Il presidente Grassi rispedisce al mittente le accuse di non essere super partes
"Evidentemente creo molto fastidio a diversi amici, avversari, oppositori, maggiorenti."
martedì 14 aprile 2015
23.39
«Io tento di rispettare quanto più e' possibile il regolamento del comune di Terlizzi, come tutte le norme, le circolari e le leggi, pur, talvolta, non condividendole; al contrario di qualcun altro che evidentemente pensa che la legge, il regolamento, la norma, la circolare sia cosa sua.» Il presidente del consiglio comunale Michele Grassi risponde così a quanti, nell'ultima seduta della massima assise, lo avevano accusato di non essere super partes come spesso asserito. Grassi non ritorna sulla questione dimissioni da egli stesso paventate in aula, ma spiega così perché l'ultimo consiglio ha avuto inizio pur mancando il sindaco:
«La convocazione del Consiglio era fissata per le ore 9,30 ed io per regolamento debbo rispettarlo e procedere con l'appello nominativo delle figure istituzionali. Qualora la seduta non potesse avere inizio, per mancanza del numero legale (ossia la metà più uno dei consiglieri), a distanza di 30 minuti il regolamento prevede che il presidente e la segretaria Comunale procedano con il secondo appello, dando corso alla seduta o dichiarando tolto il Consiglio del giorno. Questo e' il regolamento, che tento di far applicare. Sempre, piaccia o non piaccia, perché la massima assise deve essere rispettosa di tutti, anche dell'uditorio in sala e in streaming. A me il sindaco non aveva mai comunicato di essere impegnato e sono stato informato solo dall'assessore Vincenzo Vendola alle 10.10. Alle 10,20 avrei dovuto far procedere con il secondo appello, con 50 minuti di ritardo dalla convocazione e il capogruppo del Pd mi ha sollecitato (legittimamente) telefonicamente e direttamente ad avviare i lavori. Gli orari, per educazione e per rispetto degli altri, vanno rispettati. Ognuno di noi - prosegue Grassi - ha sempre un vice, per eventuali sostituzioni contingenti, casuali, occasionali. Esiste un vice sindaco, che può sostituire il sindaco in sua assenza, sopratutto quando si tratta di alcuni minuti.»
Non rinuncia, Grassi, a una stoccata al consigliere Di Tria che nell'ultima seduta gli aveva velatamente suggerito di lasciare lo scranno più importante dell'aula: «La mia funzione di super partes la svolgo -da sempre- con scienza, coscienza, professionalità, dedizione, disponibilità, capacità, efficienza ed efficace. E per far ciò, lo stress e' tanto, perché necessita essere capaci di mantenere l'equilibrio giusto ed idoneo, evitare di fare il vero sindaco o il capo dell'opposizione (pur avendo delle opinioni e pur votando da consigliere comunale ), avvicinarsi a duelli e sfide più politiche. Non sono abituato ad essere Schettino, anzi. Non sono, però, abituato a rimanere sotto le macerie, anche agevolando tutti coloro che vogliano salvarsi. Se io fossi stato un mediano o un mediocre, la giacca non l'avrebbe tirata nessuno, anzi non ne avrebbe parlato nessuno. Però, per essere non un mediano/mediocre, evidentemente creo molto fastidio a diversi amici, avversari, oppositori, maggiorenti. Avrebbero detto gli inglesi: this is the problem»
«La convocazione del Consiglio era fissata per le ore 9,30 ed io per regolamento debbo rispettarlo e procedere con l'appello nominativo delle figure istituzionali. Qualora la seduta non potesse avere inizio, per mancanza del numero legale (ossia la metà più uno dei consiglieri), a distanza di 30 minuti il regolamento prevede che il presidente e la segretaria Comunale procedano con il secondo appello, dando corso alla seduta o dichiarando tolto il Consiglio del giorno. Questo e' il regolamento, che tento di far applicare. Sempre, piaccia o non piaccia, perché la massima assise deve essere rispettosa di tutti, anche dell'uditorio in sala e in streaming. A me il sindaco non aveva mai comunicato di essere impegnato e sono stato informato solo dall'assessore Vincenzo Vendola alle 10.10. Alle 10,20 avrei dovuto far procedere con il secondo appello, con 50 minuti di ritardo dalla convocazione e il capogruppo del Pd mi ha sollecitato (legittimamente) telefonicamente e direttamente ad avviare i lavori. Gli orari, per educazione e per rispetto degli altri, vanno rispettati. Ognuno di noi - prosegue Grassi - ha sempre un vice, per eventuali sostituzioni contingenti, casuali, occasionali. Esiste un vice sindaco, che può sostituire il sindaco in sua assenza, sopratutto quando si tratta di alcuni minuti.»
Non rinuncia, Grassi, a una stoccata al consigliere Di Tria che nell'ultima seduta gli aveva velatamente suggerito di lasciare lo scranno più importante dell'aula: «La mia funzione di super partes la svolgo -da sempre- con scienza, coscienza, professionalità, dedizione, disponibilità, capacità, efficienza ed efficace. E per far ciò, lo stress e' tanto, perché necessita essere capaci di mantenere l'equilibrio giusto ed idoneo, evitare di fare il vero sindaco o il capo dell'opposizione (pur avendo delle opinioni e pur votando da consigliere comunale ), avvicinarsi a duelli e sfide più politiche. Non sono abituato ad essere Schettino, anzi. Non sono, però, abituato a rimanere sotto le macerie, anche agevolando tutti coloro che vogliano salvarsi. Se io fossi stato un mediano o un mediocre, la giacca non l'avrebbe tirata nessuno, anzi non ne avrebbe parlato nessuno. Però, per essere non un mediano/mediocre, evidentemente creo molto fastidio a diversi amici, avversari, oppositori, maggiorenti. Avrebbero detto gli inglesi: this is the problem»