I segni del Natale a Terlizzi

Un viaggio nella storia, nell’arte e nella tradizione locale legata alla nascita di Gesù Cristo

giovedì 7 gennaio 2021
Di seguito un importante approfondimento sul periodo natalizio appena conclusosi a cura di Vito Bernardi, già direttore della Biblioteca comunale di Terlizzi. Pane per chi ama conoscere sino in fondo la storia dell'arte cittadina, patrimonio inestimabile sia da un punto di vista prettamente culturale, sia da quello identitario. Buona lettura.



Nella Chiesa cattolica il Natale viene preannunciato dalle festività di San Nicola e di Santa Lucia. La forte carica simbolica di queste feste, rappresentata dai doni e dalla luce, ci fa pregustare la grande festa di pace e di amore che è il Natale. Il pane dato al popolo a San Nicola e a Santa Lucia nel Meridione d'Italia come in alcuni paesi nordici, preannuncia la discesa imminente dal cielo del Pane Vivo che è il Cristo Signore. Nella Chiesa primitiva, oltre al pane eucaristico, nel giorno di Natale c'era l'usanza, detta eulogia ( parola che viene dal greco e vuol dire benedizione), di distribuire ai poveri del pane benedetto. Il Pane Vivo disceso dal cielo, nell'area cattolica, trova la raffigurazione della sua venuta nella rappresentazione del presepe. Tommaso da Celano, biografo di San Francesco, ci parla del primo presepe vivente , allestito dal Poverello d'Assisi in un umile casolare di Greccio con la presenza solamente del bue ,dell'asino , di una greppia e di semplici pastori della Valle Reatina. Un misero, semplice e umile presepe che nella notte di Natale del 1223 trovò la sua consacrazione con la presenza reale del Bambino Gesù.

La rappresentazione della venuta del Redentore si diffuse rapidamente nell'orbe cattolico, arricchendosi di tutti i personaggi del racconto evangelico. Tra il XIII e il XV secolo sono le cattedrali romaniche e gotiche a rappresentare in tutta la sua bellezza il mistero della incarnazione di un Dio nella storia. Anche nella duecentesca Collegiata terlizzese, perduta nel XVIII secolo, il portale, realizzato da Anseramo da Trani, presenta al centro dell'architrave "la nascita di Gesù" con gli stilemi tipici dell'arte bizantina. La tradizione orientale trova la sua affermazione nei personaggi rappresentati: i Magi, la grotta di Betlemme, la stella cometa sopra la grotta, Gesù in fasce, la mangiatoia che evoca il sepolcro con chiaro riferimento alla Passione e Resurrezione(nella chiesa orientale la Natività viene vista come una piccola Pasqua), il bue, l'asinello, due angeli, la Vergine Madre nella parte sottostante, di dimensioni più grandi rispetto agli altri personaggi , adagiata su un giaciglio che accarezza il Figlio con estrema dolcezza e amore materno; Giuseppe, il padre putativo, è assente dalla scena per la mancata sua partecipazione alla nascita di Cristo. Nel Quattrocento la rappresentazione della nascita del Redentore si diffuse anche tra le plebi rurali del Meridione.

Ma è nel Settecento che si afferma come creazione di autentica opera d'arte i cui personaggi venivano realizzati con straordinaria e perfetta maestria. Napoli era la capitale europea dei presepi. Dalle botteghe napoletane uscivano degli autentici capolavori. Anche nella nostra Terlizzi la forza rievocativa della nascita di Cristo, espressa con il presepe, si fece sentire ed invase chiese, case di nobili, di borghesi, di popolani. Dalle botteghe artigiane napoletane e da quelle leccesi che si affermarono nel Settecento e raggiunsero il loro apice, sia dal punto di vista della quantità che della qualità, nella seconda metà dell'Ottocento, arrivarono a Terlizzi presepi commissionati da sodalizi confraternali e conventi. Ricordiamo il presepe in cartapesta della chiesa di San Gioacchino con la Vergine che esibisce il Bambino ed angeli e putti che volano qua e là sulla grotta, e quello della chiesa dell'Immacolata del cartapestaio leccese Antonio Maccagnani, commissionati sicuramente il primo dalle Clarisse, il secondo dalla confraternita dell'Immacolata- San Carlo Borromeo- Sacro Monte dei Morti.

L'arte presepiale si era diffusa anche a Terlizzi grazie alla presenza di ottimi " figurari", di cui parla lo storico Luigi Marinelli Giovene nella sua opera "Memorie storiche di Terlizzi, città nel Peuceto, Bari 1881".La grande e piccola statuaria presepiale , frutto di abilità ,bravura ed esperienza, nei primi decenni dell'Ottocento , arricchì chiese, palazzi della nobiltà e della borghesia, ma anche le modeste e piccole abitazioni popolari. L'arte del figuraro non è venuta meno e ancora oggi viene perpetuata da bravi appassionati e in particolare dallo scultore Giacomo Gesmundo che realizza presepi che rievocano suggestive ambientazioni di un tempo che fu e personaggi che rendono viva, autentica la scena dell'incarnazione. Fede, storia, tradizione trovano nei presepi del Gesmundo una perfetta sintesi.

Non dobbiamo dimenticare anche l'apporto dato dalle locali botteghe artigiane della ceramica nella produzione di significativi manufatti presepiali, ieri come oggi .Segni del Natale li troviamo anche in alcune chiese cittadine che nel Cinque-Settecento si arricchirono di autentici capolavori dell'arte pittorica. Una stupenda "Natività" del Cinquecento fa bella figura nella chiesa di Santa Maria la Nova del XVI secolo, già dei Frati Minori Osservanti. L'opera fu realizzata su committenza conventuale dal bresciano G. Girolamo Savoldo, e trova collocazione sull'altare gentilizio della nobile famiglia Scalera, posizionato nell'ambito spaziale della navata laterale sinistra. Rappresenta "nodo di passaggio, afferma l'architetto e storico Michele Gargano, fra il Foppa e il Caravaggio nel quadro generale della storia dell'Arte italiana". Gli storici dell'Arte la datano tra il 1521 e il 1533. Nella metà del Settecento due Natività troviamo nella chiesa dell'Immacolata o del Purgatorio. La prima, "Adorazione dei pastori" , realizzata nella grande Roma del Settecento e datata dagli storici dell'Arte al 1735, venne commissionata dal sodalizio confraternale della chiesa al pittore molfettese Corrado Giaquinto. La seconda, "Adorazione dei Magi", sempre di committenza confraternale, incastonata nell'ambito presbiteriale della chiesa, fu eseguita dal pittore di Francavilla Fontana Domenico Carella, allievo del Giaquinto,

Nel secondo Novecento la Concattedrale di San Michele Arcangelo decorò il santuario della Madonna di Sovereto con una moderna e bella vetrata istoriata raffigurante la "Natività". Un altro segno importante del Natale di cui non possiamo fare a meno di parlare è rappresentato dalle numerose oleografie e litografie a soggetto natalizio che adornavano le abitazioni terlizzesi, in particolare quelle contadine. Un modesto corpus di "litografie e oleografie ottocentesche e novecentesche natalizie" trova attualmente collocazione nel locale Museo della Civiltà Contadina "Damiano Paparella", che speriamo venga sistemato al più presto secondo i moderni criteri della scienza demologica e riaperto per far ammirare a chi lo visiterà le migliaia di pezzi posseduti che documentano l'identità sociale, economica e culturale della nostra civiltà contadina.

A conclusione di questo excursus sui simboli del Natale a Terlizzi non resta che ribadire e riconfermare la necessità di riscoprire, proteggere, far conoscere e amare queste bellezze che fanno parte della nostra storia e della nostra memoria.

VITO BERNARDI
già direttore della Biblioteca comunale di Terlizzi