Furti di automezzi e poi il riscatto, fenomeno ancora presente a Terlizzi

Ne parliamo con Renato de Scisciolo dell'Antiracket

giovedì 4 giugno 2015 22.47
A cura di Nicoló Marino Ceci
Renato De Scisciolo è il presidente dell'Antiracket di Molfetta e di recente è stato insignito Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella per l'attivismo dimostrato nella lotta alla criminalità organizzata sul nostro territorio. Un buon motivo per conoscere, più nel dettaglio, cosa stia accadendo oggi a Terlizzi tra usura e racket.

A Terlizzi si stanno concludendo alcuni procedimenti per usura. Quante persone sono coinvolte, qual è il volume d'affari?
Sono coinvolti 6 imputati in tre diversi giudizi: due si sono conclusi, mentre per l'altro siamo in attesa di sentenza. Il volume d'affari è di 2 milioni di euro.

Che dimensioni ha il fenomeno dell'usura nella nostra città?
Sappiamo che a Terlizzi ci siano molti usurai, ma ci sono poche denunce: soprattutto da parte di piccoli imprenditori.

E il racket?
Per le segnalazioni giunte, non ci sono estorsioni a commercianti come succede a Bari, Foggia o Bitonto, ma c'è ancora il reato del "cavallo di ritorno".

Cos'è?
Accade spesso che il furto di macchine o mezzi agricoli sia seguito dalla richiesta di riscatto da parte dei criminali: questa è purtroppo una pratica molto accolta e diffusa.

Esiste la criminalità organizzata nel nostro territorio?
Forse si. Non sappiamo con chi sia collegata; sappiamo però che sia "a conduzione familiare".

Chi è Renato De Scisciolo?
Sono coordinatore regionale Antiracket FAI da 3 anni e responsabile del PON sicurezza del Ministero dell'Interno sul consumo critico per la Puglia. Mi sono occupato della criminalità di Foggia, Lecce, Bari e mi son costituito, con l'antiracket, parte civile in 40 processi contro la criminalità organizzata: tra gli altri, i clan Parisi, Strisciuglio, Telegrafo e Capriati; la Sacra Corona Unita e la mafia di Foggia. Sono anche stato sotto scorta per sei mesi per una minaccia che ho ricevuto proprio da un boss foggiano: ringrazio tantissimo i carabinieri di Molfetta e di Terlizzi.

Perché rivolgersi all'antiracket di Molfetta?
Perché conviene al cittadino, che viene tutelato sia dall'Associazione, che dallo Stato con una serie di benefici.

Quali?
Innanzitutto, la vittima viene assistita da un ufficio legale e da un commercialista messi a disposizione dall'Associazione, per costituirsi parte civile nel giudizio penale contro gli estortori. Il cittadino può poi accedere al fondo di garanzia previsto dalla l. 108/96: lo Stato concede un mutuo per 10 anni senza interessi se si è vittima di usura; se si è vittima di estorsione si può ottenere un'elargizione a fondo perduto per riprendere l'attività. Inoltre la vittima può, grazie alle leggi 108/96 e 44/99, beneficiare di una sospensione per 300 giorni nel subire atti esecutivi, pagare mutui e per 3 anni non riceverà cartelle di Equitalia.
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