Il direttivo pugliese dell'Ancupm sulla «strana vicenda del collega Modugno»
Il colonnello è stato condannato a quasi 6 anni, ma «i fatti sono legati alle vicende giudiziarie di due pm in servizio a Trani»
martedì 7 marzo 2023
10.09
Continua a tenere banco, a Terlizzi, la sospensione dal servizio del comandante della Polizia Locale, Antonio Modugno, a cui è stata inflitta dal Tribunale di Trani una condanna, seppur in primo grado, a 5 anni, 11 mesi e 20 giorni per alcune presunte irregolarità nell'appalto per la vigilanza degli immobili comunali di Trani.
I fatti risalgono al periodo compreso fra il 2010 e il 2013, «quando il nostro collega - scrive in un comunicato il consiglio direttivo dell'Ancupm - dirigeva la Polizia Locale di Trani nonché altre ripartizioni di tale comune con funzioni esclusivamente amministrative». In seguito alla sentenza, il segretario comunale del Comune di Terlizzi ha disposto «la sospensione immediata degli incarichi e la efficacia del contratto di lavoro subordinato stipulato dall'amministrazione comunale».
Per l'associazione nazionale Comandanti e Ufficiali dei corpi di Polizia Municipale, però, «i fatti sono legati alle vicende giudiziarie di due pubblici ministeri in servizio negli anni scorsi presso la Procura della Repubblica di Trani, ora in servizio presso quella di Bari, condannati a rispettivamente a 6 e 4 anni di reclusione per il reato di concorso in tentata violenza privata, condanne divenute definitive dopo che la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i relativi ricorsi».
L'Ancupm offre degli spunti di riflessione: «Pur non essendo ancora disponibili le motivazioni della sentenza che ha condannato il collega Modugno è presumibile che l'impianto accusatorio si fondi sulle testimonianze di persone nei quali confronti chi ha sostenuto la pubblica accusa è stato condannato, in via definitiva, per aver posto in atto modalità intimidatorie e di violenze nei confronti di alcuni testimoni al fine di costringerli a dichiarare il falso proprio in danno di Modugno».
Inoltre, sempre secondo l'associazione nazionale Comandanti e Ufficiali dei corpi di Polizia Municipale, «i due magistrati sono ancora in servizio nonostante una condanna definitiva adottata dalla Suprema Corte», mentre Modugno è stato sospeso dopo essere stato «condannato, solo al primo grado di giudizio e per fatti di quasi 12 anni fa e non nelle sue funzioni di comandante, e essere stato per tanti anni membro con dedizione e professionalità di questo consiglio direttivo».
L'Ancupm, termina la nota, «intende comunque esprimere forte senso di vicinanza per il collega Modugno con l'auspicio - è la chiosa finale del consiglio direttivo - che l'ennesimo calvario giudiziario possa celermente concludersi con l'accertamento dell'assoluta infondatezza dei fatti che gli vengono adesso contestati».
I fatti risalgono al periodo compreso fra il 2010 e il 2013, «quando il nostro collega - scrive in un comunicato il consiglio direttivo dell'Ancupm - dirigeva la Polizia Locale di Trani nonché altre ripartizioni di tale comune con funzioni esclusivamente amministrative». In seguito alla sentenza, il segretario comunale del Comune di Terlizzi ha disposto «la sospensione immediata degli incarichi e la efficacia del contratto di lavoro subordinato stipulato dall'amministrazione comunale».
Per l'associazione nazionale Comandanti e Ufficiali dei corpi di Polizia Municipale, però, «i fatti sono legati alle vicende giudiziarie di due pubblici ministeri in servizio negli anni scorsi presso la Procura della Repubblica di Trani, ora in servizio presso quella di Bari, condannati a rispettivamente a 6 e 4 anni di reclusione per il reato di concorso in tentata violenza privata, condanne divenute definitive dopo che la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i relativi ricorsi».
L'Ancupm offre degli spunti di riflessione: «Pur non essendo ancora disponibili le motivazioni della sentenza che ha condannato il collega Modugno è presumibile che l'impianto accusatorio si fondi sulle testimonianze di persone nei quali confronti chi ha sostenuto la pubblica accusa è stato condannato, in via definitiva, per aver posto in atto modalità intimidatorie e di violenze nei confronti di alcuni testimoni al fine di costringerli a dichiarare il falso proprio in danno di Modugno».
Inoltre, sempre secondo l'associazione nazionale Comandanti e Ufficiali dei corpi di Polizia Municipale, «i due magistrati sono ancora in servizio nonostante una condanna definitiva adottata dalla Suprema Corte», mentre Modugno è stato sospeso dopo essere stato «condannato, solo al primo grado di giudizio e per fatti di quasi 12 anni fa e non nelle sue funzioni di comandante, e essere stato per tanti anni membro con dedizione e professionalità di questo consiglio direttivo».
L'Ancupm, termina la nota, «intende comunque esprimere forte senso di vicinanza per il collega Modugno con l'auspicio - è la chiosa finale del consiglio direttivo - che l'ennesimo calvario giudiziario possa celermente concludersi con l'accertamento dell'assoluta infondatezza dei fatti che gli vengono adesso contestati».