Gabriella Genisi e la sua Lolita Lobosco stregano il pubblico di Terlizzi (VIDEOINTERVISTA)
In lavorazione la terza stagione della fiction trasmessa da Rai 1
lunedì 6 febbraio 2023
11.53
Per la quinta volta a Terlizzi, la scrittrice Gabriella Genisi ha posto in essere un'operazione editoriale singolare per la promozione del suo ultimo romanzo su Lolita Lobosco, "Lo scammaro avvelenato": all'interno dell'accogliente e calda Osteria "Il Tummà", nella gelida serata di ieri, domenica 5 febbraio, nel corso della presentazione è stato offerto al parterre e ai relatori un assaggio dello stesso "scammaro", ossia il piatto che dà il nome al giallo.
La fiction di Rai 1, con quasi sei milioni di spettatori a puntata, ha contribuito a rendere Genisi una delle gialliste più lette d'Italia: la nuova fatica letteraria include al suo interno una nutrita selezione di piatti della cucina pugliese. Tra gli altri, uno degli obiettivi è quello di diffondere la tradizione culinaria di Bari e non solo, in modo da esportare gli usi e i costumi del tacco d'Italia.
«Il cibo è un collante potentissimo attraverso il quale è possibile raccontare luoghi e storie. È anche uno strumento utile a far riaffiorare i ricordi: ad esempio, la memoria olfattiva e gustativa viene stimolata nei pazienti affetti da Alzheimer», ha illustrato Genisi, «Esistono tanti puristi della cucina, ma ritengo che siano fuori luogo: la cucina è, infatti, ricerca e contaminazione».
[YOUTUBE]
Lo "scammaro" è un pasto vetusto che si usava preparare nei giorni di quaresima quando non era concesso mangiare carne: dal significato "di magro", esso si connota per l'assenza di proteine. Sicché, la "frittata di scammaro" si distingue dalla più conosciuta "frittata di pasta", poiché non prevede l'utilizzo delle uova. Tant'è che Marilisa Viasaggi, titolare dell'osteria, ha predisposto delle porzioni di spaghetti tagliati, conditi, fra i diversi ingredienti, con olio, aglio e uva passa.
Nel volume di Genisi, l'omicidio da risolvere ruota attorno a un avvelenamento per aver inghiottito uno scammaro tossico. Come aneddoto, è stato pure rivelato che lo scammaro è diventato un «trend topic», dal momento che i lettori e i telespettatori hanno avviato la ricerca della ricetta per replicare da sé la pietanza.
L'incantevole Luisa Ranieri, nell'interpretare Lolita Lobosco, ha innescato un vero e proprio affezionamento alla figura di una poliziotta determinata e tenace attraverso la sua rappresentazione anche nella vita privata. Non solo cosa mangia, quindi, ma anche come veste e dove si allena: il personaggio di fantasia sta ispirando innumerevoli donne nel nutrirsi e nell'agghindarsi con outfit simili.
Un ritorno d'immagine eccezionale per la città di Bari: un «pensiero meridiano», un modo di vivere con lentezza, il panzerotto quale simbolo delle prelibatezze in cui rifugiarsi. Sono peraltro stati organizzati dei tour alla volta del capoluogo da parte di agenzie genovesi e marchigiane, disponendo pacchetti turistici sulle orme di Lolita.
Genisi è giunta alla stesura del quattordicesimo delitto e la fama di cui gode ha comportato anche un maggior ispessimento della trama per poter soddisfare la curiosità dei suoi lettori, tanto da inserire nella narrativa il coinvolgimento dei familiari di Lolita. Non si nota alcuna cristallizzazione dei vari caratteri, bensì un continuo dinamismo che si adatta ai contesti, alternando momenti di maggiore forza d'animo ad altri di più accentuata fragilità.
Un'evoluzione che si è riscontrata anche nel passaggio dalla prima alla seconda serie: all'inizio è stata costruita un'immagine estraniante degli ambienti, imposta anche dalla pandemia; successivamente, è venuto fuori «un set più oleato, contraddistinto da maggiore naturalezza anche grazie alla dedizione degli attori che hanno preso maggiore confidenza con i personaggi». Per i fan, comunque, arriva una lieta novella: sarà prodotta una terza stagione sull'amata eroina.
Sulla «sacralità» di Lolita Lobosco e sul taglio trasversale assegnatole, in modo da potersi rivolgere agli adulti e ai bambini, mancando delle scene più truculente tipiche delle produzioni americane, si è positivamente espresso anche Vito Marinelli, referente dell'associazione "Un panda sulla luna" che ha concretizzato l'interessante evento.
La fiction di Rai 1, con quasi sei milioni di spettatori a puntata, ha contribuito a rendere Genisi una delle gialliste più lette d'Italia: la nuova fatica letteraria include al suo interno una nutrita selezione di piatti della cucina pugliese. Tra gli altri, uno degli obiettivi è quello di diffondere la tradizione culinaria di Bari e non solo, in modo da esportare gli usi e i costumi del tacco d'Italia.
«Il cibo è un collante potentissimo attraverso il quale è possibile raccontare luoghi e storie. È anche uno strumento utile a far riaffiorare i ricordi: ad esempio, la memoria olfattiva e gustativa viene stimolata nei pazienti affetti da Alzheimer», ha illustrato Genisi, «Esistono tanti puristi della cucina, ma ritengo che siano fuori luogo: la cucina è, infatti, ricerca e contaminazione».
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Lo "scammaro" è un pasto vetusto che si usava preparare nei giorni di quaresima quando non era concesso mangiare carne: dal significato "di magro", esso si connota per l'assenza di proteine. Sicché, la "frittata di scammaro" si distingue dalla più conosciuta "frittata di pasta", poiché non prevede l'utilizzo delle uova. Tant'è che Marilisa Viasaggi, titolare dell'osteria, ha predisposto delle porzioni di spaghetti tagliati, conditi, fra i diversi ingredienti, con olio, aglio e uva passa.
Nel volume di Genisi, l'omicidio da risolvere ruota attorno a un avvelenamento per aver inghiottito uno scammaro tossico. Come aneddoto, è stato pure rivelato che lo scammaro è diventato un «trend topic», dal momento che i lettori e i telespettatori hanno avviato la ricerca della ricetta per replicare da sé la pietanza.
L'incantevole Luisa Ranieri, nell'interpretare Lolita Lobosco, ha innescato un vero e proprio affezionamento alla figura di una poliziotta determinata e tenace attraverso la sua rappresentazione anche nella vita privata. Non solo cosa mangia, quindi, ma anche come veste e dove si allena: il personaggio di fantasia sta ispirando innumerevoli donne nel nutrirsi e nell'agghindarsi con outfit simili.
Un ritorno d'immagine eccezionale per la città di Bari: un «pensiero meridiano», un modo di vivere con lentezza, il panzerotto quale simbolo delle prelibatezze in cui rifugiarsi. Sono peraltro stati organizzati dei tour alla volta del capoluogo da parte di agenzie genovesi e marchigiane, disponendo pacchetti turistici sulle orme di Lolita.
Genisi è giunta alla stesura del quattordicesimo delitto e la fama di cui gode ha comportato anche un maggior ispessimento della trama per poter soddisfare la curiosità dei suoi lettori, tanto da inserire nella narrativa il coinvolgimento dei familiari di Lolita. Non si nota alcuna cristallizzazione dei vari caratteri, bensì un continuo dinamismo che si adatta ai contesti, alternando momenti di maggiore forza d'animo ad altri di più accentuata fragilità.
Un'evoluzione che si è riscontrata anche nel passaggio dalla prima alla seconda serie: all'inizio è stata costruita un'immagine estraniante degli ambienti, imposta anche dalla pandemia; successivamente, è venuto fuori «un set più oleato, contraddistinto da maggiore naturalezza anche grazie alla dedizione degli attori che hanno preso maggiore confidenza con i personaggi». Per i fan, comunque, arriva una lieta novella: sarà prodotta una terza stagione sull'amata eroina.
Sulla «sacralità» di Lolita Lobosco e sul taglio trasversale assegnatole, in modo da potersi rivolgere agli adulti e ai bambini, mancando delle scene più truculente tipiche delle produzioni americane, si è positivamente espresso anche Vito Marinelli, referente dell'associazione "Un panda sulla luna" che ha concretizzato l'interessante evento.