Fratelli d'Italia, «no» al referendum di Renzi, sì al sindaco «manager»

Domenica 18 settembre un punto di ascolto in Corso Vittorio Emanuele

sabato 17 settembre 2016
Anche a Terlizzi soffia il vento referendario. Sarà un autunno all'insegna del cosiddetto Italicum renziano chiamato alla prova del voto degli italiani. La data non c'è ancora in realtà, e intanto Fratelli d'Italia lancia il primo referendum propositivo d'Italia. Domenica, 18 settembre dalle ore 10 alle 13 e dalle 20 alle 22 in Corso Vittorio Emanuele, davanti alla sede del partito gli attivisti allestiranno una sorta di punto di ascolto per chiedere direttamente ai cittadini «di indicarci la strada su temi prioritari come il rapporto con l'Ue, le tasse, l'immigrazione. E chiariremo il perché del NO al referendum costituzionale proposto da Renzi», spiega in una nota Pasquale Ranieri, coordinatore locale di FdI.

«Siamo convintamente contrari rispetto all'ultima colossale truffa di Renzi. La Costituzione va profondamente e radicalmente rinnovata, anche a partire dal bicameralismo. Sarebbe stato semplice, decisamente incisivo e più corrispondente alle necessità di maggior efficienza e snellimento della macchina legislativa abolire veramente il Senato. La finta riforma di Renzi non abolisce il Senato - così come non ha abolito le Province - ma più banalmente abolisce la democrazia in Senato, trasformandolo in una Camera a elezione di secondo grado. In buona sostanza la grande rivoluzione di Renzi è mantenere le due Camere, trasformando il Senato in un organo medievale con elezioni di secondo livello come per i valvassori e i valvassini».

FDI rilancia un tema molto caro alla destra italiano, già proposto all'epoca da Alleanza Nazionale: l'elezione diretta del capo del Governo. «È necessario - sostiene FDI - aumentare la partecipazione dal basso, consentendo ai Sindaci sempre più poteri di intervento e più deleghe. È la questione aperta della via italiana al Federalismo. Municipio e Sindaco sono l'istituzione e il volto dell'istituzione che possono rappresentare la seconda, più radicale e innovativa fase del federalismo italiano.

E poi altri temi: dall'autonomia fiscale dei Comuni, alla sicurezza sociale, passando per il tetto delle tasse fissato al 35%. E ancora più poteri in tutti i settori alle comunità attraverso un «sindaco manager, meno ingerenze da parte di questa Europa basata du un «deficit di democrazia». Questo è altro si discuterà domenica, 18 settembre, nelle ore della ZTL, in Corso V. Emanuele a Terlizzi.