Gli oppositori agli amministratori: «Hanno sfrattato i cittadini dalla casa comunale per far posto ai piccioni!»
Duro post social sulla situazione di Palazzo di Città
venerdì 8 gennaio 2021
10.00
I lavori a Palazzo di Città languono e la voce di Michele Grassi, Consigliere comunale del Partito Democratico, e dei suoi colleghi Michelangelo De Chirico, Nicola Morrone e Mariangela Galliani che in un post su Facebook hanno attaccato l'Amministrazione comunale terlizzese: «Saranno ricordati - scrivono con ironia - come gli amministratori che hanno sfrattato i cittadini dalla casa comunale per far posto ai piccioni!
Il Palazzo di Città - spiegano - abbandonato e con il soffitto pericolante, come più volte fatto notare al sindaco Gemmato nel corso delle sedute di Consiglio, che anni fa si celebravano nella storica sala consiliare, tra le più belle d'Italia».
«Come può - si chiedono -, la politica, decidere sulle sorti di una cittadina senza avere una sede?».
Michele Grassi ed i suoi colleghi ripercorrono il peregrinare della massima assise cittadina, che avrebbe bisogno di una sede consona: «Tante le sedi provvisorie in cui la politica in questi ultimi anni è stata mandata raminga per discutere dei problemi della città - si legge ancora nella nota -: dopo la palestra della "Pacecco" (altra vicenda scandalosa!), l'auditorium della "Gesmundo", la sala conferenze della Pinacoteca "de Napoli" e quella dei Servizi Sociali, il Mercato dei Fiori, ultimamente l'attività politica e i Consigli comunali si svolgono rimanendo sul divano di casa, oppure su un trattore o mentre si cucina, come se si stesse al Grande Fratello».
Su quest'ultimo punto, hanno una loro opinione e la rimarcano: «La scusa - scrivono - sono gli assembramenti. Già, quelli che vengono comunque creati nella stanza del Sindaco anche durante i Consigli, ma la verità è che si vuole continuare a disamministrare in solitario, impedendo alle opposizioni di svolgere efficacemente l'azione di indirizzo e di controllo. Non è politica - è la chiusa amara -, non è servizio civico, non è serietà. Gemmato & C., autosfrattatevi!».
Comunque la si pensi, il Palazzo di Città non può restare in quelle condizioni ancora a lungo e c'è bisogno di chiudere il cerchio, restituendo dignità alla massima assise, facendola tornare il prima possibile nella sua casa naturale.
Il Palazzo di Città - spiegano - abbandonato e con il soffitto pericolante, come più volte fatto notare al sindaco Gemmato nel corso delle sedute di Consiglio, che anni fa si celebravano nella storica sala consiliare, tra le più belle d'Italia».
«Come può - si chiedono -, la politica, decidere sulle sorti di una cittadina senza avere una sede?».
Michele Grassi ed i suoi colleghi ripercorrono il peregrinare della massima assise cittadina, che avrebbe bisogno di una sede consona: «Tante le sedi provvisorie in cui la politica in questi ultimi anni è stata mandata raminga per discutere dei problemi della città - si legge ancora nella nota -: dopo la palestra della "Pacecco" (altra vicenda scandalosa!), l'auditorium della "Gesmundo", la sala conferenze della Pinacoteca "de Napoli" e quella dei Servizi Sociali, il Mercato dei Fiori, ultimamente l'attività politica e i Consigli comunali si svolgono rimanendo sul divano di casa, oppure su un trattore o mentre si cucina, come se si stesse al Grande Fratello».
Su quest'ultimo punto, hanno una loro opinione e la rimarcano: «La scusa - scrivono - sono gli assembramenti. Già, quelli che vengono comunque creati nella stanza del Sindaco anche durante i Consigli, ma la verità è che si vuole continuare a disamministrare in solitario, impedendo alle opposizioni di svolgere efficacemente l'azione di indirizzo e di controllo. Non è politica - è la chiusa amara -, non è servizio civico, non è serietà. Gemmato & C., autosfrattatevi!».
Comunque la si pensi, il Palazzo di Città non può restare in quelle condizioni ancora a lungo e c'è bisogno di chiudere il cerchio, restituendo dignità alla massima assise, facendola tornare il prima possibile nella sua casa naturale.