Mons. Cornacchia celebra il primo pontificale in onore della Madonna di Sovereto

Un pensiero alle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso

lunedì 8 agosto 2016
A cura di Vincenza Urbano
Numerosi fedeli, devoti alla Madonna di Sovereto, hanno assistito alla prima messa pontificale officiata da Mons. Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi, in occasione della nostra festa patronale. «La festa si colloca nell'anno giubilare di misericordia e perdono. La celebrazione di questa importante ricorrenza deve rappresentare un'opportunità per ricominciare a tessere la tela dell'amore, della fiducia e del condono» spiega il vescovo ad una Concattedrale gremita di persone «Riaccendiamo la speranza, illuminiamo il cammino degli emarginati e degli esclusi».

Il primo pensiero spirituale del vescovo vola, però, alle vittime del disastro ferroviario dello scorso 12 luglio, che ha provocato la dipartita di due nostri compaesani, Albino de Nicolo e Donata Pepe «Non possiamo far finta di non sapere quando famiglie a noi vicine versano nel pianto e nella sofferenza». Fedeli, autorità civili e militari si sono stretti in un intimo momento di riflessione, all'ascolto di parole contrite e di profondo cordoglio, a memoria di quanto tragicamente avvenuto circa un mese fa.

Di grande commozione l'omelia del monsignore che, attraverso i versi del vangelo di Luca "Non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno" rassicura l'attento uditorio sulla maggiore fiducia da riporre nel Signore, piuttosto che nei beni terreni. «Il Signore ci invita a non aver timore, ma a prendere coscienza che siamo piccola cosa ai suoi occhi; eppure, nonostante tutto, siamo così grandi per lui. La Vergine Maria ha affrontato la paura con l'amore e la fede in Dio: per mezzo suo, giunge a noi la salvezza. Ella è compassionevole, è la mediatrice di ogni grazia», illustra il vescovo, «In questo giorno di festa, ecco il messaggio che cogliamo: non dobbiamo aver paura di farci espropriare dal Signore, dobbiamo fidarci totalmente di lui. Rispondiamo al suo invito non quando siamo pronti, ma quando veniamo chiamati». Ogni momento deve essere quello propizio per professare opere di bene e metterci a disposizione dei più disagiati. «Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Il futuro inizia da quest'oggi e l'aldilà comincia dall' 'aldiqua'».

Don Felice di Molfetta, vescovo emerito di Cerignola-Ascoli Satriano, sottolinea l'immensa devozione dei terlizzesi verso la Madonna di Sovereto «La città di Terlizzi vuole molto bene alla Madonna. Nonostante la pioggia, una fiumana di persone ha accompagnato Maria dal santuario di Sovereto alla cattedrale di Terlizzi».

Il vescovo Cornacchia, dal canto suo, si dice onorato di essere al servizio di «questo splendido popolo» nell'intervista in esclusiva rilasciata a Terlizziviva «Ogni festa patronale è una festa di famiglia, durante la quale la comunità presenta la parte migliore di se stessa. È un popolo di grande fede e di grande amore per il Signore e per i Santi. Dobbiamo ringraziare i nostri antenati per averci trasmesso una fede operosa e non oziosa. Più di una persona, in questa circostanza di festa, mi ha confessato di volersi riappacificare e di voler dimenticare i torti subiti. È sicuramente questa la testimonianza più profonda della fede in Maria, nostra Signora di Sovereto».