Il terlizzese Michele de Palma ospite in Rai nella trasmissione "Presa Diretta"
Al centro del dibattito il Job Act di Renzi applicato allo stabilimento Fiat di Melfi
martedì 22 settembre 2015
7.26
Il terlizzese Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom del settore auto e componentistica, è stato ospite l'altro ieri della trasmissione televisiva di Rai Tre "Presa Diretta" condotta da Riccardo Iacona, nella puntata dal titolo "Tutele Crescenti".
L'argomento affrontato riguardava un tema di scottante attualità: se il Jobs Act, la riforma del diritto del lavoro promossa ed attuata dal governo Renzi, sia in grado o meno di rilanciare l'occupazione. Lo stabilimento Fiat Chrysler Automobiles di Melfi sembra – in apparenza – essere la concretizzazione simbolica del Jobs Act: dopo un lungo periodo di crisi, nel 2014 tale impianto torna a essere produttivo a livelli massimi. Quest'estate, inoltre, sono stati assunti 1.481 operai con contratto cosiddetto a tutele crescenti. Eppure, per De Palma non è tutto oro quello che luccica. "Fiat ha assunto perché c'era bisogno di lavorare. L'azienda ha ristrutturato le linee nell'anno precedente alla messa in piedi del Jobs Act", afferma Michele De Palma, "Il Jobs Act è un regalo all'impresa di 8.000 euro per ogni singolo lavoratore che successivamente stabilizzerà. In passato, il lavoratore assunto sapeva che in Fiat avrebbe lavorato tutta la vita. Oggi con il Jobs Act no, perché può essere licenziato. Inoltre i lavoratori Fiat hanno un paga base inferiore ai minimi tabellari rispetto ai loro colleghi cui si applica il contratto nazionale".
Completamente differente, invece, la situazione in Lamborghini: il 2014 è stato l'anno record di vendite; anche qui sono previste nuove assunzioni (pari a 500 nuovi operai da qui al 2019) che non sono figlie del Jobs Act ma della decisione dell'azienda di produrre un nuovo modello. I lavoratori nel gruppo Audi-Volkswagen fanno turni di lavoro di 8 ore con due pause, con la mensa prevista a metà turno dopo 4 ore per via del lavoro usurante della catena di montaggio (invece in Fiat la mensa è stata spostata a fine turno dopo che l'operaio ha lavorato 7 ore di fila in catena di montaggio). Inoltre in Lamborghini si lavora dal lunedì al venerdì e, a differenza della Fiat, i 15 turni a settimana si superano solo in casi straordinari con loro recupero in futuro.
L'argomento affrontato riguardava un tema di scottante attualità: se il Jobs Act, la riforma del diritto del lavoro promossa ed attuata dal governo Renzi, sia in grado o meno di rilanciare l'occupazione. Lo stabilimento Fiat Chrysler Automobiles di Melfi sembra – in apparenza – essere la concretizzazione simbolica del Jobs Act: dopo un lungo periodo di crisi, nel 2014 tale impianto torna a essere produttivo a livelli massimi. Quest'estate, inoltre, sono stati assunti 1.481 operai con contratto cosiddetto a tutele crescenti. Eppure, per De Palma non è tutto oro quello che luccica. "Fiat ha assunto perché c'era bisogno di lavorare. L'azienda ha ristrutturato le linee nell'anno precedente alla messa in piedi del Jobs Act", afferma Michele De Palma, "Il Jobs Act è un regalo all'impresa di 8.000 euro per ogni singolo lavoratore che successivamente stabilizzerà. In passato, il lavoratore assunto sapeva che in Fiat avrebbe lavorato tutta la vita. Oggi con il Jobs Act no, perché può essere licenziato. Inoltre i lavoratori Fiat hanno un paga base inferiore ai minimi tabellari rispetto ai loro colleghi cui si applica il contratto nazionale".
Completamente differente, invece, la situazione in Lamborghini: il 2014 è stato l'anno record di vendite; anche qui sono previste nuove assunzioni (pari a 500 nuovi operai da qui al 2019) che non sono figlie del Jobs Act ma della decisione dell'azienda di produrre un nuovo modello. I lavoratori nel gruppo Audi-Volkswagen fanno turni di lavoro di 8 ore con due pause, con la mensa prevista a metà turno dopo 4 ore per via del lavoro usurante della catena di montaggio (invece in Fiat la mensa è stata spostata a fine turno dopo che l'operaio ha lavorato 7 ore di fila in catena di montaggio). Inoltre in Lamborghini si lavora dal lunedì al venerdì e, a differenza della Fiat, i 15 turni a settimana si superano solo in casi straordinari con loro recupero in futuro.