Galliani: «Hub vaccinale di Terlizzi successo di ASL e volontari, non della politica»
La Consigliera comunale si sofferma su quella che definisce «massiccia propaganda di stampo neo-mussoliniano»
mercoledì 12 maggio 2021
Le vicende legate al Punto Vaccinale di Popolazione di Terlizzi non restano estranee al dibattito politico cittadino. Anzi, vi entrano quale tema centrale.
Sul successo delle attività, ma anche sulla presunta mancata trasparenza da parte dell'Amministrazione comunale nella gestione delle somministrazioni anche ai non prenotati, è tornata nelle scorse ore la Consigliera comunale Mariangela Galliani. Di seguito una sua nota.
«I comunicati politici sul tema dell'Hub vaccinale si sprecano.
È, infatti, in corso una massiccia campagna di comunicazione, di stampo neo-mussoliniano, fondata sull'idea socialmente più condivisa che per frenare la diffusione del Covid sia bene vaccinare sempre e in ogni caso.
La propaganda di regime, operante a livello locale, incalza nel tentativo di fidelizzare le masse adulte, avocando ad una parte ristrettissima della risicata maggioranza il merito di aver ben gestito il funzionamento di una struttura che è, in realtà, affidata in maniera esclusiva al personale sanitario, coadiuvato dai volontari.
La semplicità del messaggio veicolato è talmente efficace da aver insinuato nel pensiero comune l'automatismo per il quale, se il "Fratello d'Italia" garantisce la somministrazione del vaccino e il vaccino sconfigge il Covid, è transitivamente vero anche il fatto che il "Fratello d'Italia" sconfigge il Covid.
Perciò, in questa epoca senza riferimenti, l'uomo nero si eleva ad eroe.
In parallelo, è cresciuto, in parte avversa, il timore di risultare impopolari e ricevere, persino, pregiudizio dalla espressione di opinioni disallineate dal pensiero di quei cittadini che, sazi di vaccino, ritengono trascurabili gli aspetti relativi al modo, con riferimento alla correttezza, alla imparzialità, alla trasparenza delle procedure; nonché alle interferenze improprie con il diritto alla salute che, in un paese sano, la politica dovrebbe accuratamente evitare, per buon gusto e, soprattutto, per norma.
La storia, tuttavia, insegna come certe paure vadano stroncate sul nascere, con il coraggio di raccontare anche quelle verità che costringono l'individuo al ripensamento e alla revisione.
La regola vuole che l'accesso al vaccino sia somministrato per fasce di popolazione gradualmente meno aggredibili dal virus, secondo il principio che prima degli altri, vadano protetti i più fragili:
gli anzianissimi, i molto anziani, i meno anziani e poi tutti gli altri. La regola vuole anche che si tenga conto di un elenco complilato in base alla data di prenotazione.
Un bel giorno, però, è successo che siano avanzate delle dosi (di vaccino buono) e che l'ordine stabilito sia stato scomposto, al fine di estendere il trattamento a più soggetti possibili, fino all'esaurimento dele scorte disponibili.
Sicché, al banco dei vaccinandi, accanto alla fila dei "prenotati", ne è corsa l'altra dei "non prenotati", fuori regola.
"Fuori regola" cosa vuol dire? Significa, per esempio, che la dose destinata a tua madre, a tuo padre, oppure a suo nonno, potrebbe essere stata inoculata a me, che sono giovane e in buona salute.
Significa che, per ognuna delle persone vaccinate extra ordinem, ce n'è un'altra che ne aveva più bisogno e dovrà attendere, non protetta, ancora un po', correndo il rischio di infettarsi, per colpa di chi non ha rispettato le giuste precedenze.
LA COLPA NON È DEI MEDICI. NON È DEL PERSONALE SANITARIO CHE HA SVOLTO BENE IL SUO BUON LAVORO E NON È CERTO DEI VOLONTARI. LA COLPA NON È DEI CITTADINI.
La colpa è di chi ha gestito l'informazione e si è intromesso nel normale scorrimento degli elenchi.
È della politica che fa proseliti, persino, invadendo gli spazi della salute pubblica e ci convince che è normale ringraziare per aver ricevuto un favore, che invece era diritto.
Io non mi sono vaccinata. Avrei potuto, probabilmente, allineandomi a quella seconda fila.
Ma, se ancora ha un senso in questo paese parlare di democrazia e di giustizia, bisogna che abbiamo il coraggio spogliarci dell'affezione al privilegio personale e di chiedere ai rappresentati istituzionali che oggi sono al governo della città di chiarire quali siano stati i criteri utilizzati per la somministrazione delle dosi di vaccino avanzate.
Come siano stati informati i cittadini della possibilità di fruire dei vaccini in esubero rispetto alle somministrazioni programmate.
Chi abbia concorso alla formazione degli elenchi dei vaccinandi non prenotati.
A quale titolo l'Hub vaccinale sia costantemente presidiato da un consigliere comunale, nonostante la sua gestione spetti interamente alla ASL locale.
In quale veste e con quale ruolo alcuni esponenti politici siano intervenuti per accogliere e indirizzare i cittadini all'interno della struttura, al cui interno è prevista esclusivamente la presenza di personale autorizzato.
L'HUB VACCINALE È UN SUCCESSO DELLA ASL E DEL VOLONTARIATO! NON DELLA POLITICA!».
Mariangela Galliani
Sul successo delle attività, ma anche sulla presunta mancata trasparenza da parte dell'Amministrazione comunale nella gestione delle somministrazioni anche ai non prenotati, è tornata nelle scorse ore la Consigliera comunale Mariangela Galliani. Di seguito una sua nota.
«I comunicati politici sul tema dell'Hub vaccinale si sprecano.
È, infatti, in corso una massiccia campagna di comunicazione, di stampo neo-mussoliniano, fondata sull'idea socialmente più condivisa che per frenare la diffusione del Covid sia bene vaccinare sempre e in ogni caso.
La propaganda di regime, operante a livello locale, incalza nel tentativo di fidelizzare le masse adulte, avocando ad una parte ristrettissima della risicata maggioranza il merito di aver ben gestito il funzionamento di una struttura che è, in realtà, affidata in maniera esclusiva al personale sanitario, coadiuvato dai volontari.
La semplicità del messaggio veicolato è talmente efficace da aver insinuato nel pensiero comune l'automatismo per il quale, se il "Fratello d'Italia" garantisce la somministrazione del vaccino e il vaccino sconfigge il Covid, è transitivamente vero anche il fatto che il "Fratello d'Italia" sconfigge il Covid.
Perciò, in questa epoca senza riferimenti, l'uomo nero si eleva ad eroe.
In parallelo, è cresciuto, in parte avversa, il timore di risultare impopolari e ricevere, persino, pregiudizio dalla espressione di opinioni disallineate dal pensiero di quei cittadini che, sazi di vaccino, ritengono trascurabili gli aspetti relativi al modo, con riferimento alla correttezza, alla imparzialità, alla trasparenza delle procedure; nonché alle interferenze improprie con il diritto alla salute che, in un paese sano, la politica dovrebbe accuratamente evitare, per buon gusto e, soprattutto, per norma.
La storia, tuttavia, insegna come certe paure vadano stroncate sul nascere, con il coraggio di raccontare anche quelle verità che costringono l'individuo al ripensamento e alla revisione.
La regola vuole che l'accesso al vaccino sia somministrato per fasce di popolazione gradualmente meno aggredibili dal virus, secondo il principio che prima degli altri, vadano protetti i più fragili:
gli anzianissimi, i molto anziani, i meno anziani e poi tutti gli altri. La regola vuole anche che si tenga conto di un elenco complilato in base alla data di prenotazione.
Un bel giorno, però, è successo che siano avanzate delle dosi (di vaccino buono) e che l'ordine stabilito sia stato scomposto, al fine di estendere il trattamento a più soggetti possibili, fino all'esaurimento dele scorte disponibili.
Sicché, al banco dei vaccinandi, accanto alla fila dei "prenotati", ne è corsa l'altra dei "non prenotati", fuori regola.
"Fuori regola" cosa vuol dire? Significa, per esempio, che la dose destinata a tua madre, a tuo padre, oppure a suo nonno, potrebbe essere stata inoculata a me, che sono giovane e in buona salute.
Significa che, per ognuna delle persone vaccinate extra ordinem, ce n'è un'altra che ne aveva più bisogno e dovrà attendere, non protetta, ancora un po', correndo il rischio di infettarsi, per colpa di chi non ha rispettato le giuste precedenze.
LA COLPA NON È DEI MEDICI. NON È DEL PERSONALE SANITARIO CHE HA SVOLTO BENE IL SUO BUON LAVORO E NON È CERTO DEI VOLONTARI. LA COLPA NON È DEI CITTADINI.
La colpa è di chi ha gestito l'informazione e si è intromesso nel normale scorrimento degli elenchi.
È della politica che fa proseliti, persino, invadendo gli spazi della salute pubblica e ci convince che è normale ringraziare per aver ricevuto un favore, che invece era diritto.
Io non mi sono vaccinata. Avrei potuto, probabilmente, allineandomi a quella seconda fila.
Ma, se ancora ha un senso in questo paese parlare di democrazia e di giustizia, bisogna che abbiamo il coraggio spogliarci dell'affezione al privilegio personale e di chiedere ai rappresentati istituzionali che oggi sono al governo della città di chiarire quali siano stati i criteri utilizzati per la somministrazione delle dosi di vaccino avanzate.
Come siano stati informati i cittadini della possibilità di fruire dei vaccini in esubero rispetto alle somministrazioni programmate.
Chi abbia concorso alla formazione degli elenchi dei vaccinandi non prenotati.
A quale titolo l'Hub vaccinale sia costantemente presidiato da un consigliere comunale, nonostante la sua gestione spetti interamente alla ASL locale.
In quale veste e con quale ruolo alcuni esponenti politici siano intervenuti per accogliere e indirizzare i cittadini all'interno della struttura, al cui interno è prevista esclusivamente la presenza di personale autorizzato.
L'HUB VACCINALE È UN SUCCESSO DELLA ASL E DEL VOLONTARIATO! NON DELLA POLITICA!».
Mariangela Galliani