Educazione in casa e a scuola, Don Bosco figura esemplare

Scuola, famiglia, bambino: un incontro per parlare di educazione

martedì 2 febbraio 2016 6.12
Si è svolta con la folta partecipazione di genitori, alunni e docenti la prima giornata di incontri dedicati alla figura di Don Bosco educatore, nell'ambito del progetto "Settimana di Don Bosco educatore", fortemente voluto dal Dirigente Scolastico professor Monopoli e dai docenti del Secondo Circolo Didattico, presso l'aula magna del presso scolastico di via Millico. Dopo l'introduzione del dirigente Giuseppe Monopoli (foto), che ha ricordato come temi importanti del sistema educativo moderno quali: centralità del bambino, BES (bisogni educativi speciali), scuola inclusiva fossero stati già applicati da Don Bosco circa 200 anni fa e che oggi si rende importante rispolverarli anche per scoprire le origini del plesso scolastico Don Bosco di Terlizzi, è intervenuto il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, per i saluti di rito e per ricordare che di recente tre scuole d'infanzia cittadine sono state intitolate a figure come Rodari, Sarcone e Padre Catalano. Don Giovanni Monaco, salesiano, parroco di San Giuseppe di Molfetta, è entrato poi nel vivo del tema: "Don Bosco amico mio: tratti essenziali del metodo preventivo". Tra il pubblico era presente anche il consigliere comunale Michelangelo De Chirico.

Oggi educatori e genitori operano insieme nel difficile compito di educare i bambini e l'educazione assume tutte le caratteristiche di una "seconda" generazione. La figura di don Bosco ha riscosso tanto seguito, tant'è che due anni fa una moltitudine di gente si è mossa dall'India, dall'Africa e dalla Germania per la venerazione della Sua urna sacra. Don Bosco chiedeva agli educatori: volete una vita qualunque o volete cambiare il mondo? Vogliamo cambiare il mondo con l'educazione, ovviamente, era la strada giusta. Don Bosco nel 1877 elaborò il Trattatello con cui illustrava il "metodo preventivo", suscitando tantissime interpretazioni da parte dei salesiani. Il centro del metodo preventivo è il bambino: questo è il fulcro del metodo. Il bambino stringe un Patto Educativo con l'educatore, il quale assume contemporaneamente il ruolo di padre, fratello e amico. Don Bosco fu educato a Torino da don Cafasso, detto il "prete della forca" perché accompagnava sul punto di morte i condannati. L'ambiente del carcere minorile e le condizioni di umana precarietà indussero don Bosco a tentare di dare un'altra chance ai minori incarcerati, tanto da riuscire a farli trasferire all'oratorio.

Don Bosco ha sempre voluto "buoni cristiani e onesti cittadini"! I prossimi due giorni saranno dedicati agli alunni della scuola dell'infanzia e delle classi prime e seconde della scuola primaria, mentre nei giorni 5-6 febbraio le classi terze, quarte e quinte saranno coinvolte nell'opera di Don Bosco attraverso i salesiani. Un ringraziamento particolare è stato rivolto dal dirigente Monopoli all'insegnante Isabella Campanale per l'organizzazione dell'evento.

Simone Angarano