Elezioni politiche 2022, l'appello finale al voto di Marco Silvestri
La nota del candidato di + Europa
venerdì 23 settembre 2022
11.46
«Le ultime strette di mano, gli ultimi confronti, gli ultimi santini elettorali.
Chissà che percorso farà, quella mia foto. Verrà lasciata su un mobile, portata in tasca come promemoria domenica, oppure adesso è già nel bidone blu.
Non lo so, ma mi fido e mi affido.
Questo si fa, in campagna elettorale. Lo si fa vicendevolmente. Tra chi deve scegliere e chi propone una scelta raccontando la sua prospettiva.
Un mese. Ho vissuto 30 giorni in una lavatrice con la centrifuga al massimo, dando del mio meglio sul lavoro fino al primo pomeriggio e poi giù a rotta di collo a incontrare persone, a scrivere contenuti per il web, a raggiungere quante più menti e quanti più cuori il mio tempo e la mia energia mi consentissero di fare.
Chi mi conosce davvero, lo sa. Questa è Politica. E non c'è niente di più entusiasmante che io conosca.
Avere un'idea, poi un progetto. Appassionarsi insieme alle singole persone che poi diventano gruppi e poi, magari, comunità.
Ci si può vedere un gusto di competizione, quasi agonistico, in tutto questo.
C'è molto di più.
Sono Marco, ho 32 anni e sono troppo adulto per dare la colpa a chi c'è stato prima di me, troppo giovane per evitare di impegnarmi al massimo perché si possano cambiare le cose.
E come tutti i miei coetanei mi sento in trincea, in un Paese in perenne crisi ambientale, energetica, occupazionale, economica.
Ancora peggio si sentono quelli più giovani di noi che sentono parlare di crisi da quando son nati e che oggi vedono nell'Italia un Paese che nega loro sogni, opportunità e speranze.
Quelli più grandi, invece, vivono la frustrazione di vedere che le cose giorno per giorno peggiorano.
Questa è una crisi che sembra irreversibile perché è una crisi di contenuti e di valori.
Non ne usciremo se non iniziamo a combattere questo modello di società ingiusto, narcisista e ipocrita.
C'è sempre qualcuno che ha diabolicamente semplificato tutto parlando alle nostre paure e alle nostre insicurezze: ci mettono gli uni contro gli altri per evitare di occuparsi dei problemi drammatici che abbiamo sotto gli occhi da anni e che continuano ad aggravarsi.
Adesso vogliono farci credere che esistono soluzioni semplici a problemi drammaticamente complessi.
Ci prendono in giro, ancora, in modo inaccettabile.
Così come non è accettabile che c'è l'ennesima crisi economica e allora si salvi chi può.
Che c'è bisogno di ordine e allora comprimiamo le libertà.
C'è bisogno di regole imposte sulla pelle di chi è rimasto indietro, escluso, perso.
Io vi chiedo di darci fiducia per scrivere insieme una storia di riscatto del nostro Territorio, la Puglia.
Possiamo farlo scegliendo con cura le persone che ci rappresenteranno nelle Istituzioni.
Possiamo farlo con due semplici tratti di matita votando non chi se ne vuole andare a Roma, ma chi vuole portare a Roma i problemi del Paese.
Posso garantirvi che se quei tratti saranno apposti sul simbolo di Più Europa mi vedrete determinato a dare costantemente il massimo.
Anzi, penso che tanti di voi che mi conoscono questo già lo sanno.
Domenica scegliamo una crescita sostenibile per il Paese, l'innovazione, la lotta alla burocrazia. Scegliamo di difendere il Mezzogiorno. Scegliamo i diritti di tutte e tutti. Scegliamo di essere liberi, fino alla fine.
Ringrazio tutti quelli che sono stati al mio fianco in questo mese. Dal Partito, alla mia famiglia, alle amiche e agli amici che si sono spesi in queste settimane per Più Europa.
Ringrazio anche chi mi è stato di fronte, perché così mi ha offerto due occhi da guardare e qualcosa su cui riflettere.
Domani è più vicino e nonostante tutto è più chiaro, se lo vogliamo.
Cara Italia, domenica 25 settembre resta libera. Vota + Europa».
Chissà che percorso farà, quella mia foto. Verrà lasciata su un mobile, portata in tasca come promemoria domenica, oppure adesso è già nel bidone blu.
Non lo so, ma mi fido e mi affido.
Questo si fa, in campagna elettorale. Lo si fa vicendevolmente. Tra chi deve scegliere e chi propone una scelta raccontando la sua prospettiva.
Un mese. Ho vissuto 30 giorni in una lavatrice con la centrifuga al massimo, dando del mio meglio sul lavoro fino al primo pomeriggio e poi giù a rotta di collo a incontrare persone, a scrivere contenuti per il web, a raggiungere quante più menti e quanti più cuori il mio tempo e la mia energia mi consentissero di fare.
Chi mi conosce davvero, lo sa. Questa è Politica. E non c'è niente di più entusiasmante che io conosca.
Avere un'idea, poi un progetto. Appassionarsi insieme alle singole persone che poi diventano gruppi e poi, magari, comunità.
Ci si può vedere un gusto di competizione, quasi agonistico, in tutto questo.
C'è molto di più.
Sono Marco, ho 32 anni e sono troppo adulto per dare la colpa a chi c'è stato prima di me, troppo giovane per evitare di impegnarmi al massimo perché si possano cambiare le cose.
E come tutti i miei coetanei mi sento in trincea, in un Paese in perenne crisi ambientale, energetica, occupazionale, economica.
Ancora peggio si sentono quelli più giovani di noi che sentono parlare di crisi da quando son nati e che oggi vedono nell'Italia un Paese che nega loro sogni, opportunità e speranze.
Quelli più grandi, invece, vivono la frustrazione di vedere che le cose giorno per giorno peggiorano.
Questa è una crisi che sembra irreversibile perché è una crisi di contenuti e di valori.
Non ne usciremo se non iniziamo a combattere questo modello di società ingiusto, narcisista e ipocrita.
C'è sempre qualcuno che ha diabolicamente semplificato tutto parlando alle nostre paure e alle nostre insicurezze: ci mettono gli uni contro gli altri per evitare di occuparsi dei problemi drammatici che abbiamo sotto gli occhi da anni e che continuano ad aggravarsi.
Adesso vogliono farci credere che esistono soluzioni semplici a problemi drammaticamente complessi.
Ci prendono in giro, ancora, in modo inaccettabile.
Così come non è accettabile che c'è l'ennesima crisi economica e allora si salvi chi può.
Che c'è bisogno di ordine e allora comprimiamo le libertà.
C'è bisogno di regole imposte sulla pelle di chi è rimasto indietro, escluso, perso.
Io vi chiedo di darci fiducia per scrivere insieme una storia di riscatto del nostro Territorio, la Puglia.
Possiamo farlo scegliendo con cura le persone che ci rappresenteranno nelle Istituzioni.
Possiamo farlo con due semplici tratti di matita votando non chi se ne vuole andare a Roma, ma chi vuole portare a Roma i problemi del Paese.
Posso garantirvi che se quei tratti saranno apposti sul simbolo di Più Europa mi vedrete determinato a dare costantemente il massimo.
Anzi, penso che tanti di voi che mi conoscono questo già lo sanno.
Domenica scegliamo una crescita sostenibile per il Paese, l'innovazione, la lotta alla burocrazia. Scegliamo di difendere il Mezzogiorno. Scegliamo i diritti di tutte e tutti. Scegliamo di essere liberi, fino alla fine.
Ringrazio tutti quelli che sono stati al mio fianco in questo mese. Dal Partito, alla mia famiglia, alle amiche e agli amici che si sono spesi in queste settimane per Più Europa.
Ringrazio anche chi mi è stato di fronte, perché così mi ha offerto due occhi da guardare e qualcosa su cui riflettere.
Domani è più vicino e nonostante tutto è più chiaro, se lo vogliamo.
Cara Italia, domenica 25 settembre resta libera. Vota + Europa».