Il sindaco Gemmato ricorda l'assassinio di Moro: «Il terrorismo non è invincibile»
Dobbiamo sempre porre e imporci di offrire ogni giorno un esempio di legalità
mercoledì 9 maggio 2018
7.34
«Il terrorismo non è invincibile, la storia ci insegna che più forti di ogni cosa sono la nostra democrazia, la forza dello Stato, l'autorevolezza delle nostre istituzioni e il rispetto della legalità». Il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, ricorda così la ricorrenza del 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, giorno che l'Italia ha dedicato alla memoria di tutte le vittime del terrorismo interno e internazionale e di tutte le stragi terroristiche.
«Ci sono capitoli della storia italiana che non torneranno più e che tuttavia hanno segnato per sempre la vita di questo Paese. Il sacrificio di alcuni servitori dello Stato come Aldo Moro, Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino caduti nell'agguato di via Fani sotto la mannaia del terrorismo, così come le morti di tantissimi uomini della società civile - penso in questo momento a Peppino Impastato, giovane giornalista ucciso dalla mafia nel 1978, anche lui proprio il 9 maggio - deve essere sempre ricordato sia come dovere civile, sia anche come monito affinché non si ripetano più quei momenti bui. Ma al di là delle parole e per evitare che le sole parole possano scivolare nella mera retorica - conclude il sindaco - il compito che dobbiamo sempre porre e imporci è quello di offrire in ogni momento un esempio di legalità, ogni giorno, in ogni circostanza della quotidianità, attraverso il semplice ma fondamentale rispetto delle regole».
«Ci sono capitoli della storia italiana che non torneranno più e che tuttavia hanno segnato per sempre la vita di questo Paese. Il sacrificio di alcuni servitori dello Stato come Aldo Moro, Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino caduti nell'agguato di via Fani sotto la mannaia del terrorismo, così come le morti di tantissimi uomini della società civile - penso in questo momento a Peppino Impastato, giovane giornalista ucciso dalla mafia nel 1978, anche lui proprio il 9 maggio - deve essere sempre ricordato sia come dovere civile, sia anche come monito affinché non si ripetano più quei momenti bui. Ma al di là delle parole e per evitare che le sole parole possano scivolare nella mera retorica - conclude il sindaco - il compito che dobbiamo sempre porre e imporci è quello di offrire in ogni momento un esempio di legalità, ogni giorno, in ogni circostanza della quotidianità, attraverso il semplice ma fondamentale rispetto delle regole».