Il corteggiamento di Gero Grassi agli altri dell'opposizione
«Il Pd auspica un candidato sindaco del centrosinistra condiviso dalle parti politiche aderenti alla coalizione»
giovedì 19 gennaio 2017
9.13
È ormai spudorato il corteggiamento che il Partito Democratico sta facendo negli ultimi giorni al movimento Città Civile di Pasquale Vitagliano e alle altre forze politiche di opposizione all'attuale amministrazione di centrodestra. Il partito guidato a Terlizzi dall'on. Gero Grassi è tornato a ribadire che non ha alcuna intenzione di imporre un proprio candidato sindaco in maniera preconcetta, che è dunque aperto a contributi esterni, che è pronto a individuare insieme agli altri anche una figura non-politica come espressione di una più ampia coalizione di centrosinistra da opporre al candidato Ninni Gemmato.
Il partito che alle ultime elezioni europee e regionali è risultato il primo partito cittadino, rinuncia insomma al ruolo di primus inter pares e sarebbe disposto addirittura a rinunciare al totem delle "sante" primarie pur di individuare un candidato unitario condiviso da tutti. Dopo le dichiarazioni in questo senso da parte del segretario cittadino Franco Barile messe nero su bianco in una nota stampa di qualche giorno fa, il concetto è stato ribadito dallo stesso Gero Grassi nel corso di una manifestazione dedicata a Aldo Moro che si è svolta in Pinacoteca De Napoli: «ll Pd di Terlizzi auspica la unità del locale centrosinistra, come valida alternativa all'attuale governo cittadino. Il Pd auspica un candidato sindaco del centrosinistra condiviso dalle parti politiche aderenti alla coalizione. Senza alcuna pregiudiziale e con grande riferimento alle migliori figure del paese. Il Pd ove risultasse difficile percorrere questa strada, per responsabilità non proprie, accetta il metodo democratico delle primarie per l'individuazione di un candidato accettato da tutti. Il Pd di Terlizzi - conclude Grassi - chiede alla città di partecipare direttamente alla redazione del programma di governo e alla sua gestione».
Nessuna precedenza agli uomini di partito, quindi, nessuna «diritto di prelazione», diciamo così, per chi come il segretario Franco Barile, il consigliere Sigrisi o il capogruppo Michelangelo de Chirico si è fatto le ossa nella trincea del consiglio comunale per cinque lunghi anni, lottando sempre in prima linea, senza tentennamenti e senza tentazioni, senza passare mai dall'altra parte e guadagnandosi sul campo una meritata riconoscibilità anche da parte della gente. Certe volte le ragioni algebriche della politica prevalgono su tutto. Del resto, Grassi è un politico navigato, sa bene che per avere almeno una possibilità di battere Gemmato servirà un centrosinistra al completo che vada anche al di là delle proprie contraddizioni interne e al di là delle differenze di stile che in questi anni sono emerse evidentissime. E poi, non va dimenticato: la primavera prossima può essere che si vada anche a votare per il rinnovo del Parlamento e, chissà, magari i voti degli altri partiti del centrosinistra potrebbero tornare utili anche per un altro tipo di corsa elettorale.
Una poltrona da sindaco, val bene una poltrona a Roma.
Il partito che alle ultime elezioni europee e regionali è risultato il primo partito cittadino, rinuncia insomma al ruolo di primus inter pares e sarebbe disposto addirittura a rinunciare al totem delle "sante" primarie pur di individuare un candidato unitario condiviso da tutti. Dopo le dichiarazioni in questo senso da parte del segretario cittadino Franco Barile messe nero su bianco in una nota stampa di qualche giorno fa, il concetto è stato ribadito dallo stesso Gero Grassi nel corso di una manifestazione dedicata a Aldo Moro che si è svolta in Pinacoteca De Napoli: «ll Pd di Terlizzi auspica la unità del locale centrosinistra, come valida alternativa all'attuale governo cittadino. Il Pd auspica un candidato sindaco del centrosinistra condiviso dalle parti politiche aderenti alla coalizione. Senza alcuna pregiudiziale e con grande riferimento alle migliori figure del paese. Il Pd ove risultasse difficile percorrere questa strada, per responsabilità non proprie, accetta il metodo democratico delle primarie per l'individuazione di un candidato accettato da tutti. Il Pd di Terlizzi - conclude Grassi - chiede alla città di partecipare direttamente alla redazione del programma di governo e alla sua gestione».
Nessuna precedenza agli uomini di partito, quindi, nessuna «diritto di prelazione», diciamo così, per chi come il segretario Franco Barile, il consigliere Sigrisi o il capogruppo Michelangelo de Chirico si è fatto le ossa nella trincea del consiglio comunale per cinque lunghi anni, lottando sempre in prima linea, senza tentennamenti e senza tentazioni, senza passare mai dall'altra parte e guadagnandosi sul campo una meritata riconoscibilità anche da parte della gente. Certe volte le ragioni algebriche della politica prevalgono su tutto. Del resto, Grassi è un politico navigato, sa bene che per avere almeno una possibilità di battere Gemmato servirà un centrosinistra al completo che vada anche al di là delle proprie contraddizioni interne e al di là delle differenze di stile che in questi anni sono emerse evidentissime. E poi, non va dimenticato: la primavera prossima può essere che si vada anche a votare per il rinnovo del Parlamento e, chissà, magari i voti degli altri partiti del centrosinistra potrebbero tornare utili anche per un altro tipo di corsa elettorale.
Una poltrona da sindaco, val bene una poltrona a Roma.