Foto. Gemmato: «Le crisi internazionali, anche se lontane, ci interessano da vicino»

Il discorso del sindaco di Terlizzi in occasione della giornata delle Forze Armate

mercoledì 4 novembre 2015 15.35
Riportiamo di seguito la versione integrale del discorso che il sindaco ha rivolto alla città in occasione della ricorrenza del 4 novembre, gesta dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate


Autorità civili, militari e religiose, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma, insegnanti, giovanissimi cittadini di Terlizzi, nella ricorrenza del 4 novembre e della festa delle Forze Armate italiane, celebriamo l'unità nazionale e il conseguimento di un fondamentale traguardo, perseguito per tutto il Risorgimento e raggiunto con la vittoria della prima guerra mondiale. Commemoriamo, riconoscenti, i patrioti e i soldati morti per la patria libera e democratica, ricordando il sacrificio dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e dell'Arma dei Carabinieri. Rendiamo il nostro doveroso tributo ai tanti militari che hanno offerto la loro vita per la costruzione della Repubblica e festeggiamo uniti le Forze Armate, che, con la loro costante dedizione, continuano a difendere la nazione dalle nuove minacce internazionali alla pace, alla libertà e al benessere.

Nel pieno della terribile crisi umanitaria che sta investendo il vecchio continente, con 560.000 migranti richiedenti asilo che, da inizio anno, hanno valicato i confini europei, in fuga da Siria, Iraq, Afghanistan e Libia, non possiamo non cogliere le inedite criticità militari e i fenomeni internazionali di destabilizzazione politica e sociale, il cui controllo richiede un rinnovato impegno delle nostre Forze Armate.

L'intenzione dei paesi dell'Unione di creare un corpo di guardia di frontiera per riprendere il controllo sul confine greco e la recente richiesta di un intervento armato dei Tornado italiani in Iraq, evidenziano la drammaticità dello scenario in atto.

Qualcosa di importante sta accadendo oggi in Medioriente con chiari effetti sulla politica estera e sull'economia di tutti i paesi europei. L'intervento russo in Siria indica una superpotenza intenzionata a reagire all'isolamento politico scaturito dalla crisi ucraina e a mostrare la sua forza, schierandosi al fianco del fronte sciita.

Se dopo il lancio di missili russi dalle portaerei del Mar Caspio, la Nato ha annunciato la propria intenzione di portare a quarantamila gli uomini della sua forza di intervento - raddoppiando il numero degli effettivi in Europa e aprendo nuove basi in Slovacchia e Ungheria - l'intervento di Putin in Medioriente è la dimostrazione della rinnovata forza militare russa, oltre che della presenza di un fronte compatto favorevole ad Assad e contrario al piano americano.

Il duello militare in corso è destinato evidentemente a ridefinire gli equilibri sullo scacchiere internazionale, non senza conseguenze per le strategie commerciali e politiche di tutti i paesi coinvolti.

Così, mentre la crisi multipolare in Medioriente non accenna a risolversi e l'esodo incontenibile di centinaia di migliaia di profughi investe ormai tutta l'Europa, ci si accorge finalmente dell'urgente necessità di modificare il "Principio di Dublino" e gli accordi che scaricavano sul paese di primo sbarco la responsabilità di concedere asilo.

La richiesta europea ad Ankara di creare centri di raccolta profughi in territorio turco, al fine di arginare l'ondata migratoria che sta favorendo il successo politico di forze populiste e xenofobe, dimostra che le crisi internazionali, benché apparentemente lontane dai nostri confini, ci interessano direttamente e sono destinate a mutare il ruolo dell'Italia e delle sue Forze Armate nel contesto internazionale.

L'Italia è la quinta potenza militare al mondo e, con gli altri paesi dell'Unione, potrebbe costituire un importantissimo blocco armato, il quale, tuttavia, non ha mai espresso il suo reale peso diplomatico nello scacchiere geopolitico mondiale.

Settant'anni dopo Yalta e da quell'11 febbraio 1945 in cui Stalin, Roosvelt e Churchill, all'ombra del vessillo delle Nazioni Unite, si divisero l'Europa e il mondo, l'Unione dovrebbe tornare decisiva nella ricerca di una soluzione al disordine mondiale, che scongiuri la guerra e ci riveda protagonisti, piuttosto che succubi subalterni di alleati potenti e sempre più autoritari.

Nel giorno dei festeggiamenti per le nostre Forze Armate è auspicabile, pertanto, la presenza di un'Europa unita, capace di far valere il suo peso politico e militare per il perseguimento della pace, della libertà e della prosperità economica.

Con questo augurio, nel giorno dei festeggiamenti per l'unità d'Italia, esprimiamo ai nostri soldati il ringraziamento della nazione e dell'intero popolo terlizzese per il loro impegno in un mondo che cambia e per la loro capacità di risolvere le attuali, inedite criticità.

La città di Terlizzi vi è grata, per aver difeso e per continuare con abnegazione a difendere la nostra identità culturale, il nostro benessere economico, la libertà e il diritto su cui si fonda questo grande Paese. Senza Forze Armate a custodire i sempre vivi ideali di libertà, giustizia e progresso economico non potremmo immaginare un futuro democratico per noi stessi e per le generazioni che ci seguiranno sul suolo sacro della nazione.

A chi, da sempre, ha l'eroico compito di difenderci, al baluardo della giustizia e dell'unità nazionale, va, in questa giornata di celebrazioni, il sentimento della nostra più profonda e commossa gratitudine.

Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!

Il sindaco Ninni Gemmato
4 novembre 2015
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