Fiorone di Terlizzi come il prosciutto di Parma: per il "Tauro" si punta alla Dop
Comune, Gal Fior d'Olivi e imprenditori hanno incontrato i rappresentanti del minstero
sabato 4 luglio 2015
8.39
Terlizzi punta alla denominazione D.o.p. (di origine protetta) per i suoi fioroni "Tauro". Non è un segreto che questo rientri tra gli obiettivi dell'amministrazione Gemmato, per il quale si sta interessando anche il Gruppo di Azione Locale (Gal) Fior d'Olivi.
Insomma, il fiorone "Mengh' Taur" - che deve il suo nome al terlizzese Domenico Tauro che per primo sperimento l'innesto di questa specialità tutta nostrana - presto potrebbe ottenere dagli organi ministeriali il prestigioso riconoscimento di qualità. La denominazione d.o.p. ha una valenza europeo, è marchio di tutela giuridica che riconosce la tipicità locale di un prodotto, la sua connessione naturale a una determinata zona geografica.
Il fiorone di Terlizzi come il prosciutto di Parma, l'aceto balsamico di Modena, l'aglio di Voghiera o l'arancia del Gargano. Gli esempi con altri prodotti italiani se ne possono fare ancora, ma tanto basta per capire che il marchio Dop aggiungerebbe valore al fiorone di Terlizzi, gli darebbe maggiore visibilità sui mercati nazionali ed esteri, assicurando agli agricoltori del circondario una maggiore competitività sul mercato.
Ieri pomeriggio il Gal Fior d'Ulivi, insieme ad alcuni operatori terlizzesi, ha incontrato a Bisceglie, a Palazzo Tupputi, alcuni tecnici e dirigenti del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali per parlare proprio di certificazioni e riconoscimenti per i prodotti di qualità. «La nostra idea è quella di provare a garantire per il Fiorone Domenico Tauro, frutto prelibato del nostro territorio che in questi giorni risplende sulle nostre tavole, il marchio Dop o Igp» fanno sapere i tecnici del Gal. «Per farlo, però, c'è bisogno della sinergia tra attori pubblici, come il Comune di Terlizzi, e soggetti privati, come i tanti imprenditori agricoli che producono e commercializzano il fiorone Domenico Tauro.»
Insomma, il fiorone "Mengh' Taur" - che deve il suo nome al terlizzese Domenico Tauro che per primo sperimento l'innesto di questa specialità tutta nostrana - presto potrebbe ottenere dagli organi ministeriali il prestigioso riconoscimento di qualità. La denominazione d.o.p. ha una valenza europeo, è marchio di tutela giuridica che riconosce la tipicità locale di un prodotto, la sua connessione naturale a una determinata zona geografica.
Il fiorone di Terlizzi come il prosciutto di Parma, l'aceto balsamico di Modena, l'aglio di Voghiera o l'arancia del Gargano. Gli esempi con altri prodotti italiani se ne possono fare ancora, ma tanto basta per capire che il marchio Dop aggiungerebbe valore al fiorone di Terlizzi, gli darebbe maggiore visibilità sui mercati nazionali ed esteri, assicurando agli agricoltori del circondario una maggiore competitività sul mercato.
Ieri pomeriggio il Gal Fior d'Ulivi, insieme ad alcuni operatori terlizzesi, ha incontrato a Bisceglie, a Palazzo Tupputi, alcuni tecnici e dirigenti del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali per parlare proprio di certificazioni e riconoscimenti per i prodotti di qualità. «La nostra idea è quella di provare a garantire per il Fiorone Domenico Tauro, frutto prelibato del nostro territorio che in questi giorni risplende sulle nostre tavole, il marchio Dop o Igp» fanno sapere i tecnici del Gal. «Per farlo, però, c'è bisogno della sinergia tra attori pubblici, come il Comune di Terlizzi, e soggetti privati, come i tanti imprenditori agricoli che producono e commercializzano il fiorone Domenico Tauro.»