Falsa licenza per la caccia, due denunciati: uno è di Terlizzi
L'uomo è accusato di aver esercitato l’esercizio venatorio su tutto il territorio, abbattendo centinaia di esemplari di fauna
lunedì 27 gennaio 2020
11.21
Due soggetti scoperti e denunciati dai militari della Stazione Carabinieri Parco di Ruvo, per aver falsificato dei documenti utili all'esercizio venatorio. Due licenze di porto d'armi, una ad uso sportivo e l'altra ad uso caccia, aventi differenti tra loro un solo numero identificativo.
Furono questi i punti dai quale partì l'indagine dei militari della Stazione Carabinieri Parco di Ruvo di Puglia, i quali scoprirono che una delle due licenze, quella ad uso caccia, era la falsificazione di quella ad uso sportivo legittimamente rilasciata dalla Questura di Bari. Licenza richiesta poi in duplicato al Commissariato di P.S. di Corato auto-certificando una falsa residenza. Per questo a gennaio dello scorso anno fu denunciato un uomo.
Le successive indagini degli stessi militari hanno portato ad accertare a carico di altri due soggetti, sempre cacciatori, falsificazione di atti al fine di ottener la documentazione per poter effettuare esercizio venatorio sull'intero territorio regionale.
I due aspiranti cacciatori, al fine di ottenere il porto d'armi per uso caccia, avevano presentato l'apposita istanza presso i Commissariati di P.S. di Andria e di Corato e successivamente si erano rivolti ai comuni di residenza di Corato e di Terlizzi, attestando falsamente il possesso dell'abilitazione. Il "falso ideologico" ha interessato invece l'auto-certificazione attestante la falsa residenza di un soggetto nel comune di Minervino Murge, diverso dal comune di Corato, dove effettivamente risiedeva.
Le indagini dei Forestali hanno appurato che i due, conseguite le illegittime licenze di caccia, hanno poi di fatto esercitato l'esercizio venatorio su tutto il territorio, abbattendo centinaia di esemplari di fauna. Diversi i reati di cui ora i falsi "cacciatori" dovranno rispondere e che vanno dal falso materiale e ideologico, all'esercizio venatorio non consentito con conseguente "furto venatorio".
Furono questi i punti dai quale partì l'indagine dei militari della Stazione Carabinieri Parco di Ruvo di Puglia, i quali scoprirono che una delle due licenze, quella ad uso caccia, era la falsificazione di quella ad uso sportivo legittimamente rilasciata dalla Questura di Bari. Licenza richiesta poi in duplicato al Commissariato di P.S. di Corato auto-certificando una falsa residenza. Per questo a gennaio dello scorso anno fu denunciato un uomo.
Le successive indagini degli stessi militari hanno portato ad accertare a carico di altri due soggetti, sempre cacciatori, falsificazione di atti al fine di ottener la documentazione per poter effettuare esercizio venatorio sull'intero territorio regionale.
I due aspiranti cacciatori, al fine di ottenere il porto d'armi per uso caccia, avevano presentato l'apposita istanza presso i Commissariati di P.S. di Andria e di Corato e successivamente si erano rivolti ai comuni di residenza di Corato e di Terlizzi, attestando falsamente il possesso dell'abilitazione. Il "falso ideologico" ha interessato invece l'auto-certificazione attestante la falsa residenza di un soggetto nel comune di Minervino Murge, diverso dal comune di Corato, dove effettivamente risiedeva.
Le indagini dei Forestali hanno appurato che i due, conseguite le illegittime licenze di caccia, hanno poi di fatto esercitato l'esercizio venatorio su tutto il territorio, abbattendo centinaia di esemplari di fauna. Diversi i reati di cui ora i falsi "cacciatori" dovranno rispondere e che vanno dal falso materiale e ideologico, all'esercizio venatorio non consentito con conseguente "furto venatorio".