Impianto Biogas, Chieco: «Sì, ma in area adeguata»
Presa di posizione del sindaco di Ruvo di Puglia
sabato 17 dicembre 2022
15.53
Con riferimento alle polemiche di questi giorni circa la possibilità di costruire in una zona di interesse archeologico e ambientale tra Terlizzi e Ruvo di Puglia un impianto per la produzione di gas naturale, il sindaco di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Le esternazioni critiche del presidente di "Oliveti Terra di Bari", Giovanni Bucci, in merito alla posizione della nostra Amministrazione (e di quella di Terlizzi) circa la realizzazione in agro di Terlizzi dell'impianto Sorgenia per la produzione di gas naturale da sottoprodotti di origine agricola, sono evidentemente frutto di una non adeguata conoscenza delle ragioni del nostro parere negativo al rilascio dell'Autorizzazione Unica Ambientale da parte di Regione Puglia.
Non è affatto vero, infatti, che il parere negativo sia espressione di una resistenza campanilistica e immotivata alla soluzione tecnologica proposta da Sorgenia per la trasformazione in energia degli scarti di filiera, come afferma Bucci. Al contrario apprezziamo moltissimo questa soluzione ispirata all'economia circolare e anzi ci siamo adoperati per sollecitare miglioramenti in merito al ciclo di lavorazione (ad esempio per il contenimento delle emissioni odorigene) e alla delicata gestione del digestato (il residuo della lavorazione) mediante spandimento nelle nostre campagne, oltre a sollecitare una più adeguata valutazione degli impatti sulla viabilità comunale generati dai nuovi flussi di traffico di materie prime e gas: miglioramenti e sollecitazioni che hanno avuto da Sorgenia risposte solo in parte soddisfacenti.
La verità che il presidente di Oliveti Terra di Bari mostra di non sapere è che il parere negativo del nostro Comune è motivato non dall'impianto in sé, ma dal luogo dove Sorgenia ha testardamente deciso di ubicare il suo grande impianto: si tratta di un'area di circa mq. 50mila che nel Piano Regolatore Generale di Terlizzi ricade in zona a destinazione agricola E2 di interesse archeologico, posta in prossimità con la via Appia-Traiana e con il percorso delle "Vie Francigene" che i nostri comuni stanno valorizzando avendo aderito, tra l'altro, all'Associazione Europea delle Vie Francigene (a Ruvo, ad esempio, stiamo realizzando l'Ostello di Piazzetta Le Monache proprio a servizio di questi percorsi).
È questa la ragione del diniego del nostro Comune che ha condiviso il parere negativo del Comune di Terlizzi, l'unico ad avere effettiva voce in capitolo visto che l'impianto si trova nel suo territorio, anche se distante solo 4 km dal nostro centro abitato. Ed è bene ricordare che analogo parere negativo al rilascio dell'autorizzazione, salvo localizzazione in altra area, è stato espresso dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Bari.
Questi i fatti che dimostrano quanto ingiustificate e ingenerose siano le dichiarazioni del presidente di Oliveti Terra di Bari al quale vogliamo dire una cosa chiara e precisa: la nostra Amministrazione è pronta a dire SI alla realizzazione in altra e adeguata area di un impianto rispettoso dei requisiti di sicurezza e ambientali che consenta l'utilizzazione dei sottoprodotti di origine agricola per produrre gas naturale; un Si che sostiene i nostri agricoltori e le soluzioni impiantistiche dell'economia circolare, senza se e senza ma».
«Le esternazioni critiche del presidente di "Oliveti Terra di Bari", Giovanni Bucci, in merito alla posizione della nostra Amministrazione (e di quella di Terlizzi) circa la realizzazione in agro di Terlizzi dell'impianto Sorgenia per la produzione di gas naturale da sottoprodotti di origine agricola, sono evidentemente frutto di una non adeguata conoscenza delle ragioni del nostro parere negativo al rilascio dell'Autorizzazione Unica Ambientale da parte di Regione Puglia.
Non è affatto vero, infatti, che il parere negativo sia espressione di una resistenza campanilistica e immotivata alla soluzione tecnologica proposta da Sorgenia per la trasformazione in energia degli scarti di filiera, come afferma Bucci. Al contrario apprezziamo moltissimo questa soluzione ispirata all'economia circolare e anzi ci siamo adoperati per sollecitare miglioramenti in merito al ciclo di lavorazione (ad esempio per il contenimento delle emissioni odorigene) e alla delicata gestione del digestato (il residuo della lavorazione) mediante spandimento nelle nostre campagne, oltre a sollecitare una più adeguata valutazione degli impatti sulla viabilità comunale generati dai nuovi flussi di traffico di materie prime e gas: miglioramenti e sollecitazioni che hanno avuto da Sorgenia risposte solo in parte soddisfacenti.
La verità che il presidente di Oliveti Terra di Bari mostra di non sapere è che il parere negativo del nostro Comune è motivato non dall'impianto in sé, ma dal luogo dove Sorgenia ha testardamente deciso di ubicare il suo grande impianto: si tratta di un'area di circa mq. 50mila che nel Piano Regolatore Generale di Terlizzi ricade in zona a destinazione agricola E2 di interesse archeologico, posta in prossimità con la via Appia-Traiana e con il percorso delle "Vie Francigene" che i nostri comuni stanno valorizzando avendo aderito, tra l'altro, all'Associazione Europea delle Vie Francigene (a Ruvo, ad esempio, stiamo realizzando l'Ostello di Piazzetta Le Monache proprio a servizio di questi percorsi).
È questa la ragione del diniego del nostro Comune che ha condiviso il parere negativo del Comune di Terlizzi, l'unico ad avere effettiva voce in capitolo visto che l'impianto si trova nel suo territorio, anche se distante solo 4 km dal nostro centro abitato. Ed è bene ricordare che analogo parere negativo al rilascio dell'autorizzazione, salvo localizzazione in altra area, è stato espresso dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Bari.
Questi i fatti che dimostrano quanto ingiustificate e ingenerose siano le dichiarazioni del presidente di Oliveti Terra di Bari al quale vogliamo dire una cosa chiara e precisa: la nostra Amministrazione è pronta a dire SI alla realizzazione in altra e adeguata area di un impianto rispettoso dei requisiti di sicurezza e ambientali che consenta l'utilizzazione dei sottoprodotti di origine agricola per produrre gas naturale; un Si che sostiene i nostri agricoltori e le soluzioni impiantistiche dell'economia circolare, senza se e senza ma».