E' guarita la bambina di Terlizzi colpita da SEU

La mamma scrive ai medici del "Giovanni XXIII"

domenica 24 giugno 2018 8.03
La bambina terlizzese colpita a inizio mese da una infezione da Seu, la sindrome emolitico-uremica, è guarita e sta bene. Dopo il ricovero presso il reparto di Nefrologia del «Giovanni XXIII» di Bari, la piccola è tornata a riabbracciare i suoi genitori e la sua sorellina più grande.

Il suo era stato il secondo caso di Seu del 2018 in Puglia e il primo di questa estate (la malattia colpisce in maniera più frequente durante i mesi caldi dell'estate) ma i medici di Bari sono riusciti a intervenire tempestivamente sottoponendo la piccola a dialisi e ad altri protocolli specifici.

E' davvero a lieto fine la storia di questa bambina iniziata con problemi afferenti l'apparato gastrointestinale (sintomi tipici della patologia). Poi la risposta agghiacciante da parte dei medici che avevano comunicato ai genitori la gravità della diagnosi. Ma sono state proprio la preparazione e la professionalità di tutto lo staff dell'unità operativa di Nefrologia del Pediatrico di Bari, guidata dal dirigente Mario Giordano, a scongiurare il peggio e a strappare la piccola da possibili complicazioni. Oggi la bambina è tornata a giocare senza nessun altro problema, è guarita e soprattutto non è più contagiosa. La mamma ha scritto una lettera commovente ai medici del Pediatrico che l'hanno seguita ringraziandoli di cuore per aver restituito la vita a sua figlia.

La Seu, la sindrome emolitico-uremica, è una patologia rara, una infezione, che colpisce bambini e ragazzi dai 2 ai 15 anni: si manifesta come una complicanza di un'infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli. L'infezione può esordire con diarrea (spesso muco-emorragica), vomito, intenso dolore addominale e sonnolenza e si trasmette attraverso alimenti di origine animale contaminati in fase di produzione o di lavorazione, appure ingerendo ortaggi o frutti coltivati su terreni fertilizzati o irrigati con reflui da allevamenti bovini infetti. Il contagio da persona a persona può avvenire solo per via oro-fecale (quindi l'attenzione si presta agli indumenti a contatto con le feci).