Fratelli d'Italia attacca i medici di famiglia sulla Casa di Comunità

L'opposizione contesta la propaganda del centrosinistra in vista delle prossime elezioni

venerdì 1 marzo 2024
La Casa di Comunità che sarà allestita all'interno del nosocomio terlizzese "Michele Sarcone" è una misura di assistenza sociosanitaria che, però, non comporterà la riattivazione nei termini classici dei servizi ospedalieri. È il concetto di fondo sul quale si sta spendendo la sezione locale di Fratelli d'Italia, la quale vuole chiarire che lo smantellamento tradizionale della sanità, nella nostra città come altrove, è un processo che non prevede inversioni di marcia.

Il centrosinistra alla guida di Terlizzi, a parere delle opposizioni, sta, dunque, mischiando le carte in tavola, inducendo in confusione i cittadini. L'ospedale sarà impiegato nei suoi spazi fisici, atteggiandosi, tuttavia, a guscio senza polpa.

I medici di famiglia che hanno aderito alla Casa di Comunità e che si trasferiranno negli ambienti del Sarcone, offriranno le loro prestazioni di medicina di base. Sono ancora in fase di definizione le modalità, le turnazioni, le prese in carico di pazienti altri rispetto a quelli registrati presso di sé.

La Casa di Comunità, pertanto, è un blando tentativo per tenere formalmente aperto l'ospedale, sebbene questo sia stato brutalmente e progressivamente svuotato nel corso di circa vent'anni.

Di seguito il comunicato completo di Fratelli d'Italia.

«In queste ultime ore è stato pubblicato un comunicato da parte dei medici di famiglia di Terlizzi o meglio di quelli che hanno aderito al futuro ospedale di comunità che rappresentata un evidente cambio di rotta rispetto alla disinformazione e ai trionfalismi iniziali.
Ci stiamo riferendo agli Ospedali di comunità che, a differenza di quanto riportato enfaticamente e in maniera volutamente errata, non rappresentano in alcun modo la riapertura del nostro ospedale, non rappresentano la possibilità per chi si rivolgerà al proprio medico di famiglia stabilito presso l'ex nosocomio di saltare le liste d'attesa e di essere "servito" prima degli altri.
Tutto quello che ci è stato raccontato avverrà solo e solamente quando saranno attivate le case di comunità. E nelle case di comunità affluiranno tutti i MMG, ovviamente su base volontaria poiché hanno un contratto di convenzione.
Questo accordo anticipa una volontà da parte di questi medici che hanno di fatto già dichiarato di volersi trasferire nella erigenda casa di comunità.
Ma, di fatto, è solo un atto formale comunque previsto e necessario per il futuro.
Come avete letto nel post, si scarica la sua realizzazione vera solo nel momento in cui le case di comunità saranno operative e soprattutto, cosa molto grave, si rimandano alla politica i tempi e i modi di questo percorso.
Quindi parliamo al momento solo di una operazione mediatica in vista delle europee, delle regionali e al servizio della politica locale che cerca di accaparrarsi consensi».