Immobili e conti: confiscati beni per 900mila euro ad un 73enne di Terlizzi
Operazione dell'Antimafia: l'uomo, un imprenditore residente a Genova da anni, faceva affari anche con le cosche
giovedì 14 marzo 2024
10.44
Due immobili di pregio, a Genova e Viareggio, un'auto e conti correnti pari a 900mila euro. A tanto ammonta il decreto di confisca emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Genova a carico di un 73enne di Terlizzi, residente nel capoluogo ligure, con precedenti per bancarotta fraudolenta e reati tributari.
Ad eseguire il decreto di sequestro, negli scorsi giorni, è stata la Direzione Investigativa Antimafia: in capo all'uomo, titolare di numerose società, tutte attive nel settore della lavorazione e della vendita di ferro e rottami, secondo la richiesta di sequestro formulata congiuntamente dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova e dall'Antimafia, è stata riconosciuta la sussistenza della «pericolosità sociale generica» sui cui si fonda la misura di prevenzione adottata.
Gli investigatori, infatti, hanno accertato che l'uomo faceva a volte accordi pure con esponenti della criminalità organizzata L'imprenditore è titolare di numerose società, attive nel settore della lavorazione, vendita di ferro e rottami, spesso intestate a prestanome. Secondo le indagini, l'uomo è stato, negli anni, dedito alla commissione di reati lucrogenetici, fra cui i reati tributari che hanno consentito al 73enne di accumulare una considerevole ricchezza illecita già dagli anni '80.
L'attività investigativa svolta dall'Antimafia, attraverso degli accertamenti patrimoniali, ha consentito di ricostruire il patrimonio acquisito illegalmente dal 73enne. L'ammontare dei beni oggetto del provvedimento, che include due appartamenti, un'auto e vari rapporti finanziari, raggiunge un valore pari a circa 900mila euro.
Ad eseguire il decreto di sequestro, negli scorsi giorni, è stata la Direzione Investigativa Antimafia: in capo all'uomo, titolare di numerose società, tutte attive nel settore della lavorazione e della vendita di ferro e rottami, secondo la richiesta di sequestro formulata congiuntamente dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova e dall'Antimafia, è stata riconosciuta la sussistenza della «pericolosità sociale generica» sui cui si fonda la misura di prevenzione adottata.
Gli investigatori, infatti, hanno accertato che l'uomo faceva a volte accordi pure con esponenti della criminalità organizzata L'imprenditore è titolare di numerose società, attive nel settore della lavorazione, vendita di ferro e rottami, spesso intestate a prestanome. Secondo le indagini, l'uomo è stato, negli anni, dedito alla commissione di reati lucrogenetici, fra cui i reati tributari che hanno consentito al 73enne di accumulare una considerevole ricchezza illecita già dagli anni '80.
L'attività investigativa svolta dall'Antimafia, attraverso degli accertamenti patrimoniali, ha consentito di ricostruire il patrimonio acquisito illegalmente dal 73enne. L'ammontare dei beni oggetto del provvedimento, che include due appartamenti, un'auto e vari rapporti finanziari, raggiunge un valore pari a circa 900mila euro.