardare avanti verso un futuro pacifico e libero. Insieme facciamo dei viaggi», questa è la lettera d'incarico pervenuta ai 30 artisti partecipanti, anche da oltreoceano, e da qui è partito il loro processo creativo. Con visioni diverse affrontando i loro approcci culturali e le loro idee sul tema degli uccelli, appunto "Flight of the Birds" ("il volo degli uccelli"). I media utilizzati vanno dalla pittura, alla fotografia, e poi ancora video, suono e design.
La mostra, descrive il mondo in cui viviamo dalla personale prospettiva di ogni artista, sono rappresentate varie questioni contemporanee di migrazione, cambiamento climatico, guerra, lavoro, pace e libertà.
Un aspetto molto curioso, originale, è il fatto che tutti gli artisti hanno spedito le loro opere in formati molto piccoli, al punto da poter entrare in una busta da lettere, per poi essere spedite; a prescindere dal punto di partenza di ognuno, tutte queste lettere, sono arrivate "volando", emulando un po' uno stormo di uccelli, fino a Vienna, per stare perfettamente nel tema.
Nella descrizione della sua opera, l'artista terlizzese Vito Lauciello, ci racconta «il progetto "statiche migrazioni", rappresenta il tema della migrazione degli uccelli legata al cambiamento climatico. Quest'immagine raffigura un uccello con la testa coperta da un velo, un simbolo eloquente dell'umanità che spesso nega o ignora il problema del cambiamento climatico.
Alle spalle dell'uccello, si delinea l'arrivo di un temporale imminente, che rappresenta in modo metaforico le catastrofi naturali scatenate dal cambiamento climatico. Questa fotografia vuole evocare una profonda riflessione sulla responsabilità umana nei confronti dell'ambiente e degli effetti che il nostro comportamento ha sulle creature che abitano il nostro pianeta - è stato il suo racconto, ed in merito a sè stesso ci dice - Il mio rapporto con la fotografia è diventato intenso, decisivo, nel 2011, quando ricevetti un dono da una persona molto cara, diventato poi fondamentale nella mia scelta di diventare fotografo. Così ho iniziato a praticare la fotografia in più campi sperimentando nuove tecniche e visioni. Ho sempre ritenuto che la fotografia costituisca un linguaggio capace di facilitare una comunicazione immediata, una modalità di lettura che permette di rivolgersi a chiunque e di narrare le sfaccettature più intime del proprio essere. Ogni mio scatto, in un certo senso diviene una liberazione», è stata la sua conclusione.
Nicoletta De Santoli invece, artista visiva emergente, attiva tra Bologna e la provincia di Bari, nella descrizione della sua opera dal titolo "Una e infinite rette passano per un punto", ci spiega «da quando vivo a Bologna mi sposto spesso, passando molto tempo tra stazioni, autostazioni e aeroporti. E con me moltissime altre persone, di cui non so nulla, se non che condividono con me, in quel momento, lo stesso posto: a pensarci, ogni luogo è in qualche modo un punto di transizione. La mia opera è nata proprio da questo: dietro il suo aspetto minimale si nasconde una riflessione sui fenomeni migratori, che accomuna da sempre persone e volatili nella loro dimensione individuale e collettiva. Per quanto riguarda me invece, direi che sicuramente un punto di svolta è stato il mio trasferimento a Bologna. Oltre a darmi più opportunità, questa scelta mi ha dato la possibilità di elaborare ciò che provavo in un modo nuovo, e di farlo attraverso la ricerca artistica. Il mio è un approccio molto concettuale: a mio parere nella realtà tutto è "degno" di diventare spunto di riflessione, in cui mi piace immergermi e poi tentare una sintesi», sono state le sue parole.
Riteniamo che la partecipazione ad eventi di questa caratura, oltre ad essere un beneficio e un'opportunità per gli artisti in questione, è certamente una forma di emancipazione per la nostra comunità, un modo per riconoscere e apprezzare, storie, qualità e bellezze al di fuori delle nostre "mura".