Foibe, Gemmato: «Impegno di tutti ad approfondire pagina tragica della storia nazionale»
Ieri le celebrazioni in tutta Italia. Il monito del parlamentare per non dimenticare ed evitare in futuro simili atrocità
sabato 11 febbraio 2023
Il 10 febbraio viene commemorato il massacro di migliaia di italiani sul versante orientale e l'esodo che ne seguì delle popolazioni istriano-giuliano-dalmate.
Un carico di dolore a lungo rimosso dalla memoria collettiva, in alcune circostanze anche negato per convenienza politica o ideologica.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e nei primi anni della Repubblica, migliaia di italiani furono deportati dalle truppe comuniste fedeli al Maresciallo Tito e perirono in queste cavità carsiche. La conformazione di queste ultime (man mano che si scende in profondità, sempre più strette) rendeva difficoltosa la risalita e i soccorsi; pertanto, quasi impossibile il recupero e l'identificazione delle vittime.
Il Giorno del ricordo è stato istituito dalla Repubblica Italiana con legge n°92 del 30 Marzo 2004. Nel rendere omaggio a coloro che hanno perso la vita in queste terribili circostanze, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale ha voluto mettere l'accento su un aspetto: «la civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l'unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano - ancora oggi - le terribili vicende legate all'insensata e tragica invasione russa dell'Ucraina. Un inaccettabile tentativo di portare indietro le lancette della storia, cercando di ritornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza».
Sul tema, sempre molto discusso in Italia, abbiamo sentito il parlamentare terlizzese, Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato alla Salute: «Il Giorno del Ricordo - ci ha detto - rappresenta l'impegno di tutti a conoscere e approfondire una pagina tragica della storia nazionale, consumata nei confronti di decine di migliaia di esuli dalmati, istriani e fiumani - i martiri delle foibe - vittime della furia dei partigiani titini, per il solo fatto di essere italiani. È un doveroso omaggio a quanti cadono innocenti per via di conflitti etnici e ideologici. È fare memoria di quella sofferenza perché non si ripeta più».
Un carico di dolore a lungo rimosso dalla memoria collettiva, in alcune circostanze anche negato per convenienza politica o ideologica.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e nei primi anni della Repubblica, migliaia di italiani furono deportati dalle truppe comuniste fedeli al Maresciallo Tito e perirono in queste cavità carsiche. La conformazione di queste ultime (man mano che si scende in profondità, sempre più strette) rendeva difficoltosa la risalita e i soccorsi; pertanto, quasi impossibile il recupero e l'identificazione delle vittime.
Il Giorno del ricordo è stato istituito dalla Repubblica Italiana con legge n°92 del 30 Marzo 2004. Nel rendere omaggio a coloro che hanno perso la vita in queste terribili circostanze, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale ha voluto mettere l'accento su un aspetto: «la civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l'unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano - ancora oggi - le terribili vicende legate all'insensata e tragica invasione russa dell'Ucraina. Un inaccettabile tentativo di portare indietro le lancette della storia, cercando di ritornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza».
Sul tema, sempre molto discusso in Italia, abbiamo sentito il parlamentare terlizzese, Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato alla Salute: «Il Giorno del Ricordo - ci ha detto - rappresenta l'impegno di tutti a conoscere e approfondire una pagina tragica della storia nazionale, consumata nei confronti di decine di migliaia di esuli dalmati, istriani e fiumani - i martiri delle foibe - vittime della furia dei partigiani titini, per il solo fatto di essere italiani. È un doveroso omaggio a quanti cadono innocenti per via di conflitti etnici e ideologici. È fare memoria di quella sofferenza perché non si ripeta più».