REPORTAGE: Il cimitero degli orrori, tutte le foto
Sporcizia e degrado al cimitero comunale
giovedì 17 marzo 2016
8.25
Un luogo di commemorazione dei defunti quale il cimitero comunale dovrebbe essere anche un posto pulito e sicuro. Usiamo il condizionale perché purtroppo così non è più per il cimitero terlizzese: degrado e abbandono fanno della casa dei nostri cari scomparsi una vera e propria discarica a cielo aperto. A parte l'evidente sporcizia, le chianche sbilenche e i mattoni sollevati potrebbero arrecare danni specialmente ai più anziani frequentatori.
Alle spalle delle cappelle private che costeggiano il muro perimetrale sono nascosti cumuli di spazzatura di ogni genere: tubi, mattoni caduti, grate di ferro, plastica e carta. Sembra quasi che queste intercapedini facciano da ripostiglio. Infatti, qualche attento proprietario che provvede da sé alla pulizia della zona ha lasciato proprio lì la sua scopa, pronta per un prossimo ed eventuale uso. Certo, i corridoi non sono tenuti meglio: infiltrazioni d'acqua, marmi rotti e mura non intonacate accolgono lugubri le anime di chi è deceduto solo un annetto fa.
Se queste sono le strutture più recenti, spazio all'immaginazione per quelle più vecchiotte: scalinate a strapiombo, ragnatele penzolanti che sembrano liane di una giungla, vasi sparsi a terra con tanto di fiori secchi. C'è chi, invece, i fiori li cambia ma non sa dove buttare i vecchi dato che i bidoni sono stracolmi. In assenza, c'è chi usa un portafiori a mò di cestino oppure finisce tutto nel terreno: anche una lapide inutilizzata rimane vicino a un albero e ad un cassonetto nell'attesa di essere rimossa. Per non parlare delle scale mobili, alcune arrugginite altre prive di un piede: un vero e proprio pericolo alla portata di chiunque.
Alle spalle delle cappelle private che costeggiano il muro perimetrale sono nascosti cumuli di spazzatura di ogni genere: tubi, mattoni caduti, grate di ferro, plastica e carta. Sembra quasi che queste intercapedini facciano da ripostiglio. Infatti, qualche attento proprietario che provvede da sé alla pulizia della zona ha lasciato proprio lì la sua scopa, pronta per un prossimo ed eventuale uso. Certo, i corridoi non sono tenuti meglio: infiltrazioni d'acqua, marmi rotti e mura non intonacate accolgono lugubri le anime di chi è deceduto solo un annetto fa.
Se queste sono le strutture più recenti, spazio all'immaginazione per quelle più vecchiotte: scalinate a strapiombo, ragnatele penzolanti che sembrano liane di una giungla, vasi sparsi a terra con tanto di fiori secchi. C'è chi, invece, i fiori li cambia ma non sa dove buttare i vecchi dato che i bidoni sono stracolmi. In assenza, c'è chi usa un portafiori a mò di cestino oppure finisce tutto nel terreno: anche una lapide inutilizzata rimane vicino a un albero e ad un cassonetto nell'attesa di essere rimossa. Per non parlare delle scale mobili, alcune arrugginite altre prive di un piede: un vero e proprio pericolo alla portata di chiunque.