Gemmato: «Abbiamo agito solo per difendere Sovereto e il suo borgo medievale»
«Siamo tranquilli perché abbiamo fatto solo il nostro dovere. Voterei mille volte ancora quella variante.»
giovedì 12 novembre 2015
12.41
Indagati per aver difeso il borgo medievale di Sovereto. Questa è la sensazione che si respirava stamattina a Palazzo di Città tra i consiglieri comunali e gli esponenti dell'amministrazione comunale. Al netto dell'effetto mediatico altisonante che ha avuto la notizia degli avvisi di garanzia notificati ieri mattina a quasi tutto il consiglio comunale, si percepisce forte la sensazione che si tratta di una vicenda che ha origine da una buona intenzione, quella di tutelare l'integrità storico-architettonica del Borgo Medievale di Sovereto.
Insomma, la questione è più semplice di quanto in un primo momento possa sembrare: da una parte c'è un sindaco e un consiglio comunale che decidono di preservare l'intera area del borgo medievale di Sovereto, allo scopo che rimanga così com'è oggi, senza cemento attorno; dall'altra parte ci sono gli interessi particolari di un'impresa privata che credeva di poter costruire palazzi a due passi dal santuario dove è custodita la Madonna di Sovereto, patrona della città, e da un giorno all'altro si è visto negare il permesso a costruire.
Per questo il sindaco Ninni Gemmato sente di avere la città dalla sua parte. Nel corso della conferenza stampa convocata stamattina a Palazzo di Città, ci tiene più volte a spiegare che questo non è un braccio di ferro con la magistratura e che anzi da parte dell'amministrazione comunale ci sarà tutto il sostegno possibile rispetto al lavoro di chi sta indagando. Ma non ha alcun dubbio quando dice «voterei centomila volte quella variante se dovessi tornare indietro o se mi capitasse la stessa occasione». «Quella variante — aggiunge Gemmato — condivisa da tutto il consiglio comunale, maggioranza e opposizione, non è un atto improvvisato, ma è stata concepita per porre riparo a un errore storico che avrebbe potuto alterare per sempre quello che è oggi è il borgo di Sovereto.» In altre parole, senza quella variante al piano regolatore finita oggi sul tavolo della Procura di Trani, le imprese interessate avrebbero avuto il via libera a costruire palazzine con una volumetria pari a 2,5 metri cubi per ogni metro quadro, il triplo rispetto alla volumetria tipica delle zone di massima espansione edilizia. Un vero e proprio sfregio urbanistico impedito proprio grazie al voto favorevole in consiglio comunale da parte non solo del sindaco Gemmato e della sua maggioranza, ma anche di tutta l'opposizione.
«Le nostre scelte sono maturate per salvaguardare l'interesse pubblico dell'intera città e del legame affettivo che esiste da millenni tra Terlizzi e Sovereto» dice il sindaco Gemmato. «Nessuno può né dire né immaginare che il consiglio comunale abbia agito per difendere un interesse privato. Sono tranquillo e sicuro di aver fatto il mio dovere e ritengo che tutto il consiglio comunale debba essere sicuro di aver svolto solo il proprio dovere in difesa di un interesse pubblico, rappresentando unanimemente la città.»
Insomma, la questione è più semplice di quanto in un primo momento possa sembrare: da una parte c'è un sindaco e un consiglio comunale che decidono di preservare l'intera area del borgo medievale di Sovereto, allo scopo che rimanga così com'è oggi, senza cemento attorno; dall'altra parte ci sono gli interessi particolari di un'impresa privata che credeva di poter costruire palazzi a due passi dal santuario dove è custodita la Madonna di Sovereto, patrona della città, e da un giorno all'altro si è visto negare il permesso a costruire.
Per questo il sindaco Ninni Gemmato sente di avere la città dalla sua parte. Nel corso della conferenza stampa convocata stamattina a Palazzo di Città, ci tiene più volte a spiegare che questo non è un braccio di ferro con la magistratura e che anzi da parte dell'amministrazione comunale ci sarà tutto il sostegno possibile rispetto al lavoro di chi sta indagando. Ma non ha alcun dubbio quando dice «voterei centomila volte quella variante se dovessi tornare indietro o se mi capitasse la stessa occasione». «Quella variante — aggiunge Gemmato — condivisa da tutto il consiglio comunale, maggioranza e opposizione, non è un atto improvvisato, ma è stata concepita per porre riparo a un errore storico che avrebbe potuto alterare per sempre quello che è oggi è il borgo di Sovereto.» In altre parole, senza quella variante al piano regolatore finita oggi sul tavolo della Procura di Trani, le imprese interessate avrebbero avuto il via libera a costruire palazzine con una volumetria pari a 2,5 metri cubi per ogni metro quadro, il triplo rispetto alla volumetria tipica delle zone di massima espansione edilizia. Un vero e proprio sfregio urbanistico impedito proprio grazie al voto favorevole in consiglio comunale da parte non solo del sindaco Gemmato e della sua maggioranza, ma anche di tutta l'opposizione.
«Le nostre scelte sono maturate per salvaguardare l'interesse pubblico dell'intera città e del legame affettivo che esiste da millenni tra Terlizzi e Sovereto» dice il sindaco Gemmato. «Nessuno può né dire né immaginare che il consiglio comunale abbia agito per difendere un interesse privato. Sono tranquillo e sicuro di aver fatto il mio dovere e ritengo che tutto il consiglio comunale debba essere sicuro di aver svolto solo il proprio dovere in difesa di un interesse pubblico, rappresentando unanimemente la città.»