Il terlizzese Davide de Manna cardiochirurgo all’Hannover Medical School in Germania

Si tratta di uno dei principali centri universitari al mondo in campo della chirurgia Cardio-Toraco-Vascolare.

sabato 19 agosto 2023
A cura di Paolo Alberto Malerba

In tempi di migrazioni di massa a livello globale, si registrano sempre più movimenti di lavoratori e studenti da un Paese all'altro alla ricerca di nuovi stimoli e nuove opportunità. In Italia, il fenomeno lo conosciamo bene: si tratta di quel movimento definito (a ragione o torto)"fuga dei cervelli", ossia l'esodo di giovani e non soltanto, che cercano opportunità altrove, attirati dalla prospettiva di conoscere nuove lingue e culture e di accedere a possibilità che , per la saturazione di alcune aree del mercato del lavoro e della formazione italiano, sono loro talvolta precluse.
Senza dubbio "lasciare il nido" per partire ed affrontare la vita da fuori sede, è un passo coraggioso, sdoganato tuttavia già da anni, in particolare dagli studenti/lavoratori del meridione, in molti casi proprio terlizzesi. Tra gli ultimi c'è l'esempio del dott. Davide de Manna, nato a Terlizzi il 18, classe1991, diplomatosi al Liceo Classico "Carmine Sylos" della Città dei Fiori. Nel proseguo degli studi si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Roma Tor Vergata nel 2016, riportando la valutazione di 110 cum Laude.
Nel 2023 consegue il titolo di specialista in Cardiochirurgia presso l'Università degli studi di Verona.
Durante l'ultimo anno di specializzazione intraprende l'international "Felloswhip Programme", frequentando il dipartimento di Chirurgia Cardio-Toraco-vascolare e l'Unità di Trapianto Cardiaco e Polmonare diretto dal Prof. A. Haverich, presso l'Hannover Medical School, MHH, Germania, uno dei principali centri universitari al mondo in campo della chirurgia cardio-toraco-vascolare.
Attualmente prosegue la sua attività professionale come cardiochirurgo presso il medesimo centro universitario.
La redazione di TerlizziViva ha avuto il piacere di incontrarlo e questo è il resoconto della nostra chiacchierata.


Davide, quando e come è nata la tua passione per la Medicina?
Non riesco a codificare un nesso temporale in cui dentro di me è sorto il desiderio che un giorno sarei diventato Medico. Ma di certo penso che ci sia un nesso indissolubile fra un'attitudine innata come potrebbe essere definita per un artista e il crescente sviluppo della passione per la Medicina.
Ippocrate, considerato universalmente il padre della Medicina diceva: "Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte".
Il vero artista deve essere sempre pure artigiano, per realizzare appieno personalmente ciò che la sua mente via via gli suggerisce: gli ingredienti del pittore sono i colori, i loro impasti e combinazioni per realizzare le proprie intenzioni, così come il medico deve saper combinare diversi elementi ed ingredienti per ristabilire la salute.

Quali sono stati i tuoi inizi e quale specializzazione hai conseguito di seguito?
Dal desiderio di diventare Medico all'effettivo conseguimento del titolo di Dottore in Medicina e Chirurgia non è di certo un percorso garantito. Di certo non lo è stato per me. Dopo il conseguimento del Diploma di scuola superiore presso il Liceo Classico "C.Sylos", si verifica il primo ostacolo: il mancato superamento del test di ingresso in Medicina. Prima deviazione del mio viaggio con superamento del test di ingresso in Biotecnologie presso l'Università di Bari. Secondo tentativo per l'ingresso a Medicina presso l'Università di Bari e anche questa volta il risultato è un insuccesso per decimi di punto. Momento di incertezza sul mio futuro. In questo anno parto per eseguire un'esperienza di volontariato in Zambia, Africa. Questo momento lo definisco come l'acquisizione delle chiavi per aprire la porta del mio futuro. Ritornato in Italia riparto immediatamente per L'Albania dove ottengo il superamento del test di ingresso, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università Cattolica "Nostra Signora del Buon Consiglio", Tirana. Il Professore di Cardiochirurgia durante una lezione universitaria mi consiglia vivamente di riprovare il test di ingresso a Roma presso l'Università di Tor Vergata. Riprovo nuovamente per la terza volta il test di Medicina a Roma e finalmente arriva il mio momento. Test superato. Sbarcato nuovamente in Italia anche qui l'inizio è davvero duro anche perché vengo considerato insieme a tutti i miei colleghi che avevano frequentato come me l'Università in Albania come "i clandestini". Primo esame: specialità 1: cardiologia, cardiochirurgia, pneumologia e chirurgia toracica. Dopo aver superato l'esame il direttore di Cattedra di Cardiochirurgia mi offre la possibilità di poter entrare in corsia come studente tirocinante nel medesimo reparto ed accetto. Da quel momento inizia la mia passione e scalata nella branca della Cardiochirurgia.

Dopo due test di ingresso non superati, hai mai pensato di mollare e che quella poteva non essere la tua strada?
Ho sempre pensato di mollare, ma ho sempre pensato che con costanza e determinazione ce l'avrei fatta.
Senza impegno non potrai mai cominciare. Ma ancora più importante senza costanza non arriverai mai alla fine.
Se fosse facile non ci sarebbe nessun Leonardo da Vinci, Michelangelo o Donatello.
Se fosse facile non ci sarebbe un Christiaan Barnard, un Roger Federer, un Federico Fellini o un Dante Alighieri.
Quindi bisogna continuare a combattere e a provare. Cadi 7 volte e rialzati 8 volte.
Facile è una minaccia al progresso maggiore di quanto non lo sia la difficoltà o l'avversità.

Attualmente dove vivi e di cosa ti occupi?
Attualmente vivo ad Hannover in Germania dopo un anno di fellowship Programme presso l'Hannover Medical School.
Ricopro il ruolo di Cardiochirurgo e come aree di ulteriore perfezionamento professionale: -l'utilizzo di tecniche ibride mininvasive, trans-catetere e di chirurgia robotica nell'ambito della patologia cardio-toraco-vascolare dell'adulto
-Trapianto cardiaco, polmonare nella popolazione Adulta e popolazione Pediatrica

Tra le difficoltà di iniziare un nuovo percorso di vita e di lavoro all'estero, c'è un aneddoto che desideri raccontarci?
Ho dovuto abituarmi presto a cambiar casa, abitudini e amici e vi confesso apertamente che non è stato facile. Non è mai facile iniziare tutto da capo in una terra sconosciuta ed imparare a gestire la solitudine di alcuni momenti.
Non è facile lasciare le certezze del tuo mondo abituale per le incertezze. Aveva ragione Cesare Pavese quando disse che viaggiare è una Brutalità. Obbliga ad avere fiducia negli Stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Ci si sente costantemente fuori equilibrio. A questo aggiungici le ansie e il dolore del vivere da "vicino" il conflitto russo-ucraino, che per carità, coinvolge tutti, ma ancor di più per me, che ho una compagna ucraina e con tutta la sua famiglia lì…
Nulla è nostro, tranne le cose essenziali - l 'aria, il sonno, i sogni, il cielo- tutte le cose tendono verso l'eterno o ciò che possiamo immaginare di esso. Ma è proprio per questo che viaggiare, cambiare ambiente e conoscere altre culture è uno straordinario modo per crescere e per farlo in fretta. Il contatto con un mondo sconosciuto è qualcosa che ti cambia nel profondo perché
ti costringe a contare solo sulle tue forze e a superare i tuoi limiti.

Che rapporto hai con Terlizzi, la tua terra, e desideri tornare un giorno?
Diciamo che non sono scappato via dall'Italia come può sembrare ovvio data la grande mole mediatica che discute quotidianamente sul fatto che molti giovani Medici italiani sbarcano il lunario all'estero dove essi stessi vengono apprezzati e stimati.
Ciò che è certo è che ho abbandonato la mia "confort zone". Ma solo allontanandosi dalle certezze e soprattutto dai pilastri della sicurezza, è possibile crescere come uomo ma soprattutto come professionista.
Io penso che per ottenere un vasto bagaglio culturale e scientifico si debba avere sempre una valigia nella propria stanza pronta per la partenza…ma soprattutto prendere con filosofia e naturalezza il fatto di dover ripartire sempre da zero.
Ma anche se un giorno diventassi un Chirurgo riconosciuto a livello scientifico internazionale, non dimenticherei di certo da dove sono partito e da quali origini io provenga.
Il desiderio di ritornare nella mia terra natia c'è sempre ma al momento la mia volontà di migliorarmi professionalmente e di affrontare nuove sfide è l'essenza attuale della mia vita.