Gero Grassi entra nell'Assemblea Nazionale del PD
È stato eletto nel collegio "Bari 2" sostenendo Martina
lunedì 11 marzo 2019
10.15
A seguito delle primarie del Partito Democratico dello scorso 3 marzo in cui ha trionfato Nicola Zingaretti come segretario nazionale, l'ex deputato Gero Grassi è entrato a far parte dell'assemblea nazionale del PD poiché è risultato tra gli eletti pugliesi nel collegio "Bari 2", sostenendo il candidato Maurizio Martina.
Per la verità, sin dalla fondazione del PD, Grassi ha ricoperto in maniera continua la carica di consigliere nazionale del partito. «Credo di essere l'unico eletto che non ha speso un minuto di tempo per la campagna elettorale», ci tiene a precisare Gero, «Ringrazio le migliaia di amici che mi hanno votato e le centinaia di persone di Terlizzi che hanno avuto fiducia in me».
Si rammenta che i terlizzesi, in controtendenza rispetto al dato nazionale, hanno prediletto Martina con una preferenza pari al 58,3%; Zingaretti, infatti, si è attestato al secondo posto nel nostro paese con una percentuale del 38,2%; solo il 3,5%, infine, ha dato il proprio voto a Roberto Giachetti.
«Noi addetti ai lavori sapevamo bene che Zingaretti avrebbe vinto. Io infatti mi sono candidato con Martina pur avendo tutti i miei amici candidati con Zingaretti», commenta Grassi che ritiene importante che il PD, da adesso in poi, faccia dell'inclusione e delle nuove proposte le sue parole chiave. «Zingaretti non sarà capo, ma leader di una comunità».
Tra le problematiche da affrontare rientra di certo quella dell'occupazione giovanile che «non si persegue con l'assistenzialismo del Reddito di cittadinanza», ci spiega, biasimando l'operato dell'attuale governo giallo-verde, «ma con politiche occupazionali che diano ai giovani l'orgoglio di un lavoro».
Senza dubbio, a livello italiano il PD dovrà impegnarsi più di quanto abbia mai fatto per essere un partito di governo, arginando gli ulteriori e attuali rischi di populismi e sovranismi. «Difendere la Costituzione e migliorare l'Europa dei popoli, ricordando sempre che grazie all'Europa abbiamo 74 anni di pace e libertà».
Infine, la controversa questione meridionale per incentivare un suo sviluppo. «Il sud ha tante eccellenze», conclude Grassi, «Il Governo deve favorire le nuove infrastrutture ma noi meridionali dobbiamo competere con i settentrionali nel senso dello Stato e del valore della Repubblica».
Per la verità, sin dalla fondazione del PD, Grassi ha ricoperto in maniera continua la carica di consigliere nazionale del partito. «Credo di essere l'unico eletto che non ha speso un minuto di tempo per la campagna elettorale», ci tiene a precisare Gero, «Ringrazio le migliaia di amici che mi hanno votato e le centinaia di persone di Terlizzi che hanno avuto fiducia in me».
Si rammenta che i terlizzesi, in controtendenza rispetto al dato nazionale, hanno prediletto Martina con una preferenza pari al 58,3%; Zingaretti, infatti, si è attestato al secondo posto nel nostro paese con una percentuale del 38,2%; solo il 3,5%, infine, ha dato il proprio voto a Roberto Giachetti.
«Noi addetti ai lavori sapevamo bene che Zingaretti avrebbe vinto. Io infatti mi sono candidato con Martina pur avendo tutti i miei amici candidati con Zingaretti», commenta Grassi che ritiene importante che il PD, da adesso in poi, faccia dell'inclusione e delle nuove proposte le sue parole chiave. «Zingaretti non sarà capo, ma leader di una comunità».
Tra le problematiche da affrontare rientra di certo quella dell'occupazione giovanile che «non si persegue con l'assistenzialismo del Reddito di cittadinanza», ci spiega, biasimando l'operato dell'attuale governo giallo-verde, «ma con politiche occupazionali che diano ai giovani l'orgoglio di un lavoro».
Senza dubbio, a livello italiano il PD dovrà impegnarsi più di quanto abbia mai fatto per essere un partito di governo, arginando gli ulteriori e attuali rischi di populismi e sovranismi. «Difendere la Costituzione e migliorare l'Europa dei popoli, ricordando sempre che grazie all'Europa abbiamo 74 anni di pace e libertà».
Infine, la controversa questione meridionale per incentivare un suo sviluppo. «Il sud ha tante eccellenze», conclude Grassi, «Il Governo deve favorire le nuove infrastrutture ma noi meridionali dobbiamo competere con i settentrionali nel senso dello Stato e del valore della Repubblica».